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 PIU'SIGNIFICATIVE. (PAG 4)

UPDATED : 25-02-11
 


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3 NDE RIFERITE DA GRAZY E... 15-06-09

Vi scrivo di una esperienza di NDE ,la protagonista ha avuto questa esperienza dopo un principio di annegamento in mare.
"Era come se io stessa fossi quella musica e la medesima sensazione la provavo rispetto agli incredibili colori che percepivo vibrare dentro ed intorno a me o....come dire? a quella che potrei sommariamente definire la mia essenza;cioè ,che in quel momento sentivo forte la certezza di essere luce e sono . mi sentivo calma e straripante di amore ed una pace infinita alleggeriva il mio cuore. Due "Angeli" mi dissero telepaticamente:-Ora ritornerai sulla terra e ricomincerai proprio da ciò che hai sempre evitato,cioè dalla tua ombra;comincerai ad essere te stessa sempre ,anche a costo di non essere approvata,mostrerai la tua luce ed il tuo buio con serenità e lascerai che gli ostacoli della vita allenino la tua eccellenza . Smetterai di seguire un modello suggerito come piacevole dagli altri ,scoprirai chi sei e realizzerai il tuo compito e lo scopo per cui sei nata."
La protagonista ha commentato la sua NDE in questo modo:"E' sicuramente un'esperienza ,purtoppo ancora ,di confine, che permette di incontrare Dio,quel Dio che sta dentro l'essere umano ,che è si trascendente ma ciò che trascende è lo strumento personalità,come un pianista può e deve trascendere il suo pianoforte,se vuol suonare,andando oltre esso col suo senso dell'identità,per arrivare a scoprire di essere colui che suona...che cerca...sinfonie...o la propria vita.
Un saluto a tutti, Grazy

...DA TIZIANA

Allora vi racconto anche io una NDE di un ragazzo che ho conosciuto qui a Berlino.
Venne nel pub di mio fratello, era primavera..ci mettemmo a parlare del piú e del meno, quando gli vidi una cicatrice enorme dal collo all'avambraccio...curiosa come sono...gli chiesi che cosa gli era successo e questo è il suo racconto:
" Nato da una mamma non sposata, da un papá sposato e con prole ( scandalo) ..mai incontrato per il motivo che il suo papá se ne ritornó a "casa" che lui era piccolino, pochi mesi! Solo una foto sgualcita e sbiadita dal tempo del suo papá..dove non si vedevano nemmeno i lineamenti.
Insomma questo ragazzo ebbe un incidente con la sua moto...un pirata della strada non si fermó al rosso e lui si risveglió dopo due mesi di coma ma anche dalla prontezza di un sanitario che gli portó subito soccorso..non respirava piú subito dopo l'incidente.
Quando mi disse questo allora gli chiesi a bruciapelo se avesse per caso sognato qualcosa durante questo periodo....non potevo nemmeno dirgli se avesse avuto una nde ...lui non credeva in nulla e di paranormale non aveva nemmeno una minima idea! Mi disse che, non sá quando é successo tutto ció..si é ritrovato in un tunnel con una luce stupenda alla fine....vedeva una persona ma non riusciva a capire chi fosse...finché la persona gli si é avvicinata...gli si presentó dicendo che era il papá, si scusava con lui per non poterlo aver amato in terra ma che lo seguiva constantemente e che era tempo di tornare nel suo corpo perché non poteva lasciare la mamma da sola ( non avevano parenti, nulla!) e che un giorno si sarebbero riabbracciati.
Questo ragazzo si risveglió quando i dottori avevano deciso di spegnere le macchine!
Anche la sua mamma, alla descrizione che fece, con particolari che da una foto sbiadita non potevano essere visti, riconobbe il suo uomo.
Quando finí di raccontarmi penso che la mia faccia era cosí ..volevo abbracciarlo..gli parlai delle nde..cercai di spiegargli un pó...ma lui non credeva in queste cose...peccato!
Ps: Claudio volevo votare anche io ma, come Angela non ho visto i cerchietti!!!
Bacioni a tutte Tizi

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NDE di Roberto (14-06-09)

 Ringraziamo Sara Luce  (LINK AL SUO SITO) che ci ha inviato questa bellissima testimonianza di NDE accaduta a Roberto.
 


<Quand’ero ragazzo, d’estate, andavo spesso a fare il bagno in una grande pozza d’acqua formata dal fiume Corsolone, situata lungo la strada che porta al Santuario della Verna.

Erano le ore 13 di un caldo giorno del mese di agosto del 1980. Avevo scelto quell’ora per evitare l’affollamento che spesso si riscontrava nella bella stagione ed infatti ebbi l’impressione che non ci fossero altre persone oltre me. Non avevo mai imparato a nuotare ma, negli ultimi tempi stavo facendo qualche piccolo progresso. Ero diventato molto bravo a tuffarmi. Dopo essermi riempito i polmoni d’aria, mi buttavo dalla cascata con le braccia distese sopra la testa. Entravo così in acqua senza paura. La mia difficoltà consisteva nel riprendere aria senza poter toccare con i piedi per terra. Dovevo fare attenzione perché ogni volta rischiavo di bere acqua anziché respirare.

Quel giorno, dopo cinque bei tutti, ero salito di nuovo sulla cascata. Purtroppo, appoggiando un piede su una superficie scivolosa, persi l’equilibrio e caddi nell’acqua da un’altezza di cinque metri. Mi girai più volte su me stesso fino a perdere l’orientamento. Non mi rendevo più conto di dove fosse il sopra e il sotto ed una grande paura cominciò ad impossessarsi di me.

Mi ritrovai improvvisamente privo di aria. Cominciai così a bere acqua fino a riaffiorare in superficie tutto sconvolto. Non riuscivo a gridare per chiedere aiuto. Avevo bisogno d’aria, ma non potevo respirare poiché avevo la bocca e la gola piene di acqua. Agitandomi e facendo movimenti per restare a galla non riuscivo che ad affondare di più. Riaffiorai ancora per un attimo una seconda e poi una terza volta, ma ero ormai rassegnato e mi lasciai trascinare di nuovo giù. Mi rendevo conto, ormai, che non sarei mai più tornato in superficie.

Fino a quel momento della mia vita non avevo mai preso in considerazione l’eventualità della mia morte, non avevo pensato abbastanza a questa realtà. Naturalmente partecipavo, come tutti, in varie occasioni, ai funerali di parenti ed amici ma, in queste circostanze, la morte sembrava riguardare soltanto gli altri, mentre su di me questo pensiero non aveva mai avuto peso.

Ora posso dire che evitavo di pensarci perché ne avevo molta paura.

Non riuscivo ad immaginare cosa sarebbe accaduto in quel momento, sentivo che non avrei potuto aggrapparmi a niente restando completamente solo con me stesso.

Questa inesorabile solitudine era la mia principale preoccupazione, oltre al timore dell’ignoto. Il me stesso sconosciuto e profondo nascondeva, lo so, verità che difficilmente avrei potuto accettare.

Naturalmente questa paura era accompagnata anche dal dispiacere di dover lasciare i miei genitori, i fratelli, gli amici, le cose materiali, i miei affetti ed i miei interessi in generale, cioè tutto ciò che costituisce il contorno, ma anche, questo allora pensavo, il senso della vita.

Fu una grande sorpresa scoprire, invece, che tutte queste cose non avevano in realtà vero interesse per me. Ad esempio, ciò che mi sembrava di provare separandomi da mia madre era la stessa cosa che sentivo lasciando una qualunque altra persona. Questo non sminuiva l’amore e la riconoscenza che avevo per lei, percepivo però, molto chiaramente, che tutti siamo importanti e siamo tutti sullo stesso piano. Capii, in quel momento, che il dispiacere di morire non veniva dal lasciare tutto questo, ma dalla consapevolezza di non aver fatto abbastanza del bene agli altri nella mia vita. Questo era l’unico vero rammarico che provavo andandomene.

A questo punto dell’esperienza ho perso il contatto con il mio corpo e ho incominciato a rivivere attimo per attimo tutti gli eventi della mia vita, anche i piccoli particolari che avevo del tutto dimenticati a livello cosciente. Li ho rivissuti intensamente, con ogni sfumatura di sensazione, molto più profondamente di quando erano accaduti.

Quei momenti di vita mi apparivano come in un grande schermo.

Riuscivo a sentire anche gli odori e i sapori del loro accadere, come se accadessero realmente un’altra volta in quel preciso momento: tanti attimi vissuti di cui non avevo più alcuna memoria.

Ho rivissuto un’esperienza avuta in prima elementare quando, a scuola, durante l’intervallo, avevo fatto la lotta con un mio compagno. Ero riuscito a sovrastarlo e mi sentii felice ed orgoglioso di essere stato più forte di lui. Mentre rivivevo questa esperienza, però, non provavo più gioia per averlo vinto, ma tristezza ed amarezza perché sentivo di averlo umiliato. Non vedevo più questo bambino come qualcosa di distinto da me. Ovvero io sono io, lui è lui e tutto ciò che gli succede non ha nessuna importanza per me.

Non eravamo due entità distinte, ognuno nel proprio corpo dai ben precisi confini, ma lo sentivo come se fosse un prolungamento di me stesso. Così io provavo la sua sofferenza per l’umiliazione che gli avevo arrecato.

Ho associato questo insegnamento a ciò che disse Gesù quando affermò “Io sono la vite, voi siete i tralci”. Ho capito che, in realtà, siamo tutti una cosa sola.

Oltre a rivivere azioni sbagliate, per le quali ho provato sofferenza, ho rivissuto anche un’esperienza positiva, sentendola tale molto di più del momento in cui l’avevo realmente vissuta: aiutare una signora anziana ad attraversare la strada.

Ho sempre ammirato le grandi opere di bene di San Francesco e di Madre Teresa di Calcutta ed io, in un certo senso, mi sentivo una nullità in fatto di carità.

Questa esperienza mi ha fatto capire che le grandi cose stanno proprio nelle cose semplici.

La gioia che ho provato era dovuta al fatto di rivolgere l’attenzione non più a me stesso, ma ad un’altra persona in maniera totalmente disinteressata.

Rivivere le mie esperienze negative e provare per questo sofferenza è stato, per me, come purgarmi dal male; è stato come sperimentare il purgatorio nella mia coscienza.

Questo mi ha reso consapevole che il purgatorio e l’inferno come luoghi oggettivi non esistono, ma sono stati d’animo. Ho sentito che Dio è Amore e misericordia infinite e non vuole il male di nessuno. Anche il Paradiso è uno stato d’animo ed è per tutti.

Un altro aspetto che mi ha colpito profondamente riguarda il giudizio che ci sarà alla fine della vita. I miei genitori sono cattolici, quindi, fin da piccolo, ho seguito questo insegnamento. Il catechismo mi aveva presentato un Dio che vedeva tutto ciò che facevo e che quindi mi avrebbe giudicato secondo il bene ed il male commesso. In quel momento, invece, era la mia coscienza che giudicava le azioni fatte con una lucidità impressionante. Nella vita, quando ci troviamo a prendere una decisione, pensiamo di poter definire la nostra scelta con un’ampia gamma di sfumature, ovvero possiamo definire le nostre azioni: né bene, né male, oppure abbastanza bene, benino o poco male e così via …

In quella situazione, invece, la distinzione era netta, precisa: o era bene o era male.

A questo punto della mia esperienza mi apparve una forte luce, come un sole, una luce che, nonostante fosse luminosissima, potevo guardare tranquillamente, senza provare fastidio, poiché non la guardavo con gli occhi fisici, bensì con quelli spirituali.

Mi sentivo attirato verso questa luce: mi è molto difficile descrivere con le parole ciò che ho provato.

Questa meravigliosa luce mi infondeva un senso di calma, di benessere, di bontà, di gioia, di pace, di amore e di accettazione.

Questa sensazione di accettazione era bellissima perché, per la prima volta in vita mia, mi sono sentito accettato per come sono, senza alcun bisogno di apparire migliore o chissà in quale altro modo, ma proprio così come sono: ed era stupendo.

In quella luce che ormai mi avvolgeva completamente, sentivo l’armonia e sperimentavo la perfezione di tutte le cose. Era chiaro che tutto aveva un senso e che io facevo parte di questo tutto, pur conservando la mia identità.

Fu allora che, all’improvviso, sentii una mano che mi stava afferrando un braccio e ripresi subito coscienza del mio corpo e della mia sofferenza.

Non riuscii a fare altro che restare immobile e mi feci trascinare verso riva.

La persona che mi ha salvato raccontò che, mentre stava prendendo il sole sul greto del fiume, si accorse delle mie difficoltà e corse verso di me per aiutarmi.

Una cosa, però, mi lascia perplesso. Come fu possibile che io, nonostante mi fossi tuffato dall’alto della cascata varie volte, da un punto in cui si dominava tutto il corso del fiume, non avessi notato la sua presenza e come potè lui vedere che stavo affogando stando sdraiato accanto al fiume. Inoltre, non seppi mai chi fosse, ne da dove venisse!

Nel complesso credo di essere stato sott’acqua per due o tre minuti ed è stupefacente come abbia potuto vivere una così ampia gamma di pensieri e sensazioni in un frammento di tempo tanto breve. E’ stata una vicenda eccezionale per me, un vero regalo della vita che mi ha fatto capire e sentire cosa succede quando il nostro Spirito lascia il corpo fisico. Quell’esperienza meravigliosa ha cancellato per sempre dal mio cuore e dalla mia mente la paura di quell’evento che comunemente chiamiamo morte, dandomi la consapevolezza della reale esistenza della nostra essenza immortale.>

Roberto

COME SO CHE I MORTI SONO VIVI
L'INCREDIBILE NDE DI FANNY (23-06-09)

Se credete che le NDE le abbia scoperte il Dr. Moody, siete in errore, perchè tali racconti circolano dal tempo degli antichi Greci e questa bellissima esperienza che oggi vi presentiamo è fra le più lunghe e le più elevate che abbia mai letto.   La protagonista, una ricca donna Texana, racconta dettagliatamente il cammino ultraterreno di uno Spirito "normale", ovvero di chi, come lei, ha vissuto una vita senza infamia e senza lode.
Pur essendo questa NDE avvenuta nel secolo scorso, è interessante notare come la vita dopo la vita venga qui descritta in piena sintonia coi racconti di pre-morte più recenti e con quanto ci vien riferito dai Mediums e dai Channelers odierni.
Nel suo libro del 1917, "Come so che i morti sono vivi", Fanny Ruthven Paget ci offre una delle più vivaci e dettagliate esperienze di Premorte (NDE) mai registrate (il libro in edizione originale è liberamente scaricabile da Internet: LINK ).
Pur non indicando chiaramente la sua malattia, si potrebbe dedurre che la  Paget abbia sofferto di una grave polmonite per diversi giorni durante il 1911.
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"Tutto intorno a me non potevo vedere nulla, ma immaginate il mio stupore quando, guardando verso il basso, ho visto il mio corpo riposare in pace sul letto, nella posa tipica di una persona defunta.
Non riuscivo a muovere gli occhi da esso, ma mi affascinava per come giacesse nel suo freddo candore, in un abito di seta color lavanda, con pizzi e volant... Le azzurre finestre
dell'anima, gli occhi, erano socchiusi; l'anima era assente senza più luce; le labbra leggermente aperte creavano appena un vago sorriso, la mano sinistra  posta sul petto mostrava l'anello di fidanzamento scintillante come non mai, mentre la destra, col palmo aperto, era scivolata un pò lontana dal corpo.
Come sembrava tranquillo!
Così ogni dettaglio di quell' immagine si fissava nella mia mente ma in modo distaccato, mentre mi rendevo conto che si trattava di nient'altro che un abito ormai non più utile. Tuttavia, provavo un vago senso di protezione verso di esso: era stato un fedele servitore in grado di soddisfare ogni mio desiderio e capriccio ed ora che ero passata al di là della gamma dei suoi servizi, mi deliziavo a vederlo avvolto in quel vestito che in precedenza aveva avuto per me un ben diverso significato "
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La Paget quindi si preoccupò del suo fidanzato che si trovava in un altro paese e si sentì trasportata da una sensazione di vibrazione accanto al suo corpo addormentato.
"Come l'ho osservato ho visto il suo corpo spirituale in modo più netto del suo corpo fisico. Visto dall'altro lato dell'esistenza, il corpo astrale sembrava l'originale mentre era quello fisico ad apparirne il duplicato. All'interno tutto era luce, percepita come parte integrante dell' anatomia spirituale. Questa luce penetra all'interno, sia dei corpi fisici che di quelli astrali, generando un'aura che li avvolge li riveste, per così dire, di una luce magnetizzante. Come appare meravigliosa questa triplice manifestazione della vita per noi che conosciamo solo quella fisica! "

Parlare con i Viventi

Avvicinatasi al suo fidanzato, Paget cercò di dialogare con lui. Sebbene egli fosse profondamente addormentato, la sua anima non lo era affatto e rispose con gioia cercando di aiutarla ad entrare nella sua coscienza mentre il suo corpo fisico gemeva e si contorceva in quello che era divenuto un sonno inquieto. Dopo alcuni momenti, si mise ad urlare, "Fanny, Fanny," e poi sedette sul letto, ormai totalmente sveglio, tanto che accese la luce e prese gli occhiali ed una rivista per leggere.
Ella cercò di comunicare, ma lui non reagiva alle sue parole.
"Io sono morta, è questo il motivo per cui non riesce a sentirmi ed a vedermi", pensava Fanny, anche se si sentiva più viva che mai. "C'era qualcosa di pietosamente doloroso nell'essere così vicino ad una persona cara perchè, sebbene vedessi ed udissi il mio amato distintamente, sapendo perciò che i suoi pensieri erano per me, egli ignorava del tutto la mia presenza. Ma soprattutto era angosciante sapere che egli non mi avrebbe mai più rivista, mai più avrebbe sentita la mia voce non importa quanto ardentemente lo avessi invocato, mentre ero rimasta in tutto e per tutto la stessa persona, tranne che per la mancanza del corpo fisico. "
Poi ella ebbe la sensazione che le di lui vibrazioni non erano in armonia con le sue.
"La mia era una sorta di moto perpetuo mentre le sue mi apparvero più simili ad un 'mare morto' in cui queste correnti fluivano e rifluivano, e mi sembrava semplice passare da quella calma mortale al mio stato di flusso e riflusso vibratorio continuo, tanto che aspettai a lungo prima di capire che lui non avrebbe fatto alcuno sforzo per adeguarvisi."
Intuendo che non sarebbe stata in grado di penetrare la sua coscienza fisica, ella gli disse addio e cercò di allontanarsi, ma la forza vibrante sembrava limitare la sua.
"Insistentemente, quella forza mi tratteneva, come se mi invitasse a fare ulteriori considerazioni sugli interessi terreni, ma non ne avevo nessuno. I miei beni materiali erano già stati assegnati secondo i miei desideri; non avevo dietro me il lavoro di una vita lasciato incompleto; non avevo figli, nè altre persone che dipendevano da me; nulla mi poteva tener più legata alla terra.
Il mio desiderio era quello di andare oltre e ora che potevo, ero ben contenta e volevo andare verso le gioie che sentivo mi aspettavano al di là dell'influenza terrena. Eppure, quella forza mi tratteneva, mentre provavo a passare al di là, fino a quando, invece di lottare, cercai di capire - di strapparle il motivo per cui mi bloccava, perchè avevo la sensazione che ci fosse una pur qualche ragione.
Quasi istantaneamente la spiegazione affiorò nella mia coscienza e mi resi conto che il braccio lungo degli interessi terreni può giungere fin nell' Aldilà e trattenere le sue vittime fra la ombra della terra, contrapponendo il suo magnetismo alla promessa di cose più elevate".

Fanny racconta di essersi sentita trasportare all'interno di quella vibrazione e di essere stata improvvisamente avvolta da un buio opprimente e pesante, sentendosi sola nell'eternità, in attesa, mentre era presa da terribili dubbi, finchè capì che il buio era dentro di lei e poteva essere eliminato solo dal di dentro.
"Vi erano persone care e molti altri ad accogliermi con gioia perchè ero lì insieme a loro."
Anche il suo Spirito Guida, che si identificò come Meon ,era presente ed ora si sentiva leggera e spensierata.

Visita all'Inferno

Meon le disse di seguirlo: "Avvolti da una morbida luce bluastra che sembrava giocare su di noi, ci lanciammo fra le onde dello spazio." Durante questo viaggio, s'imbatterono in una 'tenebra rossatra', dove Fanny si trovò in mezzo a molti altri spiriti.
"Li stetti a sentire, cercando di ascoltare quello che dicevano, ma le loro vibrazioni non erano evidentemente in sintonia con le mie, e così non li potevo percepire distintamente. Dopo un lungo periodo di vani sforzi chiesi a Meon, che posto fosse mai quello e lui mi spiegò che ci trovavamo in un luogo ancora molto prossimo al magnetismo della terra.
Poi gli chiese il motivo per cui le anime erano intrappolate e Meon le rispose che era questo il desiderio di alcuni, mentre altri non erano ancora abbastanza forti da superare quel punto, perchè gli interessi terreni li bloccavano in quel luogo:
"Non vi è alcun ostacolo, ma non vogliono andar via; alcuni non sapevano che è difficile scrollarsi di dosso la vita terrena. Come un Medium contatta l'Aldilà loro sono qui in contatto con il mondo materiale, ma mentre il primo progredisce nel suo cammino, loro regrediscono."
La Paget vide spiriti d'amore e di misericordia, che tentavano di aiutare coloro che erano bloccati in questo "infernale" regno, ma la maggior parte di loro non avevano ancora acquisito "l'udito spirituale" e non rispondevano alle offerte di aiuto. Alcuni, tuttavia, li ascoltavano e lottavano per liberarsi dal vortice. Meon poi le disse che nessun'anima sarebbe andata irrimediabilmente perduta, non importa quanti eoni restasse nelle tenebre. Così, cominciò a chiedersi se questa doveva essere la sua nuova dimora, ma Meon la rassicurò che non lo sarebbe stata:
"Non è sceso il Cristo in questo luogo prima della sua Ascensione?" le disse, fugando ogni sua preoccupazione.
"Al di là delle tenebre rossastre ho potuto vedere la luce, in cui sembrava che arcobaleni dal colore dell'alba e di una bellezza leggiadra giocassero a vai-e-vieni, come se flirtrassero con le tenebre, tanto che pensi che toccandoli li distruggeresti. Delicata bellezza di uno spettacolo (non avevo mai visto niente di più affascinante e seducente), simile ad un bacio fra il mattino e l'oscurità.
Era come baciare la morte e dire addio".


Il Mondo Dell'Alba.

Sembrò che fossero giunti in quello che appariva essere un altro mondo. Paget lo ha chiamato il "Mondo dell'alba", in quanto sembrava che la luce avesse iniziato a neutralizzare le tenebre.
"Ci sono case, fiori, alberi, tutto era così simile al mondo fisico da lasciarmi stupita ed ho quasi creduto di essere tornata sulla terra."
Gli abitanti conversarono con lei, ma non sembravano rendersi conto che erano nel "dopo la vita", in quanto non erano del tutto distaccati dal magnetismo terrestre. La Paget assicura che alcuni di loro erano collegati ancora alla terra, come se vi fossero attratti da qualcosa di primaria importanza.
"Mentre non c'era alcun dubbio che queste persone avevano una volta abitato sulla terra, non ho visto nessuno che mi aveva mai conosciuto in questa vita. Forse erano potuti uscire fuori dalle tenebre e tornavano ad aiutare i meno fortunati per portarli nella condizione più elevata che essi aveva raggiunto. "  Meon e Paget vibravano sempre più nella luce.
"Era così incantevole questo cavalcare le onde vibranti dello spazio, che desideravo non avesse mai fine, per sempre, senza mai stancarsi, senza mai fermarsi, ma dopo un certo tempo di abbandono totale in questa magìa, ho percepito che la vibrazione stava cambiando, fondendosi in una fremente sensazione, ancora più squisita, e poi, come parte di essa, i miei piedi si sono trovati su qualcosa di diverso, qualcosa di solido ed affidabile ".
Lei ora si trovava in una città di luce, bianca nella sconfinata distesa.
"Sembrava che avessi raggiunto il limite della mia capacità di fluttuare nello spazio. Sembrava che, in qualche modo, fossi diventata più pesante dell'ambiente in cui mi trovavo.
Dappertutto c'erano i più grandi spiriti che avessi mai visto. Alcuni si sono fatti avanti e ci hanno salutato, rivolgendosi a Meon come se fosse un loro pari e poi, insieme, siamo entrati in un edificio incommensurabile per spazio ed altezza, pura espressione della magnificenza architettonica.
Il materiale aveva la trasparenza del vetro di una variegata tonalità di bianco, in cui i colori, armonizzandosi fra loro nel modo più delicato che si possa immaginare, cambiavano di continuo. L'elettricità sembrava essere la forza che li teneva tutti insieme, poichè il blu elettrico si fondeva incessantemente col viola, formando una sorta di serpentina, con tonalità quasi impercettibili di giallo che s'insinuava in esso.
Mi sembrava di possedere tutta la saggezza di tutti i secoli passati, stando lì. Vita e morte mi svelavano i loro misteri, e non ponevo più domande, conoscendo già le risposte.
Tutto il funzionamento dei livelli fisici era diretto e guidato da quel luogo che era in contatto diretto con la terra. Nessun accadimento terreno sfuggiva all'osservazione dei grandi spiriti che sembravano non aver nient' altro da fare che sorvegliare gli esseri viventi sulla terra, inviare loro insegnamenti, sollevarli dalle tenebre, vegliare sulle reincarnazioni, creare gli insegnanti ed inviarli nei luoghi dove erano più necessari. Con questi insegnanti erano in comunicazione diretta continuamente e sapevano esattamente che cosa stava succedendo attraverso una qualche forma di telegrafia senza fili o forse telefonica, che valicava ogni distanza.
Sembrava che attraessero le anime altamente evolute della terra fino alla loro mente, e queste collaboravano consapevolmente, rispondendo senza commettere alcun errore.
E' stato meraviglioso vedere il processo, o meglio i processi, in quanto vi sono varie fasi in questo processo di controllo. C'era un continuo via-vai. Ho visto molti uscire e scomparire nel vortice, tutti felici per il loro lavoro in aiuto all' umanità. Le anime erano innumerevoli, lo spazio incommensurabile, ma non vi era alcuna confusione, un sistema perfetto dove ognuno conosceva esattamente la sua missione e sapeva come portarla a termine.
In verità, era la realizzazione di quanto Cristo ci ha detto di fare: loro lavoravano per gli altri, non per se stessi. "
Meon portò Fanny ancora più in alto, dove l'influenza della terra non è più sentita. Un grande Spirito si fece avanti e le chiese se lei volesse tornare indietro. Lei rispose che avrebbe voluto tornare solo se poteva fare del bene e dire agli altri ciò che aveva sperimentato.
L'Essere la mise in guardia sul fatto che molti non l'avrebbero creduta e che avrebbe sofferto per i suoi inutili sforzi, ma lei accettò la sfida.

LA REVISIONE DELLA SUA VITA

Paget si ritrovò da sola a capo chino. Poi vide una piccola luce vibrante davanti a sè che prendeva la forma d'una piccola bimba. Capì subito che la ragazza era lei e che stava rivivendo la sua vita sulla terra. Vide se stessa scoprire la sua grande passione, la musica, che l'aveva appassionata da quando il suo piccolo, bianco dito era troppo piccolo per scalare un'ottava fino a che non aveva provato la gioia di averne la piena padronanza!
Vide se stessa crescere dai tempi della scuola fino a trasformarsi in una fiera, egocentrica donna.
Apparvero davanti a lei tre strade, una "buona", una "cattiva" e l'altra, nel mezzo, senza alcuna etichetta. Si trovò nella strada centrale, dove si affollavano molte più persone rispetto a quelle laterali.
"Queste strade erano custodito da creature invisibili, secondo le propensioni di ciascuno, che chiamavano chi viaggiava in quella centrale, nel tentativo di influenzare le loro tendenze. Vi erano anche strade che portavano dal centro all'esterno ed altre che da una strada esterna conducevano alle altre, mostrando come si potesse facilmente cambiare il percorso con un atto di volontà".
Paget poi vide la giovane donna che sognava di diventare una grande cantante, idolatrata da tutto il mondo, ebbra della fama ottenuta, senza però ricordare che l'ambizione ha fatto cadere gli Angeli.
Il "film" della sua vita continuò fin quando, a causa d'un grave attacco di laringite aveva perso la sua voce. Vide se stessa maledire Dio ed avvolta da una grigia coperta di materialismo. Vide i suoi genitori passare nel Mondo dello Spirito, lasciandola sola a lottare un'aspra battaglia.
Vide anche gli avvenimenti più banali durante la revisione della sua vita.
"La fedeltà dei dettagli era perfettamente meravigliosa. Nulla mi venne nascosto, nulla mi apparve sfocato, c'era tutto di tutto. Sono stata messa faccia a faccia con la mia vita sulla terra, la mia vita così come l'avevo vissuta, in attesa di una condanna o d'una assoluzione."

Quando la revisione si concluse, Meon la stava aspettando. Egli le disse che lo scopo della revisione era stato quello di ricostruire un edificio sulle sue ceneri, prima che le fosse restituita la vita sulla terra.
"
Meon ed altri Spiriti mi circondarono, potevo sentire l'essenza elettrificante che aveva manifestata la sua onnipresenza durante il mio viaggio. A quel punto, tutto il peso della vita fisica mi piombò addosso ed io mi sentii totalmente inadatta a viverla!"

DA METGAT'S BLOG
(TRADUZIONE E ADATTAMENTO: WM)

 

LA NDE DI Donatella (16-07-09)

Un'altra testimonianza italiana, raccolta da Sara Luce, che ringraziamo di cuore

Mi è stato chiesto di raccontare un’esperienza che ho avuto qualche anno fa ed ecco che la racconto.Nel maggio del 1998, il 13 maggio per l’esattezza, fui ricoverata all’Ospedale Careggi di Firenze per un intervento, per togliere l’utero, per dei problemi che c’erano, intervento di routine.
Sono andata tranquilla, il primo intervento l’ho avuto di mattina, al ritorno dal primo intervento si è verificata un’emorragia grave e mi hanno riportato dentro per la seconda volta.Premetto che io avevo fatto l’auto-donazione per cui una sacca del mio sangue era già in ospedale per eventualità come questa che si dovesse procedere a una trasfusione.
Dopo il secondo intervento mi riportarono nella mia stanza e iniziai a sentirmi male, molto male, mi portarono di corsa dentro per un terzo disperato tentativo per una emorragia interna gravissima.
Io ricordo la corsa sul lettino verso la sala operatoria poi ricordo di aver visto la sala operatoria, tutto quello che si svolgeva nella sala operatoria intorno al mio corpo, da un angolino, sul soffitto, erano tutti molti preoccupati, gridavano, si affannavano intorno a questo corpo che sembrava non reagire e gridavano ‘l’abbiamo persa, l’abbiamo persa’, io dicevo ‘guardate che non mi avete perso, sono qui, come fate a dire che mi hanno perso’ ma loro ovviamente non mi sentivano.
Premetto che io avevo la sensazione di essere intera, li dove mi trovavo, quello che stava sul tavolo operatorio e attorno al quale si affannavano tutti i medici era semplicemente come un vestito smesso, come quando ci togliamo un vestito e una sarta fa un rammendo, qualcosa del genere, ecco, insomma. Dopo di che mi sono trovata di colpo proiettata in un mare di inchiostro nero, molti racconti che ho sentito parlano di un tunnel intorno al quale si percepisce una luce, io questo tunnel non l’ho visto, ho visto solo questo mare di inchiostro nero, io avevo la sensazione di muovermi, però non sapevo in quale direzione perché tutti i miei sensi erano azzerati, io non sapevo dove era l’alto, il basso, dove era la destra o la sinistra, avevo la sensazione di muovermi ma non avrei saputo dire in quale direzione.
Poi sono riemersa in un mare di luce, bellissimo, io stavo benissimo, una sensazione di beatitudine mai provata, non esistono parole nel nostro vocabolario per descrivere quello che io ho provato, tutti i miei bisogni erano stati azzerati, ne fame, ne freddo, ne dolore, ne stanchezza, neanche il pensiero della mia famiglia, dei miei figli, io ho tre figli che all’epoca abitavano ancora tutti in casa con me, io stavo benissimo. Quando sono arrivata in questo mare di luce ho sentito una voce profondissima che mi diceva ‘Non aver paura, vedi questo mare di luce è un mare d’Amore, questo Amore ti terrà a galla’, la paura era l’ultima sensazione che io abbia potuto provare neanche mi sfiorava tanto era grande il senso di beatitudine, questa luce che ti permeava, che ti inondava, che ti dava tutto quello di cui avevi bisogno. Non mi mancava niente, ripeto, tutti i miei bisogni azzerati. Poi ho cominciato ad incontrare delle persone tra virgolette, perché non erano persone, erano luci che mi si avvicinavano e che io riconoscevo, qualcuna l’avevo conosciuta sulla terra ma qualcuna non l’avevo mai conosciuta eppure era un ritrovarsi, un riconoscersi, era quello che io chiamo un abbraccio ma in realtà era il fondersi di due luci, quello che mi ha colpito poi, a posteriori, è che io di quelle persone, di quelle luci, sapevo molto di più di quello che posso sapere di un amico di infanzia, di un figlio, di un genitore, perché quello che si sa delle persone con le quali viviamo sono tutte cose che servono al mondo per identificarsi, come si chiamano, quanti anni anno, la scuola che hanno fatto, di chi sono figli, con chi sono sposati, il colore degli occhi, dei capelli, il lavoro che fanno, di tutte le altre cose che possiamo dire sono solo quelle che servono al mondo per identificarci, io conoscevo molto di più di quelle persone, io le conoscevo, diciamo, come una specie di codice a barre, se si va in un grande magazzino e si compra un oggetto è un oggetto, poi si passa sulla cassa e il lettore legge le barre di quel codice e ti da molte più informazioni di quelle che ti possono dare gli occhi e le mani, quindi la vista e il tatto sono relativi, relativi a questo mondo dove noi abitiamo, di quelle persone io sapevo molto di più e la gioia struggente, grande, immensa che ho provato in questo fondersi è stata bellissima, era un ricordare condivisioni antiche non lo so, è stato comunque bellissimo. Poi ad un tratto qualcuno mi ha ricordato che il mio compito non era finito, mi ha fatto ricordare che questi tre ragazzi che io avevo messo la mondo, che erano venuti al mondo, attraverso me e mio marito erano comunque ancora qui ed erano una mia responsabilità, qualcosa di cui comunque avrei dovuto rendere conto, questo pensiero è stato come un elastico, che istantaneamente mi ha ritirato nel corpo, io mi sono ritrovata nel mio corpo, il dolore si è di nuovo fatto sentire e avevo la sensazione che qualcuno mi stringesse il braccio per svegliarmi. Quando mi sono svegliata mi sono resa conto che era il bracciale pressorio perché ero in rianimazione ed ero monitorata, c’erano tutte quelle lucine intorno e quel bracciale che di tanto in tanto continuava a stringermi il braccio.
Poi sono venuti tutti intorno a me ‘Si è svegliata signora, stia calma, mi sente?’ era un ritorno alle cose del quotidiano, alla fatica, al dolore, a tutto quello che c’è nel quotidiano e che conosciamo tutti molto bene. Era un ritorno anche in seno alla mia famiglia, con i doveri e con le cose belle che nelle famiglie ognuno di noi ha. Quello però che ho portato con me era la gioia grande, profonda, tanto che le persone che avevano visto per tre volte il mio ingresso in sala operatoria e sapevano che l’ultimo era stato un tentativo ‘sul cadavere’ come poi mi ha detto il professore al primo controllo, ehhh, il ‘cadavere’ comunque è qui e parla e vive tranquillamente la propria vita, queste persone venivano titubanti ad affacciarsi alla mia porta e quando mi vedevano con questo sorriso enorme, radiosa, e quando sentivano che questa era stata l’esperienza più bella della mia vita, forse pensavano che fossi ancora sotto anestesia o non ancora lucida del tutto e poi le domande, mi dicevano ‘Ma lei crede?’, ‘Si, credo’, ‘E di che religione è?’, e mi è traboccato fuori ‘Di tutte, perché li non ho trovato nessuna divisione’.
Le divisioni appartengono a questo mondo, li non ci sono, non le ho trovate.
Devo dire che mi sono state date 18 sacche di plasma, quindi del mio sangue non mi era rimasto più niente, lo avevo perso tutto e queste 18 sacche di sangue che mi hanno dato mi era stato in qualche modo preannunciato in un sogno che avevo fatto, mi avevano lasciato una collanina di corallo sulla mia sedia e io avevo chiesto un po’ turbata da questi 18 chicchi di corallo di questa collanina, avevo chiesto a Padre Pio che stava dicendo Messa in una Chiesa li vicino, che cosa volesse dire e lui mi aveva detto ‘Figlia, vedi, sono 18 perle di sangue e il sangue lo sai è dolore, ma non ti preoccupare che ti aiuto io’
Questo era successo mesi prima dell’intervento, quando ancora non si parlava dell’intervento e io non avevo capito e poi, poi ho capito che cos’erano quelle 18 perle di sangue.
L’aiuto c’è stato, c’è stato da parte di tutti, della Madre, di Padre Pio, da parte di tutti, ringrazio il Cielo di questa esperienza, non ho mai avuto una paura particolare della morte e ora non ne ho proprio neanche più un millesimo di grammo, niente, che posso dire, è solo un essere partoriti in un’altra dimensione ed essendo una donna che ha partorito ho un po’ di paura dei dolori del parto e per cui spero che sia un parto veloce per poi nascere in questa nuova vita che tutti ci aspetta.
Vi invito ad essere sereni e ad affrontare le prove della vita e ad affrontare anche l’ultima prova, quella del ritorno a Casa.
Grazie a tutti, Donatella

Visitate il Sito di Sara Luce: http://www.leparoledegliangeli.it

 LA NDE INFERNALE DI KENNETH (25-07-09)

Un nostro Lettore ci ha chiesto se esistano racconti di

 esperienze di premorte "infernali" e perché non ne abbiamo mai pubblicate. La nostra risposta é che tali esperienze  sono abbastanza (e per fortuna!) rare, per cui non é facile trovarne di sufficientemente adatte agli scopi didattici che ci prefiggiamo. Siamo riusciti ad accontentarlo  però, grazie ad una accurata ricerca condotta nel vastissimo sito di Kevin Williams dove é riportata questa storia molto nota in USA . Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il soggetto in questione non era un delinquente degno della pena di morte, ma il figlio di un Pastore Battista, educato fin dalla più tenera età con gli insegnamenti forniti dai Sacri Testi! Come vedremo, però, la dottrina e la frequentazione di una congregazione religiosa non sono sufficienti per salvarsi l'anima!

Il Reverendo Kenneth Hagin (1917 - 2003) riteneva già a nove anni di aver fatto tutto ciò che era necessario per ottenere un posto in cielo. Egli era nato e cresciuto nella Chiesa Battista e da bambino, aveva preso il suo primo impegno con Cristo essendo stato battezzato con l'acqua santa.
Era sempre stato un membro della chiesa, per cui riteneva di essere stato salvato" e sulla strada per il cielo. Essendo credente e seguace di Gesù Cristo era perciò certo di essersi assicurato un posto in Paradiso. Oltretutto era convinto che Gesù e tutti i suoi discepoli erano Battisti, così fu un vero e proprio shock quando scoprì che non lo erano. All'età di 16 anni, Kenneth ebbe una breve esperienza NDE a causa d'una malformazione cardiaca connatale.
Il seguente racconto é un estratto della sua esperienza, descritta nel suo libro,
I Believe in Visions (Io credo nelle visioni).
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< Il mio cuore aveva smesso di battere. Questo torpore si diffuse fino ai piedi, alle caviglie, alle ginocchia,  allo stomaco e poi al cuore - e così schizzai fuori dal corpo.
Non persi coscienza, saltai fuori dal mio corpo come un nuotatore che salta dal trampolino nella piscina. Sapevo di essere fuori dal mio corpo, perchè potevo vedere la mia famiglia, giù in casa, ma non potevo contattare nessuno di loro.
Ho cominciato a scendere - giù, giù, in una buca, come se mi calassi in un pozzo,in una caverna o in una grotta. Continuavo a scendere. I piedi sono scesi per primi. Potevo vedere le luci della Terra finché non sono svanite. Il buio intorno a me era quello d'una notte che nessun uomo ha mai visto.
Più in basso andavo, più scuro diventava ed anche più caldo, fino a quando, sotto di me ho potuto vedere delle dita di luce che giocavano su un muro di tenebre e  sono arrivato in fondo al pozzo.
Tutto ciò mi é accaduto più di 60 anni fa, eppure é per me reale, come se fosse accaduto la settimana prima.  Quando sono arrivato al fondo della buca, ho capito che cosa erano quelle dita di luce sul muro di tenebre: di fronte a me, al di là delle porte dell'inferno, ho visto gigantesche fiamme arancione, bianche alla loro sommità.  Fui attirato verso l'inferno, come un magnete attira a sé il ferro; sapevo che, una volta entrato attraverso quelle porte, non avrei potuto tornare indietro.
Ero consapevole del fatto che una sorta di creatura mi era venuta incontro in fondo a quel pozzo. Io non guardai, dato che il mio sguardo era inchiodato sulla porta, sebbene sapessi che c'era una creatura alla mia destra.  Questa creatura, quando avevo cercato di rallentare la mia discesa, mi aveva preso per un braccio per scortarmi.
Quando lo ebbe fatto, in lontananza al di sopra del nero e delle tenebre udii una voce, una voce maschile, ma non so che cosa abbia detto. Non so se fosse stata quella di Dio, di Gesù, o d'un Angelo. Non parlava in inglese, era una lingua a me straniera.
Quel posto venne scosso da quelle poche parole e la creatura abbandonò la presa della sua mano dal mio braccio. Vi fu come una potente forza aspirante che mi tirò indietro e venni strappato via dall'ingresso dell' l'inferno, finché non mi trovai in una zona d'ombra e fui tratto fuori dalle tenebre.
Prima che arrivassi in cima, potevo vedere la luce. Ero precipitato in un pozzo ed era come se, risalendo potessi vedere la luce lassù, in alto.  Mi ritrovai nella veranda della casa di mio nonno, poi passai attraverso un muro - non attraverso la porta e non attraverso la finestra - ma attraverso il muro, e mi sembrò che saltare dentro al mio corpo fosse come infilare un piede dentro una scarpa.
Prima di rientrare nel mio corpo, vidi mia nonna seduta sul bordo del letto che mi stringeva tra le sue braccia e fui allora in grado di comunicare con lei, ma immediatamente 
sentii di scivolare di nuovo giù. Urlai:
'
Nonna, vado via! Sei stata una seconda madre per me, quando lei era malata.'
Il mio cuore si era fermato per la seconda volta. Uscito nuovamente fuori dal corpo ricominciai a sprofondare: giù, giù, giù. Oh, so che é durato pochi secondi, ma sembrava un'eternità.
Era sempre più caldo e più scuro, fino a quando arrivai di nuovo in fondo alla buca ed ho rivisto l'ingresso dell'inferno, o le porte come le chiamo io.
Ero consapevole del fatto che quella creatura mi veniva incontro.
Inutilmente tentai di rallentare la discesa - sembrava che galleggiassi nell'acqua- ed ancora c'é stato uno strattone che mi tirato verso il basso e quella creatura mi ha bloccato il braccio. Ancora la voce, la voce di un uomo in una lingua straniera. Nuovamente non capii quello che aveva detto, ma anche questa volta il pozzo tremò alle sue parole.
E poi mi hanno tirato su, prima la testa perché potevo vedere le luci della terra: l'unica differenza fu che questa volta riuscii ad arrivare fino ai piedi del letto. Per la seconda volta ero lì e potevo vedere il mio corpo disteso sul letto e la nonna che mi teneva tra le sue braccia.
Riuscii a lasciare un'ultima parola per ogni membro della mia famiglia e poi il mio cuore si fermò per la terza volta perché sentii che la circolazione del sangue si era bloccata.
Tutto si ripeté come prima, e cominciai a scendere in basso nuovamente.
Fino a quel momento avevo pensato che non stava accadendo davvero, che fosse solo un'allucinazione: che non poteva essere vero, ma poi pensai: 'Questa é la terza volta. Non voglio tornarci più! Non ci torno stavolta!', ma il buio intorno a me era sempre più scuro e nel buio, ricordo di aver gridato:
 "Dio! Io appartengo alla chiesa! Sono stato battezzato nell' acqua!"
Aspettai, ma non vi fu nessuna risposta, solo l'eco della mia voce attraverso il buio. Urlai un pò più forte....Nulla..... ma quando quella creatura mi afferro' per il braccio, per la terza e l'ultima volta, di nuovo quella voce possente scosse l'Inferno ed io risalii lungo il pozzo nero... Ero salvo.
Solo dopo capii che occorre molto più che la semplice appartenenza ad una chiesa ed un battesimo nell'acqua per evitare le pene dell'inferno e guadagnarsi il cielo! Gesù ci ha detto:
"Bisogna che voi siate generati di nuovo" (Giovanni 3:7).
Io credo certamente al Battesimo,
ma soltanto dopo che un individuo è stato generato di nuovo.
Certo,  credo nella comunità ecclesiastica, nei gruppi di cristiani uniti per lavorare
nel nome di Dio, ma se sarete soltanto uniti alla Chiesa e battezzati, senza però essere realmente nati una seconda volta, andrete all'inferno.
Come uscii una terza volta dal baratro e rientrai nel mio corpo, il mio spirito iniziò a pregare; mi ritrovai che continuavo la preghiera a voce alta che tutto il vicinato mi sentiva, sicchè la gente accorreva in casa per veder cosa fosse successo. Guardai l'orologio e vidi che erano precisamente le 19,40: era l'ora della mia rinascita grazie alla provvidenza divina, per l'intercessione di mia madre e di mia nonna. La mia preghiera non era legata al fatto che io fossi battezzato o che appartenessi alla chiesa ma, implorando Dio, gli domandavo di aver pietà di me peccatore, di perdonarmi per i miei peccati, di purificarmi da ogni iniquità. Lo accettavo, lo riconoscevo quale mio personale Salvatore.
Mi sentii totalmente bene, come se un pesante fardello fosse scivolato via dalle mie spalle".
Tutto questo avvenne ad Hagin nell'Aprile del 1933, all'età di circa sedici anni, nella città di Mackinney, nel Texas (U.S.A).
Kenneth Hagin guarì totalmente sia nel corpo che nello spirito e fino al 2003, anno in cui passò definitivamente, è stato a capo di una Chiesa Cristiana New-Age.

Webmaster - Dal sito di Kevin Williams-

"Bisogna che voi siate generati di nuovo" (Giovanni 3:7)
Note a margine dell'esperienza di Kenneth

Cosa intendeva dire Gesù con queste parole? Non sono forse un'esplicita ammissione della realtà della Reincarnazione? Quanti passi del Vangelo sono stati "tagliati" per eliminare dalla memoria dei futuri Cristiani questo concetto cardine che ci spiega tutte le apparenti ingiustizie terrene?
 In questo articolo, trovato su Internet per caso (e la cui fonte non conosciamo), potrete leggere una rapida ma esauriente disamina  di questo spinoso argomento.
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"…. La reincarnazione faceva parte dei dogmi giudaici col termine di resurrezione: i Sadducei (setta ebraica che si formò intorno all’anno 248 a.C.), che pensavano che tutto finisse con la morte, erano i soli a non credervi.  Le idee dei Giudei su tale punto, come su molti altri, non erano chiaramente precisate, poiché essi non avevano che vaghe e incomplete nozioni circa l’anima e i suoi legami col corpo. Credevano che un uomo che avesse vissuto potesse rivivere, ma non si rendevano conto chiaramente del modo come ciò si poteva verificare: indicavano con la parola resurrezione ciò che lo spiritismo chiama più giustamente reincarnazione.
Infatti la resurrezione suppone il ritorno alla vita di un corpo che è morto, cosa che la scienza ha dimostrato essere materialmente impossibile, soprattutto quando gli elementi di questo corpo sono da molto tempo dispersi o riassorbiti dalla terra.
La reincarnazione è il ritorno dell’anima, o Spirito, alla vita corporale, ma in un altro corpo formato espressamente per esso, e che non ha nulla di comune con quello vecchio. La parola resurrezione avrebbe potuto così essere usata per Lazzaro, ma non per Elia ne per gli altri profeti. Se, dunque, secondo la loro credenza, Giovanni Battista era Elia, il corpo di Giovanni non poteva essere quello di Elia, poiché Giovanni era stato veduto da bambino e si conoscevano suo padre e sua madre. Giovanni poteva, dunque, essere Elia reincarnato, ma non resuscitato...
"...L’opinione che Giovanni Battista era Elia, e che i profeti potevano tornare a vivere sulla terra, si ritrova in parecchi passaggi dei Vangeli. Se questa credenza fosse stata un errore, Gesù non avrebbe mancato di combatterla, come ne ha combattuto tante altre; invece, al contrario, egli la riafferma con il peso della sua autorità, e la pone come una condizione di principio necessaria, dicendo:
 "
Uno, se non nascerà di nuovo, non può vedere il regno di Dio". E insiste, aggiungendo:
"Non ti meravigliare se ti ho detto: BISOGNA che voi siate generati di nuovo"...

Tale interpretazione è giustificata, d’altronde, da queste altre parole: Ciò che è generato dalla carne è carne e quel che nasce dallo Spirito è Spirito. Gesù pone così una netta distinzione fra Spirito e corpo.
Ciò che è generato dalla carne, indica chiaramente che solo il corpo deriva dal corpo, e che lo Spirito è indipendente dal corpo...
"….Dai giorni di Giovanni Battista fino ad ora, il regno dei cieli si acquista con la forza e sono i violenti che se ne impadroniscono; perché tutti i profeti e la legge hanno profetizzato fino a Giovanni. E se lo volete accettare, è lui quell’Elia che deve venire. Chi ha orecchi da intendere, intenda"."
(San Matteo, Cap. XI, versetti da 12 a 15).

Se il principio della reincarnazione espresso nella persona di San Giovanni, poteva, a rigore, essere interpretato in senso puramente mistico, non è possibile fare altrettanto con questo passaggio di San Matteo che non si presta a nessun possibile equivoco: è LUI, quell’Ella che deve venire. Non vi sono né figure retoriche né allegorie: si tratta di un’affermazione positiva.
 "Dai giorni di Giovanni Battista fino ad ora, il regno dei cieli si acquista con la forza".
Che cosa significano queste parole, poiché Giovanni Batista era ancora vivo in quel momento? Gesù le spiega dicendo: "Se volete capire quello che dico, è proprio lui quell’Elia". Gesù alludeva ai tempi in cui Giovanni viveva sotto il nome di Elia.  Fino ad ora, il regno dei cieli si acquista con la forza" è un’altra allusione alla violenza della legge mosaica che ordinava lo sterminio degli infedeli per ottenere la Terra Promessa, Paradiso degli Ebrei, mentre secondo la legge nuova il cielo si ottiene mediante la carità e la dolcezza. Poi aggiunge: "Chi ha orecchi per intendere, intenda". Queste parole, così spesso ripetute da Gesù, avvertono chiaramente che non tutti erano in grado di capire certe verità...
Ma a questa autorità, valida dal punto di vista religioso, si aggiunge, dal punto di vista filosofico, quella delle prove che risultano dall’osservazione dei fatti.
Quando dagli effetti si vuol risalire alle cause, la reincarnazione appare come una necessità assoluta, come una condizione inerente all’umanità, in una sola parola come una legge della natura. Si dimostra dai suoi risultati in modo, per così dire, materiale, come il motore nascosto si rivela nel movimento: solo la reincarnazione può dire all’uomo da dove viene, dove va, perché è sulla terra, e giustificare tutte le anomalie e tutte le apparenti ingiustizie che offre la vita.
Senza il principio della preesistenza dell’anima e della pluralità delle esistenze, la maggior parte delle massime del Vangelo diventa inintelligibile, ed è questa la ragione per cui esse hanno fatto sorgere interpretazioni tanto contraddittorie: questo principio è la chiave che deve rendere il vero loro senso...

LA REINCARNAZIONE

Quando qualcuno muore diciamo che è disincarnato. Quando nasce un bambino diciamo che uno Spirito è incarnato. Lo Spiritismo insegna che noi abbiamo molte vite. Tutte le volte che nasciamo per una nuova vita, stiamo incarnando. Così, anche gli spiritisti credono nella Reincarnazione. Credere nella Reincarnazione è credere che abbiamo molte vite. É bene sapere che la maggior parte delle religioni credono nella Reincarnazione la quale ci fa capire molto dell’esistenza.
In ogni vita impariamo cose diverse. Così, in una vita siamo operai; in un’altra possiamo essere industriali, in una vita siamo poveri; in un’altra possiamo essere ricchi, in una vita nasciamo neri; in un’altra possiamo nascere bianchi, in una vita siamo sani; in un’altra vita possiamo essere malati.
La Reincarnazione spiega anche le differenze fra le persone. Nel mondo vediamo tutti i tipi di persone. Non esistono due persone uguali. I fratelli sono diversi. Persino i gemelli sono diversi. Alcuni bambini nascono intelligenti ed imparano tutto facilmente, altri nascono malati e non riescono ad imparare nulla. Alcuni bambini nascono sani e perfetti, altri nascono poveri e persino miserabili. Esistono piccoli buoni, che obbediscono e sono tranquilli dalla nascita, altri invece sono ribelli, non obbediscono per niente e sono aggressivi.
Perché queste differenze? La Reincarnazione le spiega.
Tutti noi abbiamo avuto molte vite. In ogni vita impariamo, sbagliamo, facciamo del bene e del male. Le nostre sofferenze sono i risultati dei nostri errori. Errori commessi in un’incarnazione creano sofferenze in un’altra incarnazione. La Reincarnazione comprova la Giustizia Divina. Nasciamo per imparare quello che non abbiamo imparato in altre vite. Per questo, ognuno nasce nel modo migliore per imparare.
E' nascendo, vivendo, morendo e rinascendo che l’uomo si evolve.
Dio ha creato lo Spirito semplice ed ignorante. L’uomo evolve attraverso le reincarnazioni. Ogni vita è una nuova reincarnazione. Ogni vita è un apprendistato. In ogni vita possiamo salire un gradino nella scala che ci porterà a Dio.  Il fatto di aver avuto molte vite chiarisce molte altre cose.
É comune provare simpatia o antipatia per una persona appena conosciuta. Molte volte questo sentimento è dovuto a quello che è successo in vite passate. La Reincarnazione spiega anche i casi dei bambini prodigio. Sappiamo che alcuni bambini sono molto intelligenti. Questi fanciulli imparano con molta facilità perché si ricordano quello che hanno già imparato in altre vite. Molte persone in visita per la prima volta in certi luoghi hanno la sensazione di averli già conosciuti. Questi fatti molte volte succedono perché la persona ha già vissuto o è stata in quel luogo in un altra vita.

LA MORTE NON ESISTE

Sappiamo già che nascere è lo stesso che reincarnare. Sappiamo anche che morire è lo stesso che disincarnare. La verità è che la morte non esiste.
Quello che esiste è la distruzione del corpo materiale. Quando una persona disincarna, il suo Spirito rimane libero. Lo Spirito libero del corpo va al mondo spirituale. La vita nel mondo spirituale dipende da quello che l’uomo ha praticato in quanto incarnato. La vita nel mondo spirituale è diversa per ciascuno Spirito.
Ogni Spirito vivrà nella spiritualità d’accordo con quello che ha imparato e con quello che ha fatto nella Terra. Così, esistono nel mondo spirituale luoghi molto tristi e di molta sofferenza. Questi luoghi tristi e di sofferenze sono chiamati dagli Spiriti "umbral o tenebre" (purgatorio) dove vanno i cattivi quando disincarnano.
Nell’umbral lo Spirito comincia a capire i suoi errori a poco a poco. Quando lo Spirito capisce i suoi errori e si pente, è aiutato e si trasferisce in luoghi migliori. Lui impara molto in questi luoghi migliori. Lì si preparerà per reincarnare, vogliamo dire, per nascere di nuovo.
Gesù ha detto: "Ad ognuno secondo la sua opera". Questo vale a dire che incontreremo nel mondo spirituale un tipo di vita in accordo con quello che abbiamo fatto. Quando disincarna una buona persona il suo Spirito va in luoghi di pace. In questi luoghi vive felice, lavora ed impara, migliorando sempre più. La maggior parte degli Spiriti torna a reincarnarsi, a nascere di nuovo. Ad ogni nuova vita, più lo Spirito impara e più si avvicina a Dio.
Gli Spiriti buoni sono chiamati Spiriti di luce. Sono chiamati di luce perché irradiano luce.
Quanto meglio è, lo Spirito più evoluto sarà. Quanto più evoluto è lo Spirito più bella sarà la sua luce.
Gli spiriti che molto sbagliano vengono chiamati sofferenti. Sono così chiamati perché vivono nell’umbral. Gli Spiriti quando sono ancora cattivi, vengono chiamati Spiriti delle tenebre.
 Sono così chiamati perché non hanno luce, sono scuri.
Tutti noi abbiamo un corpo fisico e un corpo eterico (*), quando avviene il decesso del corpo fisico il corpo eterico lo lascia. Viene interrotto il collegamento tra i due corpi che avveniva tramite un "cordone ombelicale" di energia di colore azzurro-argenteo
 (Vedi ns. articolo: Cos'è il Cordone D'Argento) .
Come il cordone ombelicale, che unisce la madre al figlio che ha generato, viene reciso per vivere, così la morte separa definitivamente questo secondo corpo da quello fisico.


(*) Anima, corpo fluidico, perispirito ecc. gli sono stati dati tante denominazioni
 

Esperienze di NDE – la testimonianza di Ivan
03-09-09

Riceviamo dalla D.ssa Sara Luce un nuovo racconto di NDE, racconti che la nostra Collega sta raccogliendo in Italia, nonostante tutte le reticenze spesso opposte dai pazienti che hanno avuto simili esperienze nei confronti dei ricercatori del Paranormale. Un grosso complimento alla cara Sara per l'eccellente lavoro che sta svolgendo, certamente degno di esser pubblicato sulle più prestigiose riviste di Neuro-Psichiatria mondiale, al pari di quelli di Moody e di tanti altri Medici che, come lei ed il vostro WM, credono che l'Anatomia e la Fisiologia da sole non bastino a spiegare la complessità della vita intelligente e non.
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Il 14 /07/08 sono stato ricoverato e poi operato presso un ospedale di Cremona.
A seguito di complicazioni post operatorie venivo trasferito e nuovamente operato al centro Trapianti dell’Ospedale S.Orsola di Bologna.
E’ qui che durante il ricovero in rianimazione è avvenuto l’incontro e il dialogo con un’essenza che mi si e’ presentata dicendomi di essere un Angelo. Il ricordo inizia allorchè mi trovavo coricato su uno strano letto a forma di nave e vedevo sopra di me, nel buio,dei fasci di luce informi e in movimento come raggi di pulviscolo solare. Sono quindi uscito dal corpo e portandomi all’altezza del soffitto mi guardavo dall’alto verso il basso immobile, nudo, pieno di tubi vari e ricoperto da sacche di ghiaccio.
Lievitavo, ero spirito senza forma, come una nebulosa a colori vivaci, scintillanti e in modo spontaneo, mi sentivo tanto sereno quanto tranquillo, mi sono rivolto verso questa entità chiedendogli chi fosse, mi rispose:-Sono un Angelo. Gli ho chiesto se era il mio Angelo Custode, mi ha risposto che non era il solo ma che erano in diversi e che potevo dialogare anche con gli altri.
Chiesi cosa dovevo fare e perché Lui fosse li, mi rispose che dovevo aspettare ed era li per farmi compagnia se mi andava di parlare. Chiesi se ero morto e se doveva accompagnarmi da qualche parte, mi rispose che non ero morto e che dovevamo solo lasciar trascorrere il tempo,aspettare.
Mentre tutti si muovevano un Angelo era fermo in silenzio, gli chiesi perché, mi rispose che la ragazza cui era vicino stava molto male. Poi altre domande e risposte che riguardano il mio privato e che tralascio. Ad un certo punto mi ha salutato dicendomi che era ora che rientrassi nel corpo , gli ho chiesto se potevamo ancora parlarci , mi ha risposto di si e mi ha detto che avrei sempre avuto vicino almeno un Angelo. Sono quindi sceso sul mio corpo e vi sono entrato, poco dopo mi sono risvegliato.
Trasferito nel reparto di Terapia Intensiva dopo alcuni giorni venivo a sapere che vicino a me in Rianimazione c’era una ragazza ,che ora stava meglio e che la stavano sistemando nella stanza accanto .Coincidenza? Non so , personalmente mantengo tanti dubbi su ciò che è avvenuto e non ho certezze, ma di quei giorni mi è rimasto questo ricordo e anche se non so se sia stato realtà o sogno , cosi come è rimasto nella mia mente ,con serenità , ho deciso di raccontarlo.
Dopo quell’esperienza comunque, ora mi capita spesso di chiamare persone che mi dicono che mi stavano pensando o viceversa di pensare a persone che poco dopo mi chiamano e sento forte il richiamo ad andare in Chiesa , cosa mai fatta prima, ove dopo una “conversazione,, mi sento pervaso da un grande senso di pace e serenità e trovo attraverso coincidenze o forti sensazioni, favorevoli o contrarie,le risposte alle mie domande. Un bacio, Ivan

www.leparoledegliangeli.it

LA NDE DI ALDO (22-09-09)

Mio caro Claudio, la raccolta di testimonianze continua, anzi, se come ho visto anche alcuni dei frequentatori del tuo sito hanno testimonianze importanti da raccontare, dagli il mio indirizzo e-mail così faremo conoscere sempre di più queste esperienze e io, lo sai, sono un po’ rompina e mi faccio raccontare tutto per filo e per segno...Alla luce di quanto ti ho detto ti mando l’ ultima testimonianza pubblicata, poi vedi tu. Un dolce abbraccio, Sara Luce
www.leparoledegliangeli.it

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Ciao a tutti mi chiamo Aldo ho 39 anni e questa è la mia esperienza. Era il maggio del 1985 ed io avevo quindi nemmeno 16 anni, andavo a scuola in quel periodo ed ero molto preso dagli studi, nonostante giovane prendevo qualche caffè e per di più la mattina del giorno in questione era mancato mio nonno.
Vi racconto nell’ ordine quello che è accaduto e di seguito quello che io ho visto o creduto di vedere.
Ero a cena con la mia famiglia composta da genitori un fratello e una sorella più grandi e un fratello più piccolo; mentre mangiavo, complice forse una bibita molto fredda, mi sento la testa girare, mi alzo dicendo a mio fratello " fammi passare che mi sento male" e cado a terra tra le due seggiole a peso morto, mi prendono mi tirano su la testa e ho gli occhi talmente rovesciati che non si vedono le pupille, mi portano in bagno sopra la vasca prima a testa in giù e poi di nuovo a testa in su.
Ancora occhi rovesciati e battito assente o talmente rallentato da essere impercettibile senza strumenti, quando credevano ormai fossi morto mi sono improvvisamente svegliato, poi croce rossa ospedale visite mediche etc etc etc.
La mia esperienza è questa, non ho visto luci, da quando ho avvertito il malore a pochi attimi prima di svegliarmi ho un vuoto totale, sono i forse ultimi 15 , 20 secondi di quei pochi minuti che mi hanno fatto scrivere, ricordo il buio che diventava più chiaro, un grigio scuro, certamente un ronzio insistente, ma non sembravano voci, poi all’ improvviso in quel grigiore sono apparse le sagome di numerose persone tutte in torno a me come se io fossi sdraiato e loro mezzi chini su di me, completamente circondato guardavo in alto ma potevo vederle tutte. Le sagome erano grigio chiaro ma non si distinguevano i volti, ed erano tutti uguali, e l unica cosa in risalto erano i loro occhi bianchi e luminosi senza pupille, mi guardavano sempre chini senza parlare ma era come lo facessero. sembrava una forma di protezione, sentivo la protezione, ma io avevo paura, tantissima; mi piace pensare che chiunque fossero hanno deciso infine di lasciarmi andare, di nuovo buio e l’ immagine del soffitto del corridoio dove vedo chini su di me i miei genitori e più distanti i miei fratelli.
Ne ho parlato a distanza di anni con la mia famiglia e con un paio di parenti stretti, cugini, un amica e nessun altro, da allora nessun'altra esperienza.

Aldo. 

LA STRANA NDE DI ERNESTO
(05-12-09)

Caro Claudio, ti mando una nuova testimonianza, se vuoi condividerla con i lettori del tuo sito ... (SARA LUCE)

L'incontro con la Luce.
Quando si è verificato il mio incontro con la Luce non ero in coma. In effetti non tutti gli incontri con la Luce avvengono durante una situazione di pericolo a livello fisico (incidenti, decorso di gravi malattie, ...): sono stati riportati infatti alcuni casi relativi a situazioni di forte spiritualità, per così dire.
E' impossibile riportare in una mail un'esperienza di quel tipo, e forse non basterebbe anche una vita per spiegarla di persona, perchè la Luce è al di sopra di ogni cosa, di ogni credo e di ogni religione, e quell'incontro lo sto metabolizzando ancora, tanto è stato forte, e lo metabolizzerò ancora, per tutta la vita.
Ho avuto l'esperienza alcuni mesi dopo la morte di mia madre, deceduta nel '94. Fin da bambino sono sempre stato un po’ mistico, ma dopo aver baciato il corpo freddo e senza vita di mamma intrapresi un ulteriore viaggio interiore per capire e sapere se poteva esserci qualcosa "al di là". Dopo quella morte mi sentivo inizialmente più solo, più fragile, ma piano piano, mese dopo mese, cominciavo a sentire dentro di me un'energia, una forza, qualcosa che mi chiamava.
I vent'anni non sono stati un periodo facile per me (ma credo per tutti): non avevo buoni rapporti con mio padre e mia sorella e non amavo più il Liceo; in più c'era quel lutto, il marmo freddo di quella tomba.
Una sera mi sentivo veramente distrutto e mi coricai sul letto. Non intendevo dormire, solo stare un po’ tranquillo. Realizzai ancor di più la mia infelicità, i problemi che avevo, dentro di me chiesi aiuto a Dio, arrivando persino a dubitare della sua esistenza, e improvvisamente, con i miei occhi ben aperti, ebbi un sussulto: venne a me una Luce.
Preciso che non ho mai avuto visioni o sogni ad occhi aperti. Quella Luce all'inizio mi spaventò (i nostri occhi sono abituati a vedere ben altro), ma fu Lei a calmarmi subito. Capii intuitivamente che stavo vedendo ciò che era a me più vicino, ciò che mi conosceva e mi capiva più di ogni persona al mondo.
Iniziò a comunicarmi: non fu un dialogo a parole, ma una trasmissione simultanea di idee e immagini. Non posso spiegare completamente ciò che appresi, ma mi preme affermare che esiste un solo Dio, identificabile con la Luce che vede chi ha oltrepassato la vita ed è poi rientrato. Non esiste nulla di più forte, bello e giusto della Luce. Ogni religione cerca di definire Dio e la realtà a suo modo, tuttavia esiste una sola verità.
L'incontro durò pochi minuti, ma in quel brevissimo tempo appresi e comunicai così tanto che forse non basterebbero settimane per spiegare e sentire qui le stesse cose: e in effetti era come se il tempo si fosse fermato.
Desideravo ardentemente andare là, oltrepassare la soglia, ma mi fu spiegato che dovevo tornare "nella vita" in attesa di nuove esperienze future.
La Luce andò via, ma nonostante le sue rassicurazioni, quel distacco fu più doloroso di qualsiasi lutto.
Ripenso tutti i giorni a quell'esperienza e riesco a comunicare ancora con la Luce, ma seguendo un canale differente.
Ora la mia vita è migliorata: a livello materiale non sono più uno studentucolo, ma lavoro e posso seguire maggiormente le mie aspirazioni e i miei interessi; a livello spirituale rispetto a un tempo ho una marcia in più. Tuttavia a volte provo una gran tristezza perchè so che là starei ancora meglio.
Mi scuso per la lunghezza di questa mail, ma ho cercato di essere un briciolo esauriente."
Ernesto

http://www.leparoledegliangeli.it

Due NDE DEL 19° secolo (09-12-09)
 Gli antichi racconti di NDE sono molto importanti, in quanto dimostrano che l'interesse popolare per l'argomento (sviluppato dal Dr. Moody con i suoi libri pubblicati dal 1975) era già presente più di 100 anni fa, senza tralasciare il fatto che tali racconti circolavano già nel Medio Evo, o forse anche prima.
Due più recenti -ma sempre precedenti all'epoca attuale- sono menzionati nel libro " Guided by Spirit" di Charles  e Penelope Emmons (p. 219).  Il primo riguarda una donna che successivamente divenne una Medium. Ecco una breve sintesi:

La signora H. J. Conant ebbe una NDE nel 1851 all'età di 20 anni quando, a seguito di una malattia per cui aveva assunto un sovradosaggio di morfina, andò in coma. Il medico pensava che stesse per morire. La Conan cadde in uno stato di trance durante il quale le venne suggerito un farmaco banale che successivamente la salvò. Mentre era in trance riferì di essere stata in un bel posto, che pensò fosse il Cielo. Lì rivide sua madre, le chiese di poter rimanere, ma le fu detto che doveva tornare sulla Terra, perché "...aveva ancora una missione da compiere".
Nell'anno 1851 [la signora Conant] traslocò da Lowell e, con il marito, andò a risiedere nel North End di Boston. Qui la sua salute non fu mai buona, così il Dr. Tobey, un famoso medico della città sebbene dedito all'alcol, era stato chiamato in visita e le prescriveva una preparazione a base di morfina.
Il marito della Conant spediva la ricetta presso una vicina farmacia e somministrava il farmaco alla moglie attenendosi scrupolosamente alla prescrizione.
La dose indicata dal Dott. Tobey però, si dimostrò eccessiva,  causando uno stato di semi-incoscienza, così rapidamente, da mettere in allarme tutti coloro che risiedevano nella casa.
Mr Conant immediatamente si recava allo studio del medico per informarlo del fatto e quest'ultimo, capito l'errore, si precipitava a visitare la paziente.
Uno sguardo, e capì che c'era stato un errore nella somministrazione del farmaco, ed il pericolo di morte imminente della sua paziente lo fece immediatamente tornare sobrio. Dubitava d'aver mai prescritto una dose così pesante, sebbene il farmacista gli avesse mostrato la ricetta scritta di suo pugno. Quest' ultimo dichiarava che non avrebbe mai preparato il farmaco ad un così elevato dosaggio se non avesse conosciuto e ben stimato il medico prescrittore.
Il Dr. Tobey disse che non c'era nessun modo per salvare la signora Conant, che ormai stava per morire. Lei, però, gli disse che non era così....
Durante l'assenza del marito uscito in cerca del medico, la signora Conant si era misteriosamente destata dal torpore mortale; il suo corpo tremava come se stesse subendo una serie di shock elettrici, poi cominciò a parlare, e prescrisse un farmaco per se stessa, come aveva fatto spesso durante la sua infanzia. La medicina, che era semplice e naturale, le venne subito somministrata, e sotto gli occhi del medico terrorizzato, ella iniziò a sudare, riprendendosi rapidamente.
Non appena ripresa piena coscienza, la Conant si ricordò di essere stata in un bel posto, che pensava fosse il Cielo, dove aveva incontrato sua madre morta anni prima. Raccontò  che piangendo e pregando le aveva chiesto di restare con lei, ma i suoi genitori delicatamente ma con fermezza, le avevano detto che doveva tornare alla vita terrena - che aveva ancora una missione da compiere, e che a tempo debito avrebbe gettato l'ancora nella sabbia dorata che brilla nel fiume del Paradiso.
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Sebbene né lei né gli altri presenti attribuirono la cura agli Spiriti - per mancanza di informazioni sul tema - dopo alcuni anni il Medium William Rice, che nulla sapeva dei fatti, rivelò alla Conant, che non aveva mai visto prima d'allora, che ella era stata curata grazie agli sforzi del dottor Kittredge, un vecchio medico della sua città natale, passato da diversi anni nel Mondo dello Spirito.
Oltre alla canalizzazione della cura, ciò che è interessante in questa storia è l'esperienza di pre-morte della signora Conant che si allinea perfettamente con molti racconti moderni.
Ha descritto un luogo dove si era riunita con i parenti defunti, le sue implorazioni per rimanere, l'ordine di rientrare perché aveva ancora un compito sulla Terra, e ricordava l'assicurazione che sarebbe tornata quando il suo lavoro fosse terminato.
Tutto questo suona familiare a chiunque abbia letto i racconti contemporanei di NDE.
C'è chi sostiene che la somiglianza fra i moderni racconti di esperienze di NDE
 sono da attribuire alla divulgazione fatta da film e libri, ma questo racconto,
pubblicato 102 anni prima che le NDE fossero entrate nella coscienza popolare grazie ai libri del Dr. Moody, contiene molti degli stessi elementi oggi noti.


Secondo racconto.

Anche John Brown, il "Medium delle Montagne Rocciose", nato nel 1817, sembra abbia avuto una NDE intorno al 1850, ma senza avere una visione dell'Aldilà.
Questo è il racconto scritto da lui stesso e pubblicato nel lontano 1897.


"John Brown lascia il corpo"

< Una luminosa Domenica mattina di pochi anni fa, non mi sentivo molto bene, anche se non particolarmente male. Ho fatto un bagno e sono salito per le scale a cambiarmi abbigliamento.
Mi sentivo come se fossi circondato da un gran numero di persone che sembrava dire: "John, aspetta un pò, coricati e vai a riposare." L'ho fatto e, dopo pochi istanti mia moglie è entrata con un pettine e una spazzola in mano, ma nella stanza ci sembravano essere due persone, lei ed un'altra simile a lei sotto tutti gli aspetti. Loro (!) si spostavano fianco a fianco, mentre si avvicinavano al letto ed io  ho tirato la coperta sopra la testa, sentendomi nelle mani di quelli che non sono fatti di argilla
(
esseri umani -NdR), ma in quelle di coloro ai quali non si può fare resistenza (Spiriti - NdR).
La signora Brown, vedendo qualcosa di strano nel mio comportamento, mi ha chiesto cosa stesse succedendo, ma non le ho dato alcuna risposta, cercando di nascondermi. Poi è andato giù  ed ha chiesto a mio genero, il signor SP Waite, di "
correre su per le scale e vedere che cosa affliggesse Mr. Brown."  Mr. Waite giunse alla mia porta in un attimo e mi chiese se volevo un medico.
Non riuscivo a parlare, eppure sapevo tutto. E' poi diventato tutto buio, i miei occhi non potevano più vedere nulla. In pochi minuti la mia stanza era piena di amici, tra i quali WA Conn, JW Acque, il dottor Peacock, il Dr. Hickey, il dottor Oliver, e il dottor Herrold.
Da quel momento le mie membra sono diventate inutili, non potevo muoverle, il mio respiro si era quasi fermato, ma ho sentito parlare e sapevo tutto quello che era stato detto e fatto. Prima che le mie braccia avessero perso la loro forza, strinsi la mano a tutti e cercai di dir loro addio - ma tutto era buio e non riuscivo a parlare. Ho potuto respirare, ma poco, e sempre meno, e sapevo che stavo per morire, che fra pochi attimi non sarei stato più l'occupante di questo mio corpo terreno.
Qui, miei cari lettori, mi manca la capacità, il dono di trasmettere a voi l'idea corretta di questo cambiamento meraviglioso di essere "nato di nuovo". Sembrava come se mi fosse chiesto di risolvere tutto ciò che è terreno, di rinunciare a tutto quel che non fosse lo spirito. Separarmi da questa casa in cui avevo vissuto e che avevo curato così a lungo, era un pensiero che mi colpiva con dolore.
 Eppure, in tutto ciò che stava accadendo intorno a me, non avevo nessuna volontà, nessun desiderio, nessun potere, tutto era al di fuori ed al di là del mio controllo.
In pochi istanti, la mia testa si è inclinata, il mio cuore ha cessato di vibrare, quindi l'intero meccanismo ha fatto un ultimo sforzo per riprendere fiato, ma invano. In un attimo tutto il mio sistema nervoso, diede una scossa e tutto esisteva ancora, tutto era tranquillo.
Ho sentito i medici dire, ".. è l'ultimo respiro... non si muove più... è morto."
Sì, ho sentito tutto, ma non vedevo con i miei occhi.
In quel momento mi è sembrato che mi stessi lentamente spostando attraverso un caldo ambiente e in lontananza ho cominciato a percepire un punto più chiaro, un punto bianco nel buio.
Mentre questa luce gradualmente aumentava di dimensioni, si avvicinò a me, finché finalmente riempì la stanza e l'ambiente esterno. Non era come la luce del nostro sole - era più bianca, ancora di più.
Sembrava portare con sé un principio di vita.
In quel momento mi ritrovai disteso orizzontalmente sopra il mio corpo a circa 1/2 metro da esso. Senza alcuno sforzo da parte mia, mi sono trasferito fuori dal corpo e mi sono fermato sopra i miei piedi, a circa 1,5 metri da esso. Sapevo che avevo lasciato il mio corpo. Ho potuto vederlo sul letto, e ho visto il signor Woodward, uno dei miei vicini, lasciar andare la mia testa che mi aveva tenuto fino a quel momento e raddrizzare il mio corpo sul letto. Rimasi lì. Ho sentito tutto quello che è stato detto. Ho sentito il dottor Dickey dire ad una persona incontrata per le scale:
"
Sei arrivato troppo tardi, è morto." 
"È proprio così?" ,
rispose l'uomo.
Ho potuto vedere e sentire tutto proprio come ho sempre fatto nella mia vita. Ero vicino al centro della stanza e non mi spostai quando gli altri passavano dove mi trovavo.
Sembravano andare dritti attraverso me e non interferire affatto.
Essi, per me, erano come uomini e donne di legno.
Oh, come avrei voluto prenderli per mano e dar loro una stretta per far sapere che non ero morto, ma non potevo. Ho osservato con attenzione, l'abito che indossavo. Ero vestito, non nudo. Durante quel tempo, il mio Spirito Guida era con me, alla mia destra.
Egli era intento a scrivere su un libricino o un diario, e mentre stavo esaminando i vestiti che avevo addosso, mi ha indicato l'angolo della stanza, dicendo:
"John. Questo è il vestito che metterai, ma non ancora; tu non morirai!"
Ho guardato nell'angolo della camera e c'era il corpo ben formato di un uomo. Non assomigliava a me, non ero così alto ed era anche un pò più scuro di me. L' ho esaminato minuziosamente. Era ben formato, nuovo, eppure avrebbe potuto essere vecchio come il tempo, ma non aveva segni di essere stato usato. Il suo vestito era nello stile dei Quaccheri, con una stella su ciascun fianco e strisce di diversa larghezza e colore. Non mi sembrava che quel corpo fosse quello che avevo appena lasciato, era più leggero e più spirituale, ma non era sufficientemente solido per essere visto da occhi terreni.
Mentre stavo lì, ho pensato a tutti i miei affari, e fui contento che due giorni prima avevo messo tutto a posto e che a nessuno dovessi dare nemmeno un centesimo. Ho pensato a quello che mi era stato detto da ragazzo, che al momento della morte andiamo avanti, che non si è fermati dai limiti del tempo e dello spazio, ma, non vedevo nessun posto in cui andare. Avevo preso la mia decisione di rimanere con la mia famiglia fino a quando fosse successo qualcosa, fino a che qualcuno non mi avesse chiamato, quando a un tratto sono stato sollevato da una forza invisibile e fui trasferito direttamente sopra al mio vecchio corpo. I vicini e gli amici erano tutti andati via, tranne due dei medici, che erano a consulto in una stanza adiacente, per dare un nome alla malattia di cui ero morto.
Fino a quel momento, ero stato consapevole di tutto ciò che era stato detto e fatto. Poi mi sono abbassato fino ad immergermi di nuovo nel corpo che tutti avevano dichiarato morto.
All'inizio sono caduto in un sonno di breve durata, perché, in un minuto o due, qualcosa ha causato un soffio d'aria e di bava che sono uscite dal mio petto. I miei occhi potevano vedere, ero vivo nello stesso corpo che ora abito. Non appena la vita tornò ad essere visibile, i medici si avvicinarono, e mi dissero che non potevano fare niente per me, perché non conoscevano la causa della mia malattia e non avevano mai visto nè sentito di un caso del genere in precedenza. Dissero ai miei familiari di farmi rimanere così fino al giorno successivo, e lasciare che la natura facesse la sua strada.
I Dottori Peacock e Dickey sono i miei vicini, entrambi eminenti medici, e amati da tutti. >
-------------------------
Come si è visto, anche questa NDE ha caratteristiche riscontrabili nei racconti moderni,
in particolare:


* Librarsi in una posizione orizzontale direttamente al di sopra del corpo fisico.

*Avere la consapevolezza di una meravigliosa luce che non è come
 la luce del sole e sembra contenere un
principio di vita ".

*La frustrante impossibilità di comunicare con le persone nella stanza,
 l'osservazione chiara di ciò che quelle persone dicono e fanno
(tra cui la percezione visiva, nonostante la precedente perdita della vista).

*Vedere il proprio corpo spirituale dotato di vestiti, non nudo.

*Comunicare con un'Entità Spirituale.

*Il ritorno nel corpo terreno prima della rianimazione ed un breve, nuovo periodo di blackout.


C'è anche un elemento insolito ed un pò enigmatico in questa storia, costituito dalla visione del corpo spirituale apparentemente inutilizzato nell' angolo della stanza.
Che fosse il corpo astrale della futura incarnazione del Sig. Brown?
La percezione del "doppio" di sua moglie all'inizio dell' esperienza, può indicare che Brown vedeva il corpo astrale di lei, anche se egli non dà questa spiegazione.
In sostanza, tali racconti, insieme a molti altri, ci fanno pensare che le NDE sono sempre esistite e che oggi, grazie ai progressi della Medicina Rianimatoria, siano diventate più frequenti e molto ben documentabili da un punto di vista scientifico.

(Webmaster da varie fonti Internet)

 

Esperienza del tunnel di luce
14-12-09
 Mi chiamo Maria , amo dipingere e scrivere fiabe , ..
Sono stata per due volte nel tunnel di luce, una a 5 anni una a 27. Il viaggio nel tunnel mi ha cambiato, non sarei così se non avessi fatto quei viaggi.
Nel tunnel mi sono ritrovata dopo due gravissime malattie. Di entrambe le esperienze ricordo ogni singolo istante e quella meravigliosa luce bianca accompagna tutta la mia vita. ll tempo non ha cancellato nulla ,è come fosse avvenuto ora.
Ricordo molto bene quando a mio padre raccontai a 5 anni di essere stata nel tunnel, ma, prima di esser stata sopra il mio corpo e di aver viaggiato per le stanze dell'ospedale, gli dissi anche il dialogo di due medici fuori dalla stanza e che ero stata a trovare un ragazzo in fondo al corridoio che stava molto male, si spaventò moltissimo e mi fece promettere di non parlarne mai con nessuno nemmeno da grande o mi avrebbero preso per pazza, ma lui non sapeva darsi spiegazione di ciò che era accaduto.
Cosa mi riportò indietro nel mio corpo? Non so, forse non era il mio tempo ma ricordo molto bene che nel tunnel sentii la voce di mio padre che urlava e piangeva;  mi chiamava forte forte .... mi sono fermata un attimo, anche se la Luce quella fantastica luce mi chiamava e mi attraeva a sé, era meravigliosa. Mi fermai. Sentii la voce, le urla di mio padre disperato  e ad un tratto mi catapultai nel mio corpo .... fu terribile. D'un tratto mi ritrovai di nuovo nel mio letto con terribili dolori, non dimenticherò mai quella Luce. Ricordo,  parlai solo una volta di Luce all'età di 13, quando anni i miei genitori mi iscrissero in una scuola cattolica ( anche se loro non lo erano).  Lì l'insegnante di religione parlava di Paradiso e inferno,  mi sentivo il paladino della luce; mi alzai in piedi... no, no, c'è solo luce ... è bellissima , il Dio è uno solo, potete chiamarlo come volete, tutto è uno non ci sono separazioni , ma mi dissero che un buon cattolico non parla così, crede nel Paradiso e nell'inferno. Allora dissi: non sono una cattolica, io credo nella Luce, c' è una meravigliosa luce,credetemi è bellissima,  non crederò mai alle vostre storie.
I miei compagni di classe ridevano e mi prendevano in giro, ma io insistevo. L'insegnante era furiosa ed io continuavo: non potevo non dire nulla  è li ... l'ho vista! Convocarono i miei genitori che credevano che ero impazzita , presi una sospensione di 3 giorni. Fu la prima volta che ne parlai, non potevo lasciare che gli altri credessero all'inferno ,dovevo dir loro della Luce.  Una piccola ragazzina di 13 anni voleva convincere il mondo della Luce e di tutto quell'immenso Amore!
Gli anni trascorsero e io portavo con me il mio segreto; a venti anni vidi "per caso" in tv la fine di una trasmissione non ricordo su che canale. C'era un uomo che raccontava la sua esperienza.
 Ricordo la gioia che provai! Il mio segreto era anche la sua esperienza  e quell'uomo raccontava con gioia della grande meravigliosa Luce ,  anche se per molti anni non dissi nulla custodendo il segreto, ricordo che non dubitai mai di quella meravigliosa esperienza che chiamarla esperienza è dire poco.
 Fu meraviglioso! Più tardi quando avevo 27 anni ripetei quell'esperienza e vi posso assicurare che fu esattamente uguale, nulla cambiò anche se il tempo era trascorso.
Che altro dire, non saprei. Sono cresciuta e la mia vita è cambiata molto dopo la seconda esperienza, la ricerca spirituale si è fatta intensa.  Un abbraccio. Amore, luce, gioia, pace
Maria
http://www.leparoledegliangeli.it

Ringraziamo ancora una volta Sara Luce per averci inviato questa ulteriore, bellissima NDE.

I CIECHI POSSONO VEDERE DURANTE UNA NDE (21-01-10)


Vicki Umpieg, una donna non vedente di 45 (cieca dalla nascita per un eccesso d'ossigeno), è stata una delle tante persone che il Dr.K.Ring e S.Cooper hanno intervistato.
Vicki disse al Dr.Ring subito dopo l'incidente stradale, di essersi ritrovata sopra il suo corpo nella sala operatoria e che dall'alto guardava un dottore e una infermiera, che la operavano.
Queste sono le sue parole: " All'inizio non sapevo di essere io..c'era un corpo ma non sapevo che era il mio…poi mi sono domandata..
COSA FACCIO QUASSÚ? SONO MORTA?
E solo allora mi sono resa conto che quel corpo era il mio e che io fluttuavo sul soffitto. Ho notato anche gli anelli sulla mia mano destra, specialmente la fede,un anello molto inusuale"
Ai dottori raccontó anche che durante la sua NDE, era riuscita a volare sul tetto, guardandosi intorno e che una musica armoniosa e sublime, si alternava al soffio del vento, di essere poi stata risucchiata in un tunnel buio e di vedere, in lontananza, una luce…e quando si ritrovó alla fine del tunnel, la musica si trasformó in un sublime inno e rotolando, si ritrovó distesa sull'erba, attorniata da alberi, fiori e persone..un posto pieno di luce,
che lei stessa poteva vedere ma anche sentire. Anche le persone erano di luce
" TUTTI  ERANO FATTI DI LUCE, ANCH'IO... C'ERA AMORE OVUNQUE".
Poi descrisse l'incontro con due compagni di scuola, l'incontro con sua nonna, di questo scambio di pensieri senza parlare.
" AVEVO LA SENSAZIONE DI SAPERE TUTTO E CHE TUTTO AVESSE SENSO.
SAPEVO CHE QUESTO ERA IL POSTO DOVE AVREI TROVATO TUTTE LE
RISPOSTE ALLE MIE DOMANDE..SULLA VITA..SUI PIANETI E SU DIO…IL POSTO DEL SAPERE".

Poi notava una figura piú luminosa e radiosa delle altre e lo identificó per GESÚ e telepaticamente LUI le parló : " Non è meraviglioso qui? Tutto combacia ma tu non puoi stare qui, non è ancora il tuo tempo, devi ritornare nel tuo corpo per imparare a insegnare AMORE e PERDONO.
Le disse anche che avrebbe avuto dei bambini ( attualmente Vicki ne ha tre) ma che prima di andare, doveva ancora guardare una cosa e Vicki vide la sua vita, dal momento dell'incidente fino alla sua nascita, commentata gentilmente da Gesú sulle sue azioni e ripercussioni. Le sue ultime parole furono :" Adesso devi lasciarci" e lei si risveglió nel suo corpo.
" LA MORTE NON È ALTRO CHE UN PASSAGGIO DA UNA STANZA ALL'ALTRA.
LA SOLA DIFFERENZA, PER ME, È CHE NELL'ALTRA STANZA…HO LA
POSSIBILITÁ DI VEDERE"

Fonte: www.nderf.org

NDE DI UN'ATEISTA
(08-05-10)

Sono entrata in ospedale verso la mezzanotte del 24 dicembre 1967con le doglie ed in distress respiratorio. In sala parto, mi è stata applicata una maschera, ma a causa del Demerol che mi era stato somministrato non ero in grado di parlare e dire che la maschera mi stava soffocando.
Tentai di strapparmela dal viso ma qualcuno mi prese le mani e me le legò al tavolo operatorio in modo che non  potei fare nulla per evitare gas e maschera. In quel periodo di tempo ho capito che stavo per morire ed essendo atea sperai che l'agonia da soffocamento sarebbe finita in fretta e, finalmente e definitivamente, avrei perso i sensi.
Invece di perdere coscienza, mi sono trovata circondata da un rumore forte e doloroso; era come un treno merci gigante che mi girava nella testa.
Nel profondo della mia mente, sapevo che questa sarebbe stata la mia condizione eterna.
 Ero consapevole di essere vigile e di trovarmi in un luogo di tenebre, perchè era impossibile vedere la mia mano posta davanti agli occhi bene aperti. Non c'era luce di alcun tipo, da nessuna parte. Non c'era niente in questo buio, pesante,caoticamente rumoroso, tranne i miei pensieri e me stessa.
Ero sola ed in agonia, ma ho provato quello che io chiamerei espansione della conoscenza.

Fu come se avessi capito tutti i misteri dell'universo e capii che tutto ciò che noi riteniamo importante in questa vita è per lo più insignificante e superficiale nel grande schema delle cose.
Non avvertii la presenza di nessun essere vivente (buono, cattivo, umano, animale o spirituale) in questo luogo, ma sapevo che sarei stata lì per sempre, da sola e senza pace. Sapevo anche che sarei rimasta lì per l'eternità perchè appartenevo a quel luogo. La sofferenza era intensa ed ero totalmente infelice.
Mentre stavo pensando al mio stato ed alla mia triste condizione, un pensiero, più che altro una domanda sorse nella mia mente:

"Che cosa hai fatto di totalmente disinteressato nella tua vita, un gesto o un'azione che non avesse avuto un movente egoistico?"

Come ebbi formulato quella domanda mi resi conto che avevo sempre agito per compiacere me stessa.
In effetti non avevo mai detto una parola o fatto un gesto gentile che non fosse stato motivato da interessi personali.  Come ebbi pienamente compreso quanto fossi egoista, provai un profondo rammarico ed anche rimorso per non aver mai fatto nulla di buono o di altruistico.
La mia condizione cambiò con quella presa di coscienza. Non mi ricordo proprio che cosa successe ma mi ritrovai con una flebo sulla mano e mi resi conto che mi avevano messo del ghiaccio sull'addome per arginare una pesante emorragia. La cosa più bella per me era che potevo respirare e non tossivo .
A causa del terrore causato dalla mia esperienza "vicino alla morte" e dato che questo termine non era stato ancora coniato in quei giorni, ho taciuto a lungo sulla mia esperienza.
La mia conoscenza universale cominciò subito a sparire e ogni giorno che passava tutto ciò che ricordavo era la certezza terrificante che c'era una realtà al di là di questa vita che per me, in mancanza di una parola migliore per descriverla, chiamavo inferno.
Mi proposi di cercare il senso della vita e anche di scoprire se esistesse davvero una realtà spirituale, o addirittura il Regno di Dio. Temevo il parto e ancor di più la morte. Mi proposi di fare almeno una cosa buona per gli altri che non fosse stata motivata da interessi egoistici. In realtà ho cercato di fare atti di carità anonimamente. Quaranta anni dopo, tutto questo è per me ancora una grossa sfida.

PIANISTA PER CASO, DOPO UNA NDE
(20-09-10)

Non si è mai troppo vecchi per iniziare a

suonare il pianoforte, almeno se lo si fa per hobby e, come la storia straordinaria di Tony Cicoria dimostra, è possibile iniziare a 42 anni per giungere in poco tempo a comporre musica ad un livello quasi professionale. C'è però un piccolo problema col metodo usato dal Dr.Cicoria:
bisogna essere stati prima colpiti da un fulmine.....

Il suo caso è uno di quelli citati da Musicophilia, il nuovo libro del Neurologo e scrittore di best-seller Dr. Oliver Sacks, specializzata nello spiegare condizioni neurologiche complesse ad un vasto pubblico.
 Il suo ultimo libro esplora il rapporto tra la musica ed il cervello umano - ed in particolare- lo strano caso del dottor Antony Cicoria.
La storia è iniziato un giorno del 94, quando l'uomo in questione, un Chirurgo Ortopedico che vive e lavora nello stato di New York, aveva chiamato sua madre da un telefono pubblico. Non aveva ancora finita la conversazione,quando scoppiò una forte una tempesta. Cicoria aveva ancora in mano il telefono e stava per riagganciarlo, quando un fulmine si scaricò attraverso il ricevitore e lo colpì in faccia.
Ciò che seguì fu una esperienza classica di pre-morte, con supplementi imprevedibili.
In primo luogo vide il proprio corpo dall'alto e questo, secondo Sacks, è un classico per chi ha avuto esperienze di NDE. Tutti infatti si trovano ad osservare gli eventi da due o tre metri d'altezza.
I Neurologi la chiamano "autoscopia". Guardando in giù verso se stesso, Cicoria ricorda di aver pensato "Oh, c...o - Sono morto!" Poi ha guardato verso una donna che era in coda per telefonare (un'infermiera professionale, per sua fortuna) che tentava di rianimarlo. Ha poi visto anche i suoi figli che giocavano tranquilli a casa ed ha avuto la certezza che sarebbe andato tutto bene anche senza di lui. Era circondato di luce "bianco-bluastra nel guardare alla sua vita con in evidenzia gli alti e bassi, in beata tranquillità. Si sentiva in "estasi pura". E poi - "Slam!" -
Era di nuovo nel suo corpo, con un dolore bruciante in faccia ed al piede sinistro, punti in cui il fulmine era entrato ed uscito. Non si sentiva però molto grato nei confronti di quell'infermiera....
Le sue condizioni fisiche apparvero subito parzialmente misteriose per la mancanza apparente di danni cerebrali. Si sentì fiacco per un pò di tempo e soffrì di vuoti di memoria, ma nè una risonanza magnetica nè altri esami rivelarono nulla di grave, sicchè in poche settimane tornò a lavorare come chirurgo, con tutte le sue capacità intatte, compresa la memoria.
Il Dr. Cicoria ha però sviluppato forti sentimenti spirituali a seguito dell'incidente ma, fatto forse ancor più sorprendente, due mesi dopo, ha improvvisamente provato un insaziabile desiderio di ascoltare musica per pianoforte. Dapprima ha acquistato dischi di Chopin, poi a seguito d'una felice coincidenza, una baby-sitter gli ha chiesto se poteva tenere un pianoforte verticale in casa sua e così ha cominciato a suonare le composizioni originali che sentiva "girare" nella testa.
Va notato che Cicoria ha ricevuto da bambino un'educazione cattolica ed anche lezioni di pianoforte, ma erano state un fallimento, nè era mai stato molto praticante, mentre ora crede fermamente che la sua vita è stata salvata per uno scopo, e cioè la musica.
Per molti anni ha suonato e scritto ossessivamente, in tutte le ore libere dal lavoro, a partire dalle 4 del mattino, per riprendere la sera appena tornato a casa.
Sua moglie non ha condiviso a lungo il suo entusiasmo e nel 2004 Cicoria ha subito due ulteriori traumi: il divorzio ed un incidente di moto che lo ha lasciato con gravi ferite, che però non
hanno fermato il "torrente" di musica che, come disse Mozart, gli arriva "dal cielo".
E' discutibile che i critici siano d'accordo su tale origine, ma se fino a poco tempo prima
la musica era- secondo Sacks - "..un esercizio solitario, tra lui e la sua musa", la primavera scorsa, Cicoria ha fatto il suo debutto semi-pubblico durante un ritiro musicale per studenti, dilettanti di


VIDEO DI TONY CICORIA
 AL PIANO

 talento e giovani professionisti, suonando un brano di Chopin ed una sua composizione: Rhapsody Opus1. L'autore cita un pianista che ha partecipato lodando la  grande passione ed il grande brio della performance del Dr.Cicoria, e aggiunge che ha suonato, se non come genio soprannaturale, almeno con abilità meritevoli, abilità sorprendenti per qualcuno che, praticamente privo di studi accademici, ha imparato a 42 anni d'età ". Sacks mantiene una distanza professionale dal caso con l'aiuto di frasi come questa: "Ci sono prove che gli aspetti visuo-spaziali e vestibolare di esperienze fuori dal corpo sono legati alla disturbata funzione della corteccia cerebrale, in particolare nella regione giunzionale tra i lobi temporali e parietali... "  Rispettando il diritto del dottor Cicoria di considerare la sua ispirazione d'origine spirituale, Sacks esprime la sua convinzione personale che anche stati d'animo esaltati devono avere "qualche correlazione fisiologica con l'attività neurale".  Egli osserva inoltre che oggi vi sono analisi della funzione cerebrale molto più sofisticate che nel 1994. Sebbene il Dr. Cicoria fosse inizialmente d'accordo che forse valeva la pena indagare ulteriormente, ha poi cambiato idea, preferendo accettare il suo dono, per quanto misterioso possa essere, per quello che è. La sua è una storia affascinante che può ispirare o meno quelli di voi che stanno iniziando ad imparare a suonare il pianoforte. Vorrei però farvi una raccomandazione importante:
siete pregati di non provarci col suo stesso sistema!

LA NDE DI GLAUCO E DEI SUOI FRATELLI:
 SALVATI DAGLI ANGELI
(31-10-10)

Glauco Schaffer (nella foto) é il Fondatore e l' Amministratore del sito NDE-Space, rivolto a tutti i "Ritornati" dalle NDE ed ai  Ricercatori del fenomeno.  Glauco, all'età di 8 anni, ebbe una NDE condivisa con i suoi due fratellini ed ora sta chiamando a raccolta i tanti protagonisti di questa avventura ai confini della vita e della morte, per contribuire allo studio del misterioso fenomeno. Ora però, lasciamo a lui la parola: ci racconterà una storia davvero incredibile!
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<Mio padre aveva portato me -avevo otto anni- ed i miei fratelli più grandi (10 e 11 anni) sul fiume Guaiba Rio a Porto Alegre, in Brasile (a quel tempo vivevamo là), per passare una

 giornata di divertimento e di pesca. Era una bella e calda mattina piena di sole e così chiedemmo a mio padre se potevamo camminare fino al fiume da soli, mentre lui tirava su  l'accampamento. In un primo momento ci disse di no ma, a malincuore, finalmente accettò, dopo che tutti e tre lo pregammo di lasciarci andare, a patto di non andare in acqua.
Mi ricordo bene che lui
ripetutamente ci disse di non andare in acqua.
Col senno di poi, mi chiedo se, in qualche modo, avesse percepito il pericolo che stavamo per correre....
Così cominciammo a camminare vicino all'acqua, lasciando nostro padre a lavorare col campo fino a quando arrivammo ad un cespuglio che era per metà a terra e per metà nell'acqua e che c'impediva di proseguire. A questo punto, uno di noi ebbe l'idea di afferrarne un ramo per raggiungere l'altro lato. Mi ricordo che mio fratello Marco andò per primo, ma in pochi secondi perse l'equilibrio e andò sott'acqua. Mio fratello Carlon fece di tutto per aiutare Marco, ma non fu in grado di trattenerlo e finì anche lui in acqua.
Né io né i miei due fratelli sapevamo nuotare e, invece di correre a chiamare mio padre dopo aver visto i miei due fratelli ingoiati dalle acque, mi lanciai nel tentativo di salvarli, senza pensare alla mia sicurezza personale. Lottai freneticamente contro la corrente impetuosa, cercando i miei due fratelli.
Non riuscivo a vederli ed ero molto spaventato. Intanto l'acqua mi aveva inghiottito in fretta, e tentavo disperatamente di respirare, ma non c'era più ossigeno nei mie polmoni, così fui
preso dal panico, mentre muovevo braccia e gambe istericamente, cercando di salvarmi. 
Poi, il mio corpo venne colpito da qualcosa, sott'acqua. Non so che cosa fosse, ma vi posso dire che fu molto doloroso. La corrente del fiume si muoveva molto velocemente da ovest ad est, verso l'oceano.
Non ricordo quanto tempo passò, ma ad un certo punto non riuscivo a muovermi più: ormai ero sott'acqua fino ad arrivare al fondo del fiume. L'acqua era marrone, quindi non potevo vedere niente... ma non avevo bisogno di vedere
per sapere che stavo morendo.
Provai ad urlare:
"Per favore Dio aiutami!" Mia madre mi portava sempre in chiesa, quindi sapevo di Dio; non so come, ma sapevo che era l'unico che poteva aiutarmi.  La mia vita aveva iniziato a spegnersi quando sentii la voce più piacevole che avessi mai udito! Mi diceva di rilassarmi e che tutto sarebbe andato bene. Poi ho sentito due robuste braccia che mi trattenevano.
Anche se ancora non riuscivo a vedere, sapevo che era l'abbraccio di un uomo.
Era molto gentile e delicato. Ero felice e confuso al tempo stesso. Ben presto galleggiavo a mezz'aria e fu allora che mi accorsi che non ero effettivamente morto ed abbiamo cominciato a muoverci verso l'alto ad una velocità folle. Tutto il dolore era sparito ed potevo respirare di nuovo, facilmente, ma il mio corpo non era più solido, perchè potevo vedere attraverso di esso, sebbene potessi ancora sentirlo.
Abbiamo poi iniziato a muoverci verso questa bellissima luce e, mentre ci avvicinavamo ad essa, ne fui come ingoiato: era più luminosa del sole, ma non faceva male agli occhi. L'Angelo che era con me mi disse "Tchau"... e sparì. Io rimasi lì a galleggiare per un momento chiedendomi: "Cosa è successo?
E 'difficile da spiegare, ma mi sentivo collegato al tutto ed il tutto era collegato con me, sentii di non essere più solo e cominciai a vedere un uomo che veniva verso di me. Quando arrivò abbastanza vicino, ebbi la sensazione più bella di amore e di appartenenza che io abbia mai provato,
non ci sono solo parole che la mente umana può concepire per descrivere accuratamente questa sensazione.
Immaginate di essere in un aereo che esplode, poi vi svegliate e vi e rendete conto che era tutto solo un sogno e che non siete morti. Bene, questa era la sensazione che ho provato quando mi sono reso conto che non ero veramente morto e ne ero molto felice. Poi, di nuovo, mi chiesi dove fossi e perché questo luogo mi sembrava molto più reale di casa mia, là sulla terra.
L'Angelo apparve di nuovo e, avvicinandosi a me, cominciò a parlarmi telepaticamente. Mi disse che era lì per aiutarmi e rispondere alle mie domande e ne avevo un sacco da fargliene!. Ma prima che egli rispondesse, mi fu mostrato la mia vita, come in un film, solo che scorreva a ritroso.
 Ricordo di aver pensato:
"Come può essere stata tanto brutta: ho solo otto anni!"
La prima cosa che ricordo di aver visto è stato quando ho usato una chiave per graffiare una macchina: ebbene
sentii il dolore che avevo causato al suo proprietario a causa di quella mia cattiva azione!
Poi ricordo di aver pensato:
"Oh, no! ! Sono nei guai! "Ma a questo punto, il mio Angelo mi sorprese non poco dicendo: "Non ti preoccupare... Ci sono solo lezioni da apprendere".
Invece di essere confortato dalle sue parole, ero un pò innervosito dalla consapevolezza che poteva leggere i miei pensieri. Tutto questo stava accadendo mentre il film continuava a girare, mostrandomi secondo per secondo tutta la mia vita ed ancora provai su di me quello che avevo fatto agli altri. 
Tutte le mie azioni sembravano avere vita propria; per esempio, ho sentito il dolore provato dal proprietario dell'auto che avevo graffiato ed anche quello di sua moglie,quando lui le raccontò l'accaduto.
Era una sensazione molto sgradevole!
Oltre ai momenti non troppo piacevoli, mi furono mostrati anche quelli positivi, ovvero le cose che avevo fatto per amore, come quella volta che avevo preso in casa un ragazzo senza tetto. Facevamo la doccia e mangiavamo insieme e poi gli ho dato alcuni dei miei vestiti. Il mio Angelo è stato molto contento di questo e mi ha detto che queste sono le cose che contano davvero, le cose che facciamo per amore di un'altra persona.  Il "film" continuava e mi vedevo come un bambino nel grembo di mia madre, poi come una molecola viva, molto piccola ma molto viva. Oggi, ogni volta che vedo una donna abortire mi vien voglia di piangere.  Non capiscono che Dio ha dato loro quel bambino per un motivo, che sono state scelte da quel bambino, ma non so come faccio a saperlo,lo so e basta.
La rivisitazione della mia vita finalmente si fermò e l'Angelo pronunciò due parole. Tutto quello che avevo sempre voluto sapere ebbe risposta con queste due parole,
in un istante capii tutto.
Poi, improvvisamente, iniziai a sentire la mancanza di mia madre, del sole, della pioggia, di giocare a calcio e di tutto ciò che mi aveva reso felice.  Pensando a mia madre potevo sentire il dolore che avrebbe provato quando le sarebbe giunta la notizia che tutti e tre i suoi figli erano morti.
Sapevo però che mi veniva mostrato tutto questo
perché non era ancora il mio tempo, perchè la mia missione non era stata completata e dovevo tornare indietro.
La mia esperienza di pre-morte mi ha aiutato a capire quanto sia bella e fragile la terra.
Sentii il respiro della terra come se fosse viva ed ho potuto vedere la luce che avvolge tutto ciò che è vivo: alberi, fiori, erba, animali, vulcani e poi anche l'essere umano, l'uomo che detiene il controllo su ogni cosa vivente. Tutto ha una sua aura. Non so perché, ma l'Angelo mi disse di non dirlo a nessuno e che col tempo si sarebbe venuto a sapere, per questo esclamai: "Cosa?"
Ma poi avvertii uno scossone e mi resi conto che ero improvvisamente di nuovo in acqua, solo che questa volta ero tenuto a galla da un Angelo diverso che mi spingeva fuori dal fiume. Ero di nuovo umano e dentro al mio corpo. Che sensazione bellissima! Essere un umano è un bellissimo dono!
Mi sentivo un pò ubriaco appena raggiunta la superficie dell'acqua da dove si vedeva il cielo d'un azzurro mozzafiato. Cominciai a respirare di nuovo, ma in preda al panico, pensando ai miei fratelli.
 "
Dove sono i miei fratelli?" urlai..... e guardando alla mia destra vidi che erano sani e salvi, proprio accanto a me in piedi e fuori dall'acqua. Poi ho gioii pensando: "OH MIO DIO! GRAZIE! GRAZIE! "
Solo a pensarci ho le lacrime agli occhi anche ora....
La gente era corsa verso di noi, alcuni piangevano, alcuni erano sorridenti e si abbracciavano, erano felici come me, ma perché? Non riuscivo a capire. Poi ho sentito l'ufficiale di polizia parlare alla radio dicendo:
"Li ho trovati. Ho trovato i ragazzi! "  Urlò agli altri poliziotti di venire su per il fiume e dopo pochi minuti, arrivati che furono, osservarono con stupore:
"Questo non è possibile! Non avrebbero potuto sopravvivere
per 22 minuti in quelle acque! "

Il personale medico che aveva assistito alla scena disse la stessa cosa, non appena tornati dalla ricerca degli altri bambini. Ero lì, fermo, in stato di shock ed avrei voluto dire loro che si trattava effettivamente di noi. Ho cercato di spiegare quello che ci era successo, ma non riuscivo a tirar fuori le parole di bocca, non riuscivo a parlare;  sebbene la mia bocca si muovesse, nessun suono ne usciva.
Poi, guardando il cielo  dissi:
"Per favore dammi indietro la mia voce, io non lo dirò a nessuno!"
Lentamente, riebbi indietro la mia voce!
Ho un problema di balbuzie ancora oggi, ma non mi importa:sono vivo e questo è quel che conta.
Non so se è più bello essere di nuovo qui, o avere la certezza che non dobbiamo mai morire.
E' certo che la mia esperienza mi ha cambiato la vita, perchè cerco di fare tutto per amore, anche se, in tutta sincerità, non è sempre facile. Viviamo in un mondo pieno di incertezze, la gente non sa chi è veramente Dio e non sempre capisce l'importanza dell'amore.
Dopo anni da quel fatidico giorno al fiume, ho chiesto ai miei fratelli che cosa ricordano di questa esperienza. Marco mi ha detto che un Angelo gli disse di non parlarne e dopo una settimana l'ho chiesto anche a  Carlon.  Mi ha risposto che gli era stato detto che eravamo morti e che un Angelo ci aveva salvati. Anche lui aveva visto una specie di filmato della sua vita.
Non abbiamo mai discusso l'incidente in profondità, probabilmente perché avevamo tutti paura che qualcosa ci sarebbe successo se lo avessimo fatto ma, col passare degli anni e diventando più grande, ho cominciato ad avere voglia di dire al mondo che sia Dio che il Paradiso esistono veramente.
Prego che un giorno la razza umana, i figli e le figlie di Dio, vivranno sulla terra con lo stesso amore e la stessa pace che ho provato quel giorno e che presto saremo tutti consapevoli che siamo tutti una sola cosa.

(Tradotto e pubblicato col gentile consenso dell'Autore, Glauco Schaffer)

LA NDE DI BETTY EADIE
(30-11-10)

Abbiamo già parlato in altre occasioni della vita nei Livelli Superiori e di come essa possa venire interrotta da brevi "incursioni" nel mondo della materia. Non tutti gli Spiriti sono capaci di affrontare tutte le difficoltà che a noi appaiono inevitabili qui sulla Terra, dal dolore fisico a quello psicologico, per non parlare poi delle limitazioni che il corpo fisico ci impone ogni giorno coi suoi incessanti bisogni d'ogni tipo. Abbandonare un mondo dove il pensiero è creativo, dove non esiste la sofferenza, la paura, la fame, ecc. non è impresa facile, sicchè pare che noi "incarnati" siamo visti come una sorta di eroi dai nostri Fratelli che restano a vivere nei Regni Eterici. A volte succede che qualcuno torni indietro dalla morte per raccontarci come si viveva (e si tornerà a vivere) prima di calarsi nella materia densa di cui son fatti i nostri corpi: sono i racconti dei "Ritornati", di coloro che hanno sperimentato una NDE a fornirci un numero sempre maggiore di conoscenze sull'Aldilà ed a farci capire da dove veniamo e dove andremo dopo aver abbandonato, per l'ennesima volta, il nostro denso corpo terreno. La sconcertante vicenda di una donna americana, Betty J. Eadie, morta e risuscitata, raccontata nel libro Embraced by the Light (“Abbracciata dalla Luce”) ha venduto negli Usa ben 2 milioni di copie ed è stato tradotto in 21 Paesi del mondo. Un viaggio di 4 ore (andata e ritorno) nell’ altra vita. Un viaggio durante il quale vengono chiariti i dubbi che la protagonista si porta dentro, le sue paure, le sue angosce e che termina con l’ affidamento di una missione.
Betty afferma di aver “vissuto” realmente una tale esperienza la notte tra il 18 ed il 19 novembre 1973, quando si trovava in ospedale in seguito ad un intervento che non doveva avere complicazioni.
 La sua anima ha lasciato il suo corpo e lei ha viaggiato attraverso un tunnel buio, alla fine del quale c’ era una figura brillante, avvolta nella luce.  Era Cristo, che le diede il benvenuto abbracciandola.
Sentì allora un amore incondizionato, quale non aveva mai provato, e la sensazione di essere finalmente a casa. Ha rivisto i suoi cari morti prima di lei, ha trovato risposte alle tante domande che si trascinava dietro da tempo, ha visitato giardini bellissimi ed è stata nella biblioteca della conoscenza; ha visto come gli Spiriti si preparano a venire sulla terra e come gli Angeli ricevono le preghiere che in seguito verranno esaudite dal Padre Celeste (ma solo quelle veramente sincere). Era felice di trovarsi lì, ma le fu detto che non era ancora la sua ora e dovette ritornare sulla Terra per adempiere la sua missione.  C’è chi parla di sogno, di visione. Eppure questi dubbi non fermano quanti vogliono essere convinti che esiste un’altra vita dopo questa. Una vita migliore.

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LA SCELTA DEL CORPO
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"Ritornai al giardino ed incontrai  di nuovo i miei Spiriti Guida.
Avevo visto, nei luoghi che avevo appena visitato, tanti Spiriti che stavano facendo progressi, che lavoravano per diventare più simili al nostro Padre, e mi incuriosì il nostro sviluppo sulla Terra.
 Come facciamo a crescere spiritualmente?
 I miei accompagnatori furono contenti che avessi formulato questa domanda e mi portarono in un posto dove molti Spiriti vengono preparati per la vita sulla terra. Erano Spiriti maturi - non ho visto quelli dei bambini durante la mia intera esperienza [Il che non vuol dire che non ce ne siano -NdR-] ed ho constatato come  Essi fossero desiderosi di incarnarsi.  Guardavano alla vita nella materia come ad una scuola dove potevano imparare molte cose e sviluppare le capacità mancanti.  Mi è stato detto che avevamo tutti desiderato venire qui, che avevamo scelto molti dei nostri punti deboli e le tante  difficoltà della nostra vita, in modo da poter crescere.
Ho anche capito che le nostre debolezze servono per il nostro bene. Il Signore ci dà doni e talenti secondo la sua volontà e non dovremmo mai confrontare i nostri talenti o i nostri difetti con quelli degli altri:
ognuno di noi ha quello che gli serve, siamo unici e non è importante la differenza fra capacità e difetti posseduti. Ci sono stati anche dati dei doni spirituali di cui avremo bisogno per le nostre missioni, molte delle quali appositamente progettate in base alle nostre esigenze.  I nostri genitori hanno il proprio assortimento di attributi spirituali, alcuni dei quali possono venire tramandati a noi, che possiamo così capire come hanno utilizzato queste capacità.
Maturando, possiamo poi acquisire altre qualità e continuare ad imparare come usarle, oppure scegliere di non usarle affatto. Non importa quale sia la nostra età,  possiamo continuare ad acquisirne ancora,
il che ci può aiutarci in situazioni vecchie e nuove: tocca a noi scegliere.
Ho visto che siamo sempre in grado di aiutare noi stessi, anche se non sappiamo riconoscere, o imparato ad usare, le nostre capacità nascoste: basta guardarsi dentro.
Abbiamo bisogno d' aver fiducia in esse, solo così lo strumento spirituale giusto sarà sempre lì pronto per noi.
La mia attenzione cadde poi su altri Spiriti che stavano facendo i preparativi per andare sulla Terra.
Uno, eccezionalmente brillante e dinamico, stava entrando nel grembo di sua madre ed aveva scelto di essere  portatore di un grave handicap mentale. Era molto entusiasta per questa opportunità ed era a conoscenza della crescita che lui ed i suoi genitori avrebbero avuto nel tempo.
I tre erano legati tra di loro da un accordo programmatico già da prima e lui aveva  scelto di iniziare la sua vita mortale fin dal concepimento del suo corpo.  Io vidi il suo trasferimento nell'utero ed il suo ingresso nella nuova vita appena formata.  Era ansioso di sentire il grande amore dei suoi genitori terreni.
 Ho anche imparato che gli Spiriti possono scegliere di entrare nel corpo delle loro madri in ogni fase della gravidanza. Una volta lì, possono subito iniziare a sperimentare la mortalità.
L'aborto, mi è stato detto, è di norma contrario al corso naturale degli eventi e lo Spirito che entra nel feto sente un senso di rifiuto e di dolore. Sa che quel corpo doveva essere il suo, sia se concepito fuori del matrimonio o meno, anche se per vivere solo alcune ore.
Ma lo Spirito sente anche compassione per la madre, sapendo che lei ha preso una decisione sulla base delle sue scarse conoscenze spirituali. 

(Altre fonti riferiscono che l'Anima "rifiutata" dovrà cercare un altro feto in cui incarnarsi che corrisponda alle stesse esigenze di crescita previste in accordo con le proprie Guide e che quindi l'aborto causerebbe solo un momentaneo "disguido" nel processo evolutivo di quella singola Anima. Per le differenze fra Anima e Spirito -qui usate come sinonimi-vedi: IL VIAGGIO DELL'ANIMA -NdR- )

Ho visto molti Spiriti che avrebbero voluto  venire sulla Terra solo per un breve periodo, poche ore, o pochi giorni dopo la  nascita. Essi erano eccitati come gli altri, sapendo che avevano uno scopo da raggiungere. Ho capito che la loro morte era stata stabilita prima della loro nascita, come del resto è per tutti noi. Questi Spiriti non avevano bisogno dello sviluppo che potrebbe scaturire dal prolungamento della vita mortale ed una precoce dipartita avrebbe messo alla prova i loro genitori e li avrebbe aiutati a crescere.  Il dolore è intenso, ma breve: quando torniamo a vivere
 insieme ancora una volta, esso viene lavato via, e proviamo solo la gioia per la crescita
 raggiunta e per il fatto di esserci ritrovati.

Sono rimasta sorpresa di come molti piani e molte decisioni vengono presi per il bene degli altri: Lì eravamo tutti disposti a sacrificarci per il Prossimo. Tutto è teso alla crescita dello Spirito, tutte le esperienze, tutti i doni e le debolezze sono progettati per questa crescita.
Le cose di questo mondo sono poco importanti Colà o non lo sono affatto. Tutto è visto attraverso occhi spirituali e ciascuno di noi ha un lasso di tempo prestabilito per completare la propria educazione terrena. Alcuni Spiriti vengono sulla Terra solo per nascere, per permetter ad altri di fare esperienza e poi tornare rapidamente in quel Mondo. Alcuni possono vivere fino a tarda età per completare i loro obiettivi ed avere maggiori  opportunità di servire il Prossimo, mentre altri sono destinati ad essere i nostri leaders, i nostri seguaci, i nostri soldati, i ricchi ed i poveri della Terra,
al solo scopo di creare situazioni e rapporti umani che ci permettano di imparare ad amare.
Tutti coloro che incontriamo sul nostro sentiero terreno ci conducono al risultato finale.
Siamo stati inviati qui per essere testati in condizioni difficili, per vedere come vivremo il comandamento più importante:
AMARSI L'UN L'ALTRO, poichè siamo tutti collegati fra noi sulla Terra, uniti da questo fine supremo:
imparare ad amare.

Poco dopo la mia attenzione venne attratta da un altro Spirito femminile. Era uno degli esseri più affascinanti e incantevoli che avessi mai visto.  Era piena di energia ed un'allegria contagiosa irradiava  verso tutti quelli che si trovavano intorno a lei. Guardandola con meraviglia, sentii lo stretto legame d'amore che ella provava per me.  Il mio ricordo di questo momento è stato in gran parte cancellato, ma sapevo che non l'avrei mai dimenticata e non vi era alcun dubbio che, ovunque andasse, stava per diventare l'Angelo speciale per qualcuno. Durante la mia esplorazione della esistenza precedente l'incarnazione, sono rimasta impressionata dalla bellezza e dalla gloria di ogni Spirito. Sapevo che anch'io ero stata lì, come tutti, a condurre un'esistenza piena di luce e di bellezza. Poi capii che, se tutti potessimo vedere chi eravamo prima di nascere, resteremmo stupiti per l'intelligenza e la gloria che possedevamo.

La nascita è solo sonno ed oblìo .

(Traduzione: Webmaster)

LA NDE DI CHRIS TAYLOR (25-02-11)
(Dal Sito di Kevin Willams)

Due episodi di OBE a distanza di anni, breve ma interessante esperienza di uscita dal corpo con "inserimento" in un ORB e di autoscopìa durante un lungo arresto cardiaco.
 Non è una NDE "classica",nonostante la durata dell'arresto cardiaco, perchè  non è riportata la visione del "tunnel", forse perchè il "ritornato" non voleva assolutamente morire. Lo aveva promesso a suo figlio e questo ci conferma che l'Amore può essere più forte della morte.

La mia prima OBE avvenne quando avevo circa 20 anni ed ero nella mia cabina a bordo d'una piattaforma petrolifera, ormeggiata 100 miglia al largo delle coste della Scozia. Vidi un globo roteante, rosso e giallo: lasciato il mio corpo entrai nel globo (ORB) ed ho visto me stesso che cercavo di chiamare il mio compagno che dormiva nella cuccetta inferiore. Tornai nel mio corpo e non ho mai detto nulla a nessuno di quell' esperienza, per paura del ridicolo.  Nel settembre del 1993, ero ricoverato al Papworth Hospital per sostituire la mia valvola aortica. Durante l'operazione ho nuovamente lasciato il mio corpo ed ho guardato il chirurgo. Era un tizio un pò strambo e indossava un cappellino a quadri rossi e bianchi, quando schizzò del sangue su una delle infermiere. Lei si arrabbiò. Gli parlai poi di questo incidente e mi confermò che era accaduto davvero, ma ribattè che non avrei potuto vedere nulla a causa dello schermo che avevo davanti alla mia faccia.  Nel novembre 2001, dovetti tornare all'Ospedale di Papworth per una dissezione dell'aorta, patologia che di solito è fatale. Mio figlio aveva visto me durante l'attacco ed il mio atroce dolore. Era spaventato e aveva le lacrime che gli rigavano il viso. Mi fece promettere che non sarei morto ed io glielo promisi. Subii 10 ore di intervento chirurgico d'urgenza, al termine del quale il mio cuore non era riuscito a riavviarsi spontaneamente e così il chirurgo aveva manualmente manipolato il mio cuore per ben 26 minuti.  Ad un certo punto della procedura ho lasciato il mio corpo con un sibilo per poi trovarmi a galleggiare verso una luce intensa. Tutto intorno a me c'era una nuvola grigia, una nebbia di grande spessore, ma che possedeva una sorta di trama.
Quanto più mi avvicinavo alla luce, tanto più prendevo coscienza di un senso fondamentale di purezza e sentivo il mio dolore sparire. Mi resi conto che tutto era puro amore, pace, tranquillità e sentivo voci che mi accoglievano senza parlare, però sentivo che questo era naturale e normale. Sapevo anche che stavo lasciando le due persone che amo di più - mia moglie e mio figlio.  Mi accorsi di mio figlio, seduto su una sedia che singhiozzava nelle sue mani. Mia moglie gli si avvicinò per confortarlo e lui le disse che era spaventato. Mia moglie lo rassicurò che ero forte e avrei vissuto. Egli con calma disse:
"Non ho paura che papà stia morendo. So che non morirà, me lo ha promesso
e papà mantiene sempre le sue promesse".

Dolorosamente rientrai nel mio corpo. Immaginate di essere desiderosi, perchè bagnati fradici, di una doccia calda. Immaginate di togliervi i vestiti bagnati e freddi e di entrare nella doccia. Ora immaginate di tornare in quei vestiti. Recepito il messaggio?
Quando mi sono risvegliato, 28 ore più tardi, a mia moglie era stato detto che ero in coma profondo per morte cerebrale. Fui arrabbiato per giorni, arrabbiato per essere sopravvissuto.
 Il che può sembrare strano, ma questa è, in breve, la mia storia.
Sono un ispettore di polizia e assolutamente poco incline ai voli di fantasia.

IL PARADISO ESISTE, PAROLA DI BIMBO!
(07-03-11)

Tutto è iniziato durante un viaggio in Colorado. Colton si lamentava di un forte dolor di pancia.
 Un medico del posto aveva fatto diagnosi d'influenza ma, tornato a casa in Nebraska, visto che i sintomi non cessavano, il bimbo di soli 3 anni veniva visitato da un altro medico, senza successo. Poi, come spesso accade a quell'età, i sintomi allarmanti di un'appendicite acuta con peritonite vennero velocemente a galla.
Mentre Colton era operato d'urgenza, i suoi genitori, Todd e Sonya, pregavano con tutte le loro forze, temendo di stare per perdere il loro bambino.
Colton si salvò dopo una difficile convalescenza, ma le cose che  ha fatto e detto dopo l'intervento erano fuori dal comune per un bambino di tre anni.
"
Gli angeli cantavano per me. Ho guardato il bimbo nello specchio e lui era morto sul serio" disse ai suoi sconcertati genitori che seppero anche che, mentre era "in Paradiso", Colton aveva visto molte cose e conosciuto molte persone, tra cui Pop, il suo bisnonno, morto 30 anni prima che lui nascesse.
Colton però affermò con certezza che Lì il suo bisnonno non aveva lo stesso aspetto fisico della foto che c'era in casa. Lo riconobbe invece in un'altro ritratto, molto più vecchio, inviato mesi più tardi da sua nonna, una foto scattata quando Pop era giovane e senza occhiali (
vedi foto inizio articolo).
Sua madre restò scioccata quando Colton le disse che in cielo aveva incontrato anche un'altra sorella, sebbene ne abbia una sola. I suoi genitori non gli avevano mai detto nulla della perdita di una femminuccia, a causa d'un aborto spontaneo, .
"Sembrava mi conoscesse bene, ha iniziato ad abbracciarmi e mi ha detto che era contenta
di avere qualcuno dalla sua famiglia lassù".

Nel corso del tempo, le sue visioni sono diventate sempre più reali, dalla descrizione di Gesù, ai suoi colloqui con Dio. La famiglia Burpo ha accolto e accettato la storia incredibile del loro bambino, e così hanno deciso di scrivere un libro, per raccontare a tutti che il "Paradiso esiste davvero"
 (Heaven is for real,
in vendita su Amazon.com anche in versione e-book)
Finora ne sono state stampate 500.000 copie, oltre a diverse versioni in 
eBook, nastri, CD, ed è stato indicato come un bestseller addirittura dal New York Times.
 Colton,che ora ha 11 anni, continua intanto a condividere la sua testimonianza di ciò che dice di aver visto in Cielo con tantissime persone che non credono.
"Io non so perché Egli ci ha scelto. Dio ha fatto un miracolo straordinario per noi, perchè in tanti possano cambiare le loro idee sull'Aldilà".

(Webmaster da varie fonti Internet)