INDICE DI DOCTOR-NDELA SCIENZA E IL PARANORMALE

SOMMARIO   Pag.18 

IL PESO DELLE INTENZIONI

ESISTE UN CAMPO  BIO-ENERGETICO UMANO?

pensieri e preghiere possono FAR GUARIRE

STUDIO SULLE PRECOGNIZIONI

É MATEMATICO: LA COSCIENZA ESISTE FUORI DAL CERVELLO!

 COSCIENZA QUANTICA

L'UNIVERSO POTREBBE NON AVERE AVUTO ALCUN INIZIO

I MILITARI HANNO GIà DIMOSTRATO CHE LE ESP SONO REALI!

PRANZO QUANTISTICO!

Un margine molto ristretto

AWARE RIPARTE: SECONDO STUDIO SULLE NDE

AGGIORNAMENTI SULLO
STUDIO AWARE

CONCLUSO LO STUDIO AWARE

La scienza Prova che
siamo tutti collegati

NDE ED ANESTESIA COSCIENTE

il dio Scienza e i suoi comandamenti

IL PESO DELLE INTENZIONI (19-07-15)

In molti tipi di esperimenti scientifici, i ricercatori devono proteggersi contro l'effetto sperimentatore, secondo le ricerche del Prof. Moddel dell'Università del Colorado.
Gli scienziati che li stanno conducendo possono infatti fornire ai partecipanti indicazioni sottili derivanti dai loro pregiudizi: il linguaggio del corpo o il tono della voce, ad esempio, sono in grado di comunicare qualsiasi cosa ai soggetti che potrebbero influenzare le loro prestazioni o risposte. Uno scienziato può, pertanto, incidere involontariamente sul risultato di un esperimento, in particolare in quelli che coinvolgono risposte da altri esseri umani o che hanno a che fare con la Psicologia. Questo effetto sperimentatore può avere impatto ancora maggiore nel campo della Parapsicologia (PSI).
Il termine "PSI" si riferisce a qualsiasi fenomeno paranormale, come  psicocinesi, telepatia, o chiaroveggenza. Gli scettici, o i debunker, hanno spesso respinto la fenomenologia paranormale sulla base di tentativi falliti di replicare gli esperimenti che evidenziano tali poteri.
Il Prof. Garret Moddel  dice, però, che l'effetto sperimentatore potrebbe essere in gioco in questi test falliti. Inoltre, la fede  o l' incredulità di ricercatori e volontari possono influenzare la capacità dei soggetti in studio.
Un suo allievo ha testato 12 soggetti, chiedendo loro di indovinare quali carte erano estratte da un mazzo senza che fossero in grado di vederle. Ai volontari veniva chiesto se credessero o meno al paranormale. Indipendentemente dalle loro risposte, sono stati consegnati, in modo casuale, brevi testi sia a sostegno della ricerca paranormale che contro di essa, citando diversi studi come prove. Così i soggetti sono stati divisi in quattro gruppi.
Ad un gruppo propenso a credere al paranormale è stato data letteratura a favore, ad un altro di parere contrario è stata data letteratura anti-psi e così via fino ad avere quattro possibili "incroci" fra articoli e volontari.
I credenti hanno indovinato le carte correttamente nel
27 per cento delle prove, mentre, affidandosi al caso, ci si aspetterebbe un risultato pari al 20 per cento. Le probabilità che questo risultato sia casuale sono 1 contro 25, dato statisticamente significativo a sostegno del paranormale. Gli altri tre gruppi, predisposti alla miscredenza o quelli ai quali era stata fornita letteratura atta ad alimentare i loro dubbi poco prima dell'esperimento, erano abbastanza vicini al risultato casuale per numero di risposte corrette.
Il Prof. Moddel ha detto al sito Skeptiko nel 2010:
"Sai, tutta questa discussione sul paranormale che ha bisogno della replicabilità, credo sia in una certa misura, una falsa pista ... Dato che questo e altri esperimenti mostrano che il paranormale è basato sulle intenzioni, non solo del soggetto, ma anche dello sperimentatore.
E' perciò molto difficile da controllare, perché se una persona coinvolta nell'esperimento pensa veramente che è tutto falso può effettivamente rovinare tutto.  Uno scettico direbbe, 'Oh, questo è solo un argomento utilizzato dai fautori!' ed in effetti, se ci pensate, è totalmente logico. Si tratta di fenomeni basati sulle intenzioni, così naturalmente la volontà delle persone coinvolte é fondamentale "

Il Prof. Moddel ha una laurea in Elettroingegneria conseguita presso la Stanford University e un Dottorato di ricerca in Fisica Applicata presso la Harvard University. Il suo lavoro più convenzionale si è concentrato sulla Fisica Quantistica, ma è anche un sostenitore attivo della ricerca Psi.

(Trad. e adattamento Webmaster da EpochTime)

 ESISTE UN CAMPO
BIO-ENERGETICO
UMANO?  (28-06-15)

Il Biochimico Dr.John Norman Hansen presso l'Università del Maryland ha trovato prove di quello che ritiene essere un campo di bioenergia presente intorno agli esseri umani.  Di tale campo si è speculato nelle tradizioni spirituali per migliaia di anni,
ma ora la ricerca scientifica indica che esiste realmente.

Il Dr. Hansen ha condotto centinaia di esperimenti con decine di soggetti ed i suoi risultati sono sempre stati replicabili da altri scienziati tra cui Willem H. van den Berg del dipartimento di Biochimica e Biofisica presso il Centro Ricerche Johnson (Università della Pennsylvania) ed il Fisico William Van der Sluys al Gettysburg College, che ha pubblicato lo studio sul Journal of Scientific Exploration del 15 Marzo scorso.
Le precedenti ricerche sui campi bioenergetici umani avevano utilizzato sensori fotonici, mentre il Dr. Hansen ha adottato un approccio diverso. Si era chiesto se un campo di bio-energia, ammesso che esista, avrebbe avuto abbastanza forza per spingere un pendolo a torsione, un dispositivo abbastanza sensibile per essere mosso da una forza sottile. Appeso il pendolo sopra la testa d'un volontario, ha visto un netto cambiamento nella quantità di moto dell'apparato.
"Dopo aver condotto esperimenti di controllo per escludere effetti dovuti a correnti d'aria e di altri manufatti, si è concluso che gli effetti sono esercitati da un qualche tipo di campo di forza che viene generato dal soggetto seduto sotto il pendolo",
ha spiegato nel suo studio del 2013, pubblicato anche nel Journal of Scientific Exploration.

"Non conosciamo nessuna forza di quelle presenti all'interno dello spettro elettromagnetico che possa spiegare questi risultati.
Può essere che una spiegazione convenzionale verrà scoperta, ma è possibile che abbiamo osservato un fenomeno
che richiede lo sviluppo di nuovi concetti teorici. "
Inspiegabile poi, come l'effetto della presenza umana possa continuare per circa 30 - 60 minuti dopo che il volontario si è allontanato dall'apparecchio. Con altre forze, come le correnti d'aria, il pendolo sarebbe ritornato immobile immediatamente .
"Lo stato mentale di un soggetto può influenzare fortemente il comportamento del pendolo. Ogni soggetto ha avuto più o meno lo stesso potere di influenzare il pendolo, indicando che gli effetti osservati non richiedono né un talento particolare né pratica",
 
ha scritto in un discorso allla 34-ma conferenza della Society for Scientific Exploration, tenutasi alla fine di Maggio.
"
Tuttavia, è stato osservato che alcuni soggetti, specialmente quelli che hanno seguito una pratica meditativa per molti anni, esercitano effetti molto diversi durante la meditazione rispetto a chi non è in uno stato non meditativo, il che dimostra che la  mente
 può fortemente influenzare il comportamento del pendolo. "

C'è una spiegazione convenzionale? Almeno per ora NO!

Van den Berg e Van der Sluys hanno usato lo stesso dispositivo a pendolo, poichè Hansen ha reso pubblico l'esperimento, incoraggiando altri a replicare i suoi risultati ed hanno osservato entrambi lo stesso cambiamento di movimento quando esso si trova in prossimità di una testa umana. Per togliere ogni dubbio, gli sperimentatori hanno interposto uno strato di plastica tra la testa ed il pendolo riscontrando la scomparsa del movimento, sicchè hanno concluso che lo schermo avrebbe posto il pendolo al di fuori dl campo bioenergetico misterioso, o semplicemente eliminata la fonte di calore. Hansen ha pubblicato una risposta a questo studio, notando dei difetti nella teoria del calore corporeo. Per cominciare, Hansen ha detto:
"Se si dovesse mettere una protezione in plastica spessa tra il soggetto e il pendolo, la forza di spinta [del campo bioenergetico] agirebbe inizialmente contro lo scudo. La forza di spinta dovrebbe sopravvivere al passaggio attraverso lo schermo e poi spingere contro il pendolo, ma ciò sarebbe in contrasto con i principi fondamentali della fisica, cioè è possibile utilizzare solo una forza alla volta sicchè, se essa viene utilizzata per spingere contro lo scudo, non può successivamente spingere contro il pendolo. "

Un altro fattore che secondo Hansen il Prof. Van den Berg ha omesso di prendere in considerazione, sono i movimenti postumi persistenti.
Hansen ha scritto:
"Un principio fondamentale della fisica del pendolo è che se il pendolo è azionato da una forza esterna e la forza viene rimossa, allora il pendolo ritorna immediatamente allo stato di riposo."
Anche qualsiasi accumulo di correnti convettive dovrebbe rapidamente sparire dopo che il soggetto si è allontanato.
Così le correnti di convezione non spiegano questi effetti postumi. Hansen presume che gli effetti del campo bioenergetico del soggetto siano in qualche modo
"impressi" nel pendolo e osserva che  Van den Berg ha anche omesso di riportare le varie frequenze con cui il pendolo oscilla in presenza di un soggetto umano.

Fonte del lavoro originale: http://drum.lib.umd.edu/

 

  pensieri e preghiere possono FAR GUARIRE
(14-06-15)

<<Ti manderò i miei pensieri.» «Pregherò per te" diciamo ad un amico al quale è stato diagnosticato un cancro o è tuttavia in cattive acque. C'è una credenza comune, che le nostre intenzioni compassionevoli possono aiutare gli altri. Uno studio del 2008 condotto da Dean Radin dell'Istituto di Scienze Noetiche, Jerome Stone (Boulder Community Hospital), Marilyn Schlitz ed altri pubblicato nel  Journal of Science & Healing (Elsevier), dimostra che i nostri pensieri possono causare simultanei, cambiamenti fisiologici in altri.
Trentasei coppie di volontari hanno partecipato a 38 sessioni di test in un esperimento controllato in cui ciascuno è stato collegato ad un poligrafo che misura la conduttanza cutanea. In 22 coppie, un membro ha inviato pensieri compassionevoli a intervalli casuali all'altro - un malato di cancro-. In un gruppo di controllo, 12 coppie hanno effettuata una procedura simile. Le coppie del gruppo di prova hanno ricevuto un corso di formazione in preghiera e meditazione, mentre quelli del gruppo di controllo non hanno ricevuto alcuna formazione. Le coppie sono state separate, il ricevitore confinato in una stanza elettromagneticamente schermata  ed il ricevente non era a conoscenza di quando il mittente gli stava dirigendo pensieri compassionevoli.
I risultati per tutte le 38 sessioni hanno mostrato una correlazione nella  conduttanza della pelle di mittente e ricevente.
Quando il mittente stava dirigendo pensieri positivi, la conduttanza del ricevitore rispondeva cambiando le sue caratteristiche elettrofisiologiche. Nessun correlazione è stata invece osservata nel gruppo di controllo.
Molti studi di laboratorio precedenti sono stati pubblicati sugli effetti a distanza di pensieri e preghiere, alcuni mostrano un effetto positivo. studio è diverso, in quanto si concentra su coppie che si conoscono e quindi motivate ad aiutarsi l'un l'altra.
 Non solo si é provato un cambiamento fisiologico misurabile in risposta al pensiero remoto, ma anche il fatto che una formazione adeguata può migliorare i benefici delle preghiere e dei pensieri positivi di guarigione.


Fonte:    http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18602616

STUDIO SULLE PRECOGNIZIONI
(28-05-15)

Che il mondo si muova grazie al denaro, non è una novità e così anche per studiare il Paranormale ne serve tanto.
Ben venga, quindi, anche la vile moneta visto che questa ricerca si svolgerà proprio nel mondo dell'alta finanza e, se i risultati che produrrà saranno positivi, non potremo che esserne felici.

È in corso una campagna di crowdfunding per finanziare un esperimento insolito condotto presso la University of California dal professore di Ingegneria Garret Moddel, dalla Dr. Julia Mossbridge del dipartimento di Psicologia della Northwestern University, e da un anonimo analista di servizi finanziari. Essi confronteranno diversi metodi di previsione dell'andamento della borsa, tra cui la visione remota ed i sogni precognitivi.
Il sito web della campagna spiega così le finalità della ricerca:
"
Una crescente letteratura di ricerca, compreso il nostro lavoro, suggerisce che gli esseri umani hanno accesso in modo non consapevole ad informazioni sui eventi futuri che dovrebbero altrimenti essere imprevedibili. Questo sembra strano, perché la maggior parte di noi normalmente non ha intuizioni su cosa porterà il futuro, se non in casi molto banali. Un lavoro precedente suggerisce che dobbiamo usare alcuni trucchi per accedere a queste informazioni non coscienti, come chiedere ai volontari di disegnare delle immagini associabili ad eventi futuri (visione a distanza), o suggerire loro di provare a sognarli (sogni precognitivi) . "
Gli studenti del professor Moddel sono già stati apparentemente in grado di prevedere i cambiamenti del mercato azionario.
"E 'stato dimostrato in esperimenti condotti dalla Stanford University e finanziati dalla Central Intelligence Agency (CIA), spiega il dottor Mossbridge in un video, "...con un tasso superiore all'evento casuale che molte persone possono essere addestrate a delineare un'immagine o una posizione geografica che vedranno nei prossimi giorni o settimane. "
Disegnando immagini simili, gli studenti del professor Moddel sono apparentemente stati in grado di prevedere i cambiamenti del mercato azionario, una capacità che Moddel spera di esplorare ulteriormente con questo studio. Ulteriori indagini sono perciò necessarie per garantire che i successi siano superiori a quelli che ci si aspetterebbe in base al caso.
Anche se lo scopo immediato di questo esperimento è quello di produrre ipotesi affidabili sui cambiamenti del mercato oltre 120 giorni, l'applicazione a lungo termine che il progetto ha in vista è di evitare gravi perdite negli investimenti.
L'obiettivo del progetto è di raccogliere 50.000 Dollari. Potete contribuire, accedendo alla pagina Web:

https://experiment.com/

 É MATEMATICO: LA COSCIENZA ESISTE FUORI DAL CERVELLO!  (19-05-15)
Un Fisico quantistico della Chungbuk National University in Corea ha dimostrato matematicamente che la coscienza non può
 essere simulata o riprodotta da un computer e, quindi,
che non può essere il sottoprodotto dell'attività neurologica del cervello.

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Il professor Daegene Song ha fornito prova matematica che la coscienza umana non può essere simulato da un dispositivo di elaborazione, per l'impossibilità di auto-osservazione, un meccanismo unico nel processo della coscienza. Nel suo articolo, "Non-computabilità della Coscienza," Song presenta la coscienza come una rappresentazione matematica, un processo non compatibile con i sistemi meccanici.
"Tra le attività coscienti, la caratteristica unica dell' auto-osservazione non può esistere in nessun tipo di macchina.
 Il pensiero umano ha un meccanismo che i computer non possono elaborare o essere programmati per farlo."
Song afferma inoltre che la coscienza in sé non è uguale ai noti sistemi fisici, quali i percorsi neurali nel cervello.
"Se la coscienza non può essere rappresentata nello stesso modo in cui tutti gli altri sistemi fisici sono rappresentati, non può essere qualcosa che nasce da un sistema fisico come il cervello. Il cervello e la coscienza sono collegati tra loro, ma il cervello non produce la coscienza. La coscienza è qualcosa di completamente diverso e separato. La matematica non mente. "


La comunità neuroscientifica ha lavorato per molti anni alla replicazione della coscienza in una macchina, aumentando il numero di percorsi tra chip di memoria, ma ora sembra che, non importa quanto sia grande il cervello della macchina, non sarà mai consapevole di sé. Una ipotesi generale tra gli scienziati è che la coscienza è un effetto collaterale dell' attività cerebrale, ma la matematica del dottor Song suggerisce che questo non può essere vero. Se ciò è corretto, quindi, è implicito un cambiamento fondamentale non solo nella scienza, ma anche nel modo in cui vediamo noi stessi. Sembrerebbe che la coscienza sia qualcosa a cui il cervello accede, ma che non la genera.
Ciò è coerente con una nuova teoria della coscienza sostenuta dal fisico Sir Roger Penrose e dal dottor Stuart Hameroff.
Penrose e Hameroff
( Vedi Art.1  Art. 2), suggeriscono che la coscienza è qualcosa applicata al cervello e non da esso generata .

"L'origine della coscienza riflette il nostro posto nell'universo, la natura della nostra esistenza. Si è la coscienza evoluta da calcoli complessi fra i neuroni del cervello, come la maggior parte degli scienziati affermano, o la coscienza, in un certo senso, è stata sempre qui come sostengono gli spiritualisti? " si chiedono Hameroff e Penrose.
"Si apre un potenziale vaso di Pandora, ma la nostra teoria ospita entrambi questi punti di vista, che suggeriscono il fatto che la coscienza deriva da vibrazioni quantiche presenti nei microtubuli, polimeri di proteine all'interno dei neuroni del cervello, che governano sia la funzione neuronale che quella sinaptica e collegano i processi cerebrali ad auto-organizzare
 in 'proto-coscienza' la struttura quantistica della realtà ".

Fonte:http://www.techswarm.com/

 COSCIENZA QUANTICA (12-05-15)

In "Attraverso il Wormhole", un documentario dello Science Channel, il dottor Stuart Hameroff, direttore del Centro Studi Sulla
Coscienza presso la Università dell'Arizona, teorizza che la coscienza continua ad esistere dopo la morte in un universo parallelo, usando la teoria dei quanti. Basandosi su teorie di altri scienziati, il dottor Hameroff spiega che la coscienza è un fenomeno non localizzato che può essere vecchia quanto l'universo fisico ch,e mentre una persona è viva, risiede nella struttura a microtubuli del cervello, fornendo un collegamento tra il cervello e l'anima. Il Dr. Hameroff ci spiega così la sua teoria:
"Diciamo che il cuore smette di battere, il sangue smette di scorrere, i microtubuli perdono il loro stato quantistico. L'informazione quantistica intrappolata nei microtubuli non viene distrutta, non può essere distrutta, si distribuisce e si spande nell'universo ".

Il Dr. Hameroff continua a teorizzare che tale informazione quantistica, la nostra coscienza, può esistere in questo stato indipendentemente dal corpo e può anche rientrare in corpi che risiedono in universi paralleli.
"La mia ricerca comporta il fatto che una teoria della coscienza può spiegare tutto, una teoria sviluppata negli ultimi 20 anni, con l'eminente fisico britannico Sir Roger Penrose. Chiamato 'riduzione oggettiva orchestrata' ( Vedi Art.1  Art. 2), ipotizza che la coscienza nasce dalle vibrazioni quantistiche presenti in polimeri proteici chiamati microtubuli, posti all'interno dei neuroni del cervello.
Tali vibrazioni interferiscono, 'collassano' e risuonano, controllando le sinapsi neuronali, sì da generare la coscienza e si collegano profondamente alle "increspature" della geometria dello spazio-tempo. La coscienza è più simile alla musica che ad una serie di calcoli computerizzati."

il Dr. Hameroff dice che questa potrebbe essere la spiegazione scientifica delle esperienze di pre-morte, della proiezione astrale e anche della reincarnazione.
Fonte: Centro per gli Studi Coscienza: http://consciousness.arizona.edu/

L'UNIVERSO POTREBBE NON AVERE AVUTO ALCUN Clic per l'articolo completoINIZIO (27-02-15)

Questo grafico mostra una sequenza temporale dell'universo sulla base della teoria del Big Bang e l'inflazione. Se una nuova teoria corrisponde al vero, l'universo non può essersi avviato con un "botto". Nella nuova formulazione, l'universo non è stato una singolarità, o un punto della materia infinitamente piccolo e infinitamente denso .
"La nostra teoria suggerisce che l'età dell'universo potrebbe essere infinita"
, ha detto il co-autore dello studio  Saurya Das, un Fisico Teorico dell'Università di Lethbridge in Canada.
Il nuovo concetto potrebbe anche spiegare che cosa sia la materia oscura misteriosa ed invisibile sostanza che costituisce la maggior parte dell'universo stesso...

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Questa la notizia che sta convincendo sempre più Fisici, ma il bello è che dal Mondo degli Spiriti ci è giunta già parecchio tempo fa attraverso la canalizzazione di Judy Laddon, autrice di un famoso libro, "Beyond The Veil" che potete acquistare (in Inglese) per pochi Euro su Amazon ed altri siti simili.
 Ecco cosa le disse il suo Spirito Guida in merito al Big-Bang:
"Mi spiace deludere i vostri Scienziati, ma non c'è stato alcun Big-bang, e non vi sarà alcuna contrazione della materia come hanno ipotizzato. La verità è che c'è una continuità di evoluzione, crescita e cambiamento.
L'universo continuerà ad espandersi nell'eternità. ....."

(Da: Oltre il velo, di Judy Laddon 1987).

I MILITARI HANNO GIà DIMOSTRATO CHE LE ESP SONO REALI!   (02-02-15)

Studi condotti negli ultimi decenni del secolo scorso da Enti Governativi USA e recentemente resi pubblici, hanno dimostrato che molte persone possono usare le loro menti (o altri mezzi inspiegabili) per piegare oggetti di metallo, trasportarne all'interno di un contenitore sigillato e al di fuori di esso, ed eseguire altre incredibili gesta.
Esperimenti scientifici che coinvolgono il teletrasporto e altre abilità telecinetiche sono esaminati in un documento di ricerca commissionata dalla US Air Force e scritto dall'Astrofisico Dr. Eric W. Davis nel 2004, intitolato semplicemente "Studio della Fisica del Teletrasporto ".
La "Telecinesi" si riferisce alla capacità di influenzare gli oggetti fisici con la mente. Il Teletrasporto è una forma di telecinesi in cui gli oggetti vengono spostati ad una certa distanza istantaneamente. Qui esploriamo alcuni esperimenti recensiti nella relazione.

Ora in pensione, il Col.JB Alexander incaricò un Ingegnere Aerospaziale, Jack Houck, di studiare il fenomeno e registrarlo in una forma osservabile", secondo il dottor Davis. Houck ha insegnato a piegare cucchiai o forchette con la mente per molti anni a diversi volontari.
Dimostrazioni, tenutisi al Pentagono, si sono svolte sotto l'osservazione di numerosi consulenti scientifici del governo ed alti funzionari militari, durante le quali vari oggetti metallici sono stati  piegati senza alcuna forza fisica evidente.

BAMBINI CINESI CAPACI DI TELETRASPORTO?

Nel 1980,in Cina, sono stati presumibilmente trovati un gran numero di bambini in possesso di capacità speciali. Alcuni di questi bambini sono stati testati, sotto la supervisione della National Defense Science Commission. Secondo gli studi pubblicati su riviste scientifiche cinesi, questi bambini muovevano con successo piccoli oggetti attraverso barriere fisiche e attraverso lo spazio senza toccarli.
La prima serie di esperimenti è stato pubblicato sulla rivista Ziran Zazhi  (Natura ufficiale) nel 1981, ed è stato intitolato
"Alcuni esperimenti sul trasferimento di oggetti Realizzati da abilità insolite del corpo umano". In questi esperimenti, i bambini avrebbero mosso , di qualche metro, piccoli oggetti, tra cui orologi e insetti senza averli mai toccati.
Uno degli oggetti teletrasportati era una micro-radio trasmittente che inviava un segnale ad appositi ricevitori elettronici, quindi è stato possibile monitorarlo durante il teletrasporto. Durante il teletrasporto, il segnale del trasmettitore è diventato estremamente debole, suggerendo che in quel momento era in uno stato alterato della materia.
Una seconda serie di esperimenti, pubblicata sul Journal of cinese Somatic Science nel 1990, è stata effettuato dall' Aerospace Medicine Engineering Institute di Pechino. Fotografia ad alta velocità e videocamere sono state usate per monitorare il movimento degli oggetti durante il teletrasporto.
I ricercatori cinesi hanno riferito che grazie a questo monitoraggio è stato possibile vedere gli oggetti mentre fisicamente si 'fondevano' o si miscelavano con le pareti dei contenitori sigillati, e in una diversa serie di esperimenti i campioni semplicemente scomparivano dall'interno del contenitore per riapparire in un altro luogo."
Davis scrive che questi esperimenti sono stati ripetuti con successo sotto condizioni "eccezionalmente ben controllate,sia in cieco che in doppio cieco." Evidentemente la capacità di controllare la materia con la mente potrebbe essere una potente arma di guerra, ecco perché i militari si interessano così tanto di psicocinesi e teletrasporto.

Webmaster da Epoch Times

PRANZO QUANTISTICO! (01-01-15)
(Di Michael Prescott)
I misteri della Fisica Quantistica sono sconcertanti per la maggior parte di noi ed è difficile capire come funzioni persino per i Fisici Teorici. In questo simpatico articolo, Michael Prescott ha tentato di semplificare al massimo il concetto fondamentale, con un paragone...alimentare.
Se avete digerito il cenone di fine anno, beh...dovreste digerire anche questo! Buona lettura.


<<Non ho la presunzione di aver risolto i misteri quantici, naturalmente, ma penso che c'è un modo particolare di guardarli che può essere utile: vedere i fenomeni quantistici come analoghi al processo del pensiero.
E 'abbastanza noto che una data entità quantistica, come un fotone, a volte può comportarsi come una particella e in altri momenti come un'onda. Molte spiegazioni, o "interpretazioni", sono state offerte per spiegare questo strano fatto. Uno dei più interessante è che il fotone esiste solo come onda di probabilità finché non incontra un ostacolo o un dispositivo di misurazione o un osservatore cosciente: a quel punto l'onda di probabilità collassa in una singola posizione specifica, onda o particella. Questo fenomeno è chiamato
"collasso della funzione d'onda".
Gli oggetti fisici del mondo macroscopico non si comportano in questo modo, almeno per quanto ne sappiamo, quindi la cosa sembra abbastanza sconcertante. Eppure abbiamo un esempio dalla nostra vita di tutti i giorni che si integra perfettamente con il comportamento dei fotoni e delle altre entità quantistiche.
Diciamo che siamo impegnati in un processo di pensiero. Forse ci chiediamo:
Che cosa voglio mangiare a pranzo?
Non appena la questione è sollevata, una miriade di possibili risposte si affollano nella nostra mente. Queste risposte vanno dalla più probabile, che so, uno spaghetto al tonno, alla meno probabile fagiano salmistrato in salsa tartara!
Nella nostra mente c'è
un'onda di probabilità - una nuvola di "potenziali soluzioni" che rappresenta tutti i possibili risultati o punti di decisione (cioè, tutte le probabilità non nulle), con le maggiori probabilità densamente raggruppate al centro, e le probabilità più basse più scarsamente distribuite lungo la sua periferia . Ora, mi rendo conto che, in pratica, le nostre menti limitate non possono contenere una così vasta gamma di possibilità come quelle offerte dagli innumerevoli cibi esistenti, ma se le nostre menti fossero sufficientemente grandi, potremmo immaginare ogni scelta possibile prima di decidere.
Il nostro prossimo passo è quello di scegliere. I mezzi con cui possiamo fare una selezione è in realtà abbastanza misterioso.
Un momento siamo indecisi; un attimo dopo siamo decisi. Come questo accada, nessuno può dirlo ed è il motivo per cui il libero arbitrio rimane enigmatico e controverso. In ogni caso, raggiungiamo una decisione.
Diciamo che abbiamo scelto un panino al tonno.
Il fatto stesso di prendere questa decisione comprime efficacemente l'onda di probabilità - la nube di potenziali esiti - fino a un solo punto, vale a dire il tonno. Abbiamo fatto crollare la funzione d'onda.

Il pensiero è incessante, quindi siamo subito di fronte a una nuova domanda:
quale bevanda voglio?
Ancora una volta, non appena la questione è sollevata, nasce una nube di potenziali scelte, che vanno dalla più probabile (acqua) alla meno probabile (champagne). Tutte queste scelte esistono come possibilità che non vengono realizzate finchè non operiamo una selezione - per esempio, la Coca-Cola.
In quell'istante la funzione d'onda collassa verso un unico punto di decisione: Coca-Cola.
I nostri processi di pensiero, in altre parole, possono essere visualizzati anche come una funzione d'onda o un punto di decisione, mai contemporaneamente, il che ci porta al famoso principio di indeterminazione formulato da Heisenberg.
 (Vedi il gatto di Schroedinger  LINK )

Heisenberg ha detto che possiamo conoscere o la posizione di un'entità subatomica o la sua quantità di moto (cioè essenzialmente la sua direzione di marcia), ma non entrambe allo stesso tempo ed anche nei termini della nostra analogia, questo è vero.
Quando ci poniamo la domanda: che cosa voglio per il pranzo? sappiamo la direzione del nostro pensiero che mira a rispondere a questa particolare questione, però, non sappiamo dove esso sta andando a finire -ovvero la sua posizione specifica.
Una volta che abbiamo optato per un panino al tonno, sappiamo la sua posizione specifica, ma a quel punto non sappiamo quale direzione avrà il prossimo processo di pensiero, almeno fino a quando la successiva domanda non viene formulata. Ora che ci chiediamo cosa vogliamo da bere, conosciamo la nuova direzione del nostro pensiero, ma non il punto di decisione che raggiungeremo, sicchè, una volta raggiunto quel punto di decisione, sapremo la sua posizione, ma non dove andremo successivamente da lì.
Quindi, in ogni dato momento, possiamo conoscere la "posizione" (posizione specifica) del nostro pensiero
 oppure la "spinta" (direzione), ma non possiamo farlo per entrambi allo stesso tempo.

Tutto questo suggerisce che l'astronomo Sir James Jeans può essere stato corretto quando ha suggerito che
 "
l'universo comincia ad essere guardato sempre meno come una grande macchina e sempre più simile ad un grande pensiero."
Ciò ha anche implicazioni con l'idea di una matrice d'informazioni alla base della realtà fisica.
Sebbene l'idea della matrice di informazione rende facile visualizzare i percorsi ramificati che procedono un determinato punto di decisione, potrebbe forse essere una cosa inutile. Gli stessi percorsi potrebbero esistere nella fantasia di una mente sufficientemente vasta. In altre parole la cosiddetta matrice di informazione potrebbe essere semplicemente la conoscenza totale e la fantasiosa estrapolazione di una Mente Cosmica. Pensate ad un campione di scacchi che studia la sua strategia e può immaginare tutte le probabili conseguenze di ogni possibile mossa, senza in realtà farne nessuna.
La Mente Cosmica (DIO!) sarebbe un Maestro Universale, in grado di rilevare la totalità di ogni possibile ramificazione
che potrebbe crearsi da ogni punto di decisione grazie al puro potere dell'immaginazione.

Se questo fosse il caso, allora
la coscienza in quanto tale, e non un qualsiasi tipo di matrice di informazione o di una sorta di software cosmico, sarebbe il vero fondamento dell'essere - la struttura sottostante a ciò che chiamiamo realtà fisica.
In tal caso, l'antica intuizione mistica - che noi e tutto ciò che esiste siamo solo pensieri nella mente di Dio -
 sarebbe vista come letteralmente vera.>>

(TRADUZIONE: WEBMASTER)

Un margine molto ristretto
(29-12-14)

Dal blog di Michaele Prescott, un articolo che dovrebbe convincere anche gli Atei più ostinati sull'impossibilità che l'Universo sia nato per caso e non per un preciso e finissimo disegno di una Mente Superiore.
Noi la chiamiamo DIO e voi?
Silvio ci ha inviato questo interessante video sul tema: Dio, o Caso?
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Questo è un estratto dal libro di John C. Lennox "God's Undertaker", che riassume perfettamente alcune delle prove per l'apparentemente miracolosa calibrazione del cosmo. Dopo aver discusso brevemente della abbondanza di carbonio resa possibile dalla risonanza molto specifica dei nuclei di elio e di berillio ("se la variazione fosse più dell'1 per cento in entrambi i casi, l'universo non poteva sostenere la vita"), Lennox si sposta su altre questioni. In termini di tolleranza consentita, questo esempio [del carbonio] diventa insignificante quando si considera la finezza della messa a punto di alcuni degli altri parametri esistenti in natura. Il Fisico teorico Paul Davies ci dice che, se il rapporto della forza nucleare forte e della forza elettromagnetica fosse stato diverso di una parte su 10^16 , le stelle non avrebbero potuto formarsi.


Silvio ci ha inviato questo interessante video

Ancora, il rapporto fra la forza elettromagnetica e la forza gravitazionale è anch'esso un delicato equilibrio. Aumentatela di una sola parte su 10^40 e possono esistere solo piccole stelle; diminuitela della stessa quantità e ci saranno solo grandi stelle.
È necessario disporre di grandi e piccole stelle dell'universo: quelle grandi producono elementi nelle loro fornaci termonucleari, mente le piccoli bruciano abbastanza a lungo per sostenere la vita sui pianeti .
Questo è il tipo di precisione di cui un tiratore scelto avrebbe bisogno per colpire una moneta posta sul lato opposto dell'universo osservabile, cioè a venti miliardi di anni luce di distanza! Se troviamo difficile immaginarlo, un ulteriore esempio suggerito dall' astrofisico Hugh Ross ci può aiutare. Coprite l'America con tante monete poste in una colonna in grado di raggiungere la Luna (380,000 km), poi fate la stessa cosa per un miliardo di altri continenti della stessa dimensione. Dipingete una moneta di rosso e mettetela da qualche parte in uno dei miliardi di pali. Bendate un amico e invitatelo a trovarla.
Le probabilità di trovarla sono circa una su 10^40 !

Il cosmo però ha altre splendide sorprese in serbo. Si ritiene che una modifica del rapporto di espansione e contrazione delle forze di appena una parte su 10^
55 del momento di Planck (soli 10^-43 secondi dopo l'origine dell'universo), avrebbe portato - per una troppo rapida espansione- ad un universo senza galassie, viceversa ad un rapido collasso.
Eppure anche questo esempio di precisione è completamente eclissato da quello che è forse l'esempio più sbalorditivo di tutti.
Il nostro universo è un universo in cui l'entropia (una misura del disordine) è in aumento: un fatto che è sancito dalla seconda legge della termodinamica. L' eminente Matematico Sir Roger Penrose scrive:

[* Nella teoria dei sistemi dinamici si chiama spazio delle fasi di un sistema lo spazio i cui punti rappresentano univocamente tutti e soli i possibili stati del sistema. Nella meccanica classica lo spazio delle fasi di solito rappresenta tutte le possibili posizioni e velocità di ogni punto materiale.]

"Provate ad immaginare lo spazio delle fasi [*] ... di tutto l'universo.
Ogni punto in questo spazio delle fasi rappresenta un modo diverso possibile in cui l'universo potrebbe essere iniziato. Dobbiamo immaginare il Creatore, armato di un 'chiodino' - che deve essere posizionato ad un certo punto nello spazio delle fasi ... Ogni diverso posizionamento creerebbe un universo diverso. Ora, dalla precisione necessaria per raggiungere l'obiettivo del creatore dipende l'entropia dell'universo che viene così creato. Sarebbe relativamente 'facile' produrre un universo ad alta entropia, perchè ci sarebbe un grande volume di spazio delle fasi disponibile per il punto iniziale rappresentato dal chiodino. Ma per creare un universo con uno stato di bassa entropia - in modo che esisterà davvero una seconda legge della termodinamica - il creatore deve puntare ad un volume molto inferiore di spazio delle fasi. Come minuscola sarebbe questa regione , in modo che un universo molto simile a quello in cui effettivamente viviamo possa essersi formato? "

I suoi calcoli lo portano alla notevole conclusione che l'obiettivo del Creatore deve essere accurato per una parte su 10 elevato alla potenza di 10^123, cioè 1 seguito da 10 elevato ad una potenza di 123, un "
numero che sarebbe impossibile scrivere nel modo decimale solito, perché anche se fossimo in grado di mettere uno zero su ogni particella dell'universo non ci sarebbero abbastanza particelle disponibili. " Di fronte, non ad uno, ma a molti spettacolari esempi di precisa messa a punto come questi, forse non è sorprendente che Paul Davies dica: "L'impressione che tutto sia nato a seguito d'un disegno intelligente è schiacciante.»

(Dal Blog Di M. Prescott)

AWARE RIPARTE: SECONDO
Il Dr. Sam ParniaSTUDIO SULLE NDE
(13-12-14)

Il progetto della seconda fase dello studio AWARE è ora disponibile sul sito web della rete clinica Research UK. Ovviamente é una gran bella notizia e dimostra che questa importante ricerca sta andando avanti e che a un certo punto in futuro più dati emergeranno sui tentativi di catturare le NDE con metodologie più  efficaci. Questo ultimo punto è certamente qualcosa che sembra essere stato affrontato nel nuovo disegno dello studio. Se avete letto i miei post precedenti, avrete notato che ho sottolineato i problemi statistici che affrontano gli inquirenti, e cioè che a causa del fatto che nella piccola percentuale di persone che sopravvivono ad un arresto cardiaco, solo il 10% dice di aver avuto un qualsiasi tipo di NDE e di queste solo il 25% una Out Of Body Experience,  sicchè il  numero necessario per convalidare una OBE sarebbe enorme. Questo problema è amplificato dal fatto che nello studio AWARE originale meno della metà dei soggetti si trovava in aree con immagini di convalida, quindi, anche se qualcuno ha riportato una NDE con una OBE, le possibilità di vedere una immagine erano estremamente basse. I Pronto Soccorso ed il personale di ricerca saranno avvisati che, in caso di arresti cardiaci, saranno dotati di dispositivi di controllo dell'ossigenazione cerebrale portatili e d'un tablet che mostra le immagini verso l'alto, sopra al paziente, mentre la rianimazione è in corso. Le misurazioni ottenute durante l'arresto cardiaco saranno utilizzate per confrontare i dati di tutti i pazienti con arresto cardiaco indipendentemente dal fatto che sopravvivano o muoiano. I sopravvissuti saranno poi seguiti e con il loro consenso saranno interrogati durante interviste registrate.
Questa soluzione è un po' come la famosa storia di Maometto che va alla montagna ed ha le potenzialità per risolvere molti dei problemi incontrati nel primo studio. In questo modo, dove esiste un gruppo di ricerca, grazie ai tablets, si  cancella immediatamente il problema di avere  sufficienti postazioni con le immagini su monitor fissi. Tuttavia non vi è la certezza assoluta che il soggetto possa sperimentare la OBE dalla prospettiva di essere direttamente sopra se stesso e quindi vedere le immagini sul tablet. Anche se questo è di solito il punto di visualizzazione durante una uscita fuori dal corpo, non è certo che accada sempre così, quindi potremmo ottenere racconti frustranti da qualcuno che ha, sì, una OBE, ma restando in piedi in un angolo e quindi non in grado di riferire quali immagini scorressero sui tablet.  Inoltre, posso immaginare che ci dovrà essere un notevole sforzo di formazione necessaria per i ricercatori ed anche una grande quantità di collaborazione dei vari team di rianimazione la cui priorità immediata è far rivivere il paziente. Tuttavia, questo nuovo metodo ha vantaggi significativi rispetto a quelli utilizzati nel primo studio in cui i monitor erano fissi e quindi dovrebbe avere una maggiore probabilità di convalida senza reclutare decine di migliaia di pazienti.
Lo studio infatti mira a iscrivere 900-1500 soggetti entro la fine di Maggio 2016 e sarà uno studio internazionale multicentrico come AWARE. Auguriamo la miglior fortuna ai Ricercatori nel loro sforzo teso a convalidare le NDE e le esperienze extracorporee, e vorrei congratularmi con il Dott Parnia e i suoi Colleghi per il loro ingegno e tenacia.

Fonte: http://awareofaware.co/author/orsonw23/

AGGIORNAMENTI SULLO
STUDIO AWARE
 
 
(17-10-14)

A margine della grande risonanza che in questi giorni ha avuto lo studio Aware sulle NDE, riportiamo la strana OBE/DBV dell'unico paziente che ha riferito quanto gli è accaduto durante l'arresto cardiaco.  Il "Signor A" -come viene chiamato nello studio, era entrato in sala operatoria per effettuare un'operazione ormai routinaria, cioè l'inserimento nelle sue coronarie d'uno "stent"  (angioplastica), ma qualcosa è andata storta ed il suo cuore si è arrestato durante la procedura.  Ecco il racconto della strana esperienza fornitoci dallo stesso Parnia.

<< L'equipe medica aveva portato il signor A nella sala dove si eseguono i cateterismi cardiaci e -come d'uso- aveva posto un telino sterile sulla parte superiore del suo corpo (foto) in modo che  potessero lavorare su di lui senza che egli potesse vedere cosa stava succedendo.  In tali condizioni non poteva accorgersi quando il Cardiochirurgo arrivò, né quando gli fu iniettato un anestetico locale in modo da poter spingere il catetere da un vaso sanguigno inguinale fino al cuore. In questa fase, il paziente ha detto che stava ancora parlando con l'infermiera, Sarah, quando "tutto ad un tratto, non c'ero più". Il cuore del signor A aveva smesso di battere, ma invece di perdere conoscenza, come dovrebbe essere il caso una volta che il flusso di sangue al cervello si interrompe, il paziente ha lasciato il suo corpo:

<<Mi ricordo vividamente una voce automatica che diceva: "Paziente in arresto, scioccare il paziente!",  ed io ero in quell'angolo della stanza [indicando il punto più lontano della stanza], dove c'era una persona che mi faceva cenno. Potevo vederla e mi ricordo che pensavo fra me e me, "Io non posso alzarmi fino a lì." Un secondo dopo ero lì e stavo guardando giù verso di me, l'infermiera Sarah, ed un altro uomo che aveva la testa totalmente calva ... io non sapevo nemmeno che ci fosse un altro medico.
 Non lo avevo visto fino a quando non sono andato fino a quell'angolo. Capisci cosa sto dicendo?>>

E' interessante notare che il Signor A sembra aver avuto un incrocio tra una visione sul letto di morte (DBV) ed una NDE.
Un gran numero di rapporti delle visione sul letto di morte citano apparizioni in un angolo della stanza ed il Signor A inizialmente ha visto, dalla sua prospettiva del 'letto di morte', una persona proprio lì e poi in un istante era anche lui 'lassù '.
Il Signor A. ha anche detto di aver visto un uomo calvo che stava lavorando sul suo corpo, che egli non aveva notato
dal suo punto di vista corporeo a causa del telo sterile (fatti riscontrati come veri):

<<Ho potuto vederli di schiena, chiaro come il giorno, come vedo questo [indicando un oggetto.] La cosa successiva che ricordo è il risveglio sul lettino operatorio e le parole che Sarah mi disse: "Oh, allora, il Signor A. é di nuovo con noi." Se lei ha detto quelle parole, se  quella voce automatica era reale, non lo so, ma la gente dovrebbe venire a sapere di queste cose.
Non so come poter confermare, sto solo dicendo quello che mi è successo e quel che ho vissuto. Dal lettino non riuscivo a vedere la faccia del chirurgo, potevo vederlo solo di schiena. Era un tizio piuttosto grosso, aveva un camice ed un cappello blu, ma non potevo sapere che non avesse capelli, perchè la sua testa era coperta dal cappellino.>>


La voce robotica, il suono che il signor A aveva sentito inizialmente, proveniva da un sistema elettronico in grado di rilevare quando il cuore smette di battere regolarmente ed è in fibrillazione e che allerta l'equipe affinchè venga praticata una defibrillazione elettrica. Pur essendo in arresto cardiaco, il Signor A. è stato in grado di ripetere correttamente il comando dato dal DAE, così come descrivere il medico, anche se non lo aveva precedentemente visto a causa del drappo che gli era stato messo davanti.
In definitiva, tuttavia, per gli scettici questo è l'ennesimo 'rapporto aneddotico', inammissibile nella corte della scienza.
Dovremo aspettare e vedere se lo studio AWARE sarà in grado di produrre qualcosa di più determinante negli anni a venire.
Anche se sono trascorsi quattro anni da quando lo studio AWARE è stato messo in moto ed i risultati finora raggiunti hanno dimostrato la difficoltà ad indagare la componente di esperienza fuori dal corpo, Sam Parnia è determinato come sempre a proseguire con la ricerca ed anche per migliorare le procedure. Ad esempio, egli osserva che nel caso del Signor A., la presenza di una mensola con simboli o fotografie sopra il lettino operatorio potrebbe non aver fatto alcuna differenza, in quanto il paziente ha detto che galleggiava in un angolo opposto della stanza, ben lontano da dove sarebbe stato collocato il bersaglio. Forse una revisione delle posizioni di visualizzazione in base a quanto viene segnalato dagli OBEr's potrebbe consentire in futuro migliori risultati.
 

PERPLESSITA' INIZIALI
Già durante il corso dello studio Aware, il Dr. Bruce Greyson  esprimeva i suoi dubbi sul raggiungimento di risultati significativi.
<<Se si dovesse chiedere ai viaggiatori di ricordare il nome scritto sul badge dell'agente aeroportuale che indica il passaggio attraverso il metal detector, è altamente improbabile che qualcuno sarebbe in grado di ricordarselo. L'obiettivo designato - il distintivo della compagnia- era proprio di fronte a loro per essere visto, ma non avevano alcun motivo di prestarvi attenzione e nessun motivo di ricordare nulla, se lo avessero visto". Il problema con l'esperimento è nel suo progetto, che non prevede nessuna ragione per cui i pazienti avrebbero dovuto vedere o ricordare il bersaglio designato.  I pazienti che riferiscono di aver lasciato i loro corpi nel bel mezzo di una crisi di pre-morte non hanno ragioni per notare un obiettivo scelto casualmente e posto in un angolo della stanza che non ha particolare significato per loro, e pur se capitasse di vederlo, non avrebbero alcun motivo per ricordarlo.
Quindi non mi aspetto dati significativi dello studio AWARE, anche se è sempre meglio che non fare alcuna ricerca".


Tuttavia, lo studio AWARE fa rilevare una varietà di aspetti della NDE, oltre alla semplice percezione verificabile, permettendo altri eventuali approfondimenti su questo mistero. Ad esempio, dai dati finora ottenuti, Parnia è stato in grado di proporre un possibile motivo per cui così tante persone che sono resuscitate non ricordano d'avere avuto una esperienza di pre-morte.
Notando una correlazione tra la lunghezza dell' arresto cardiaco e se vi è stata o meno una NDE,  Parnia suggerisce che
<<... se un arresto cardiaco è relativamente breve, l'infiammazione post-rianimazione del cervello causa danni diffusi (compresi i danni ai circuiti di memoria) relativamente lievi rispetto a chi subisce un arresto cardiaco prolungato.  Ne consegue che chi riferisce dettagliate esperienze di pre-morte può farlo semplicemente perché ha sofferto meno danni al cervello -in particolare ai circuiti di memoria -
nei giorni e nelle settimane dopo l'arresto cardiaco>>.

Se i futuri studi di Parnia e di altri Neuroscienziati avranno successo, la mente non sarà più vista come un prodotto del cervello e la nostra percezione di noi stessi e del nostro ruolo nell'universo sarebbero cambiati per sempre. Noi lo speriamo di tutto cuore...
 

(Webmaster)

CONCLUSO LO STUDIO AWARE (08-10-14)
"C'è una forma di consapevolezza dopo la morte",
queste le strabilianti conclusioni dello "Studio Aware" condotto dal Dr. Sam Parnia esaminando più di 2000 casi di persone che avevano sofferto un arresto cardiaco in 15 ospedali in Gran Bretagna, Usa e Austria. E' emerso che il 40% dei sopravvissuti avevano "ricordi" nei minuti in cui erano clinicamente morti. L'Università di Southampton ha affrontato in modo scientifico questa possibilità scoprendo che una qualche forma di "consapevolezza" può continuare anche dopo che il cervello ha cessato di funzionare del tutto. Si tratta di una teoria controversa che fino ad ora ha sollevato molto scetticismo, ma gli scienziati inglesi, dopo quattro anni hanno fornito risultati molto interessanti.
E' emerso che circa il 40% dei sopravvissuti avevano "ricordi" di quella esperienza nei minuti in cui erano clinicamente morti. Un 57enne di Southampton ha detto di aver vissuto una sorta di esperienza extracorporea, e di aver assistito alle azioni dei medici che cercavano di rianimarlo. "
Sappiamo che il cervello non può funzionare quando il cuore smette di battere - ha detto Sam Parnia, ricercatore che ha guidato lo studio - Ma in questo caso la consapevolezza cosciente sembra essere rimasta attiva fino a tre minuti dopo che il cuore non funzionava più, anche se il cervello di solito "si spegne" dopo 20-30 secondi da quando il cuore si ferma". Notevole il caso di un paziente che ha avuto un'attendibile OBE e che ha riferito particolari verificabili: per la prima volta, è stato possibile correlare il suo racconto con un preciso segnale acustico L'uomo ha descritto tutto quello che era accaduto nella stanza, ma fatto molto importante, ha sentito due bip da una macchina che fa un rumore a intervalli di tre minuti.
"Così abbiamo potuto cronometrare quanto tempo l'esperienza è durata
",
ha aggiunto Parnia. "
Sembrava molto credibile e tutto ciò che egli ha detto che gli era accaduto era realmente accaduto. "
Gli scienziati hanno esaminato 2.060 pazienti con arresto cardiaco. Dei 330 sopravvissuti, 140 dicono di aver ravvisato un qualche tipo di consapevolezza mentre venivano rianimati. Uno su cinque ha detto di aver provato un senso di tranquillità, altri di aver visto una luce brillante ed una sensazione di tempo accelerato o rallentato, mentre altri hanno descritto la sensazione di annegamento o di essere immerso in acqua. Parnia afferma che molte più persone dovrebbero avere esperienze simili, quando vicine alla morte, ma i farmaci usati in rianimazione possono impedire loro di ricordare l'esperienza.  Il dottor Jerry Nolan, Capo-editore  Rianimation ha detto:
"
Al dottor Parnia e Colleghi vanno le nostre congratulazioni per il completamento di uno studio affascinante
che aprirà la porta a più ampie ricerche su ciò che accade quando si muore."

STUDIO AWARE: UN MEZZO FIASCO? (09-10-14)

COSA NE PENSA IL WM:

La caratteristica più interessante dello studio, per come era stato presentato al suo lancio, era la possibilità che i Ritornati potessero vedere e poi descrivere delle foto con simboli, paesaggi, animali, etc, posti sul soffitto e visibili solo dall'alto. Purtroppo, leggendo i risultati finali, si evince che nel 78% delle sale di rianimazione tali cartelloni non erano presenti. Inoltre, molti presunti Ritornati non hanno voluto essere intervistati, riducendo ulteriormente la casistica (grazie, Privacy!).
Gli scarsi casi di autoscopia non mi sembrano statisticamente sufficienti per gridare al successo pieno, c'è solo da sperare che questi esperimenti si moltiplichino, grazie alla curiosità ed all'interesse che Parnia  - almeno questo merito gli va riconosciuto- ha suscitato nel mondo accademico ed auspicare che questi tabelloni siano installati in tutti gli ospedali del mondo.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Rianimazione:

www.southampton.ac.uk/mediacentre/news/2014/oct/14_181.shtml

La scienza Prova che
siamo tutti collegati
(07-10-14)


L'idea di Coscienza Globale è una notizia in stile New-Age di vecchia data, ma la scienza ama cerare prove sulla fede ed ora supporta la nozione che le nostre menti sono tutte collegate tramite un fattore globale, potenzialmente universale,
cioè la coscienza.
I ricercatori del Progetto Coscienza Globale (GCP), che ha avuto il suo inizio alla Princeton University nel 1998
(Vedi ns. articoli precedenti, CLIC)
ed oggi operano a livello internazionale, affermano di aver ottenuto prove concrete che un tipo di consapevolezza trans-personale si verifica quando un gruppo di persone condividono un'esperienza comune .
La ricerca ha utilizzato una rete globale di dispositivi che utilizzavano il tunneling quantistico,in grado di distinguere segnali coerenti dal rumore di fondo casuale.
Anche se incredibilmente deboli ed imprevedibili, i segnali sono stati considerati statisticamente significativi, visto che tendevano a manifestarsi nei momenti in cui grandi numeri della popolazione globale erano suscettibili ad essere incentrati
sulle stesse informazioni, come ad esempio personaggi celebri, feste religiose, o catastrofi.
Il sistema di rilevamento comprende un gran numero di generatori di numeri casuali (RNG) basati sul tunneling quantistico, di cui fino a 70 sono attivi in un qualsiasi momento. Il RNG emette un flusso continuo di numeri casuali, cioè imprevedibili, sotto forma di zeri e di uno (dati binari) ed in base alle leggi della probabilità, la media è circa 50% per ogni "lancio", simile ad un "testa o croce".
Quando però il mondo è unito dallo stesso pensiero, come ad esempio dopo gli attacchi al World Trade Center, è emerso che si viene a verificare un output diverso di ogni dispositivo RNG che si scosta così da questo 50%.

"Quello che possiamo interpretare da parte dei nostri esperimenti è che siamo davvero interconnessi",
dice Roger Nelson, direttore del GCP. "Gli esseri umani non sono isole di coscienza."
Anche se tali risultati non erano affatto prevedibili, l'effetto osservato è stato sufficiente a fornire dati statistici convincenti se confrontato con le normali risultanze per questo tipo di evento. Tutti gli sforzi per invalidare i dati o le conclusioni dell'esperimento hanno finora fallito, e le prove a favore diventano sempre più convincenti.
Nella seconda parte del 1998, le probabilità cominciarono a superare il valore di
uno a 20, considerato già un livello accettabile in molte discipline, ma sulla scia di ulteriori studi, questo livello di certezza ha cominciato a crescere fino a quando nel 2000,
le probabilità a favore della tesi hanno superato il valore statistico di uno a 1.000, finchè nel 2006, hanno sfondato il livello di
uno contro milioni e sono ora più di una contro un trilione!
Questi risultati sorprendenti superano di gran lunga i limiti della significatività statistica nella maggior parte dei settori scientifici, come la medicina e le previsioni meteorologiche, ma quali sono gli effetti quando questa coscienza globale si attiva?
La prova ha suggerito che i nostri pensieri o le onde cerebrali sono più che semplicemente intenzioni con o senza conseguenze energetiche, come un circuito elettrico; sono anche onde di informazioni, consentendo uno scambio di dati tra le menti indipendentemente dalla distanza. Questo spiega il motivo per cui le persone possono più facilmente completare un cruciverba il giorno dopo la sua pubblicazione, ovvero quando già molti altri lo hanno risolto.
Vi è un fenomeno interessante che è già riconosciuto dalla scienza, noto come "effetto multiplo".
Questo è il termine usato quando persone diverse in vari luoghi culturalmente diversi e lontani elaborano un'idea o un'invenzione contemporaneamente. Alcuni esempi di questo sono la teoria dell'evoluzione, proposto non solo da Darwin, ma anche da Alfred Russel Wallace, ed il Calcolo Infinitesimale, proposti sia da Isaac Newton che da Gottfried Leibniz.
Un altro fatto interessante che sembra illustrare tale effetto è la costruzione delle piramidi, presenti in tutto il mondo.
In un momento in cui i viaggi e le comunicazioni erano molto limitati, come facevano piramidi con la stessa progettazione ad essere costruite da tre diverse antiche civiltà in Messico, Indonesia ed Egitto, ovvero su tre continenti diversi?
"Possiamo concludere," dice Nelson, "che ci sono dei reali effetti della coscienza in tutto il mondo, correlazioni inattese della nostra rete di dispositivi casuali. Qualcosa sta succedendo e la conclusione più probabile è che vi è una interconnessione della coscienza in profondità a livelli nascosti tra persone e persone in tutto il mondo. "
Questa non è la prima volta che la scienza si è interessata a tale concetto esoterico; uno studente molto precoce della consapevolezza globale è stato Pierre Teilhard de Chardin, 1881-1955, filosofo francese, sacerdote gesuita, paleontologo e geologo. Teilhard ha revisionato e perfezionato un'idea originariamente messa in discussione da Vladimir Vernadsky. Vernadsky aveva ideato il concetto di Noosfera (sfera finale di coscienza) e concepì l'idea del Punto Omega, il livello di massima complessità, coerenza e coscienza, che sarebbe il punto finale dell'evoluzione. Elaborando ulteriormente la teoria di Vernadsky, Teilhard ha affermato che, man mano che la tecnologia si è evoluta e la popolazione è cresciuta, la terra nel suo complesso sarebbe diventata cosciente ed allo stesso tempo la consapevolezza di ogni singolo essere vivente sarebbe migliorata.
Nelson ipotizza che il GCP potrebbe aver rilevato i primi barlumi di un tale mutamento:
"Quello che vediamo nelle correlazioni con la coscienza globale può essere una qualche versione molto debole
della Noosfera di Teilhard. Potrebbe richiedere 10.000 anni per materializzarsi -
ammonisce-  ma potremmo già godere
dei primi effetti positivi lungo la strada che c'è ancora da percorrere.


Ancora una volta, la scienza sembra "scoprire" una verità che è in realtà già stata riconosciuto da secoli ma forse c'è ben altro: potrebbe questo fatto stare alla base di tutte le religioni? Quando un certo numero di persone si riunisce in preghiera e si concentra su un'intenzione, è possibile veramente influenzare l'esito degli eventi? Nel Vangelo, il versetto di Matteo 18:20 corrobora questa ipotesi:
"Perché dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono lì in mezzo a loro."
Forse la la scienza è inavvertitamente inciampata sulla nostra capacità innata di accedere al divino?

(Webmaster da varie fonti Internet)

NDE ED ANESTESIA COSCIENTE
(24-09-14)
E' stato appena pubblicato il più grande studio mai effettuato sui risvegli durante l'anestesia. Le principali conclusioni smonterebbero una classica obiezione degli scettici a sfavore delle NDE.Il risveglio durante l'anestesia è raro - forse più raro di quanto si pensasse. Studi precedenti evidenziavano circa 1 o 2 risvegli per ogni 1.000 operazioni, ma il nuovo studio ha trovato un'incidenza di 1 solo episodio ogni 19.000 operazioni. Circa la metà delle persone che hanno riportato tale esperienza dicono che era angosciante, mentre l'altra metà non ha provato alcunché ma, a quanto pare, nessuno la giudica come un'esperienza positiva.
Il 41 per cento dei pazienti che si è svegliata sotto anestesia ha accusato da moderati a gravi effetti psicologici a lungo termine. Questi effetti spesso hanno assunto la forma di disturbo da stress post-traumatico, che può persistere per anni.L'incapacità di muoversi è la caratteristica più comune citata dai pazienti. Un paziente l'ha così descritta:
 
"Improvvisamente, mi accorsi che qualcosa era andato molto male potevo sentire quello che stava succedendo intorno a me, e mi resi conto con orrore che mi ero svegliato nel bel mezzo dell'operazione, ma non riusciva a muovere un muscolo. . " Solo il 18% sente qualche dolore.
Anche se è probabilmente inutile, non posso fare a meno di confrontare queste storie con una tipica NDE.
Ricordate che alcuni scettici hanno sostenuto che le NDE - almeno quelle che si svolgono durante un intervento chirurgico- sono episodi di risveglio dall' anestesia. Tuttavia la tipica NDE non include nessuna di queste caratteristiche. Una tipica NDE ...

*è un'esperienza positiva, a volte descritta come euforica

*è caratterizzata dal senso di libertà di movimento, sia in sala operatoria sia come
 un "volo" verso (
e talvolta dentro) una luce brillante

*non comporta alcun dolore, almeno fino a quando la persona ritorna nel suo corpo

*non comporta stress post-traumatico (
PTSD=Posttraumatic stress disorder), ma invece
 molto spesso porta ad un più profondo apprezzamento e godimento della vita.


Ora, so bene che ci sono alcune NDE da incubo o infernali, ma neanche queste sono caratterizzate da paralisi, dolore, o PTSD, inoltre sembrano essere piuttosto rare. L'unica grande sovrapposizione che vedo tra l' anestesia cosciente e le NDE è che, in entrambi i casi, il paziente riferisce di sentire quello che i medici e gli infermieri stanno dicendo, ma a differenza del Ritornato, il paziente consapevole durante l' anestesia non riporta dettagli dell'ambiente circostante, (nè tantomeno di ambienti adiacenti o addirittura fuori dall'ospedale) - e certamente non vede nulla dall'alto. Eppure ci viene detto che i Ritornati inconsciamente costruirebbero queste immagini visive per farle corrispondere ai suoni che avrebbero sentito. Se così fosse, perché i Ritornati avrebbero un'esperienza visiva, mentre i pazienti svegli durante anestesia non lo fanno? Se il cervello è cablato per costruire automaticamente le immagini suggerite dai suoni, non sarebbero entrambi i gruppi ugualmente capaci di tradurre le loro impressioni uditive in termini visivi?

Quando guardiamo le caratteristiche più comuni dell'anestesia cosciente - paralisi (42%), udire rumori o voci (37%), sensazione di toccatine non dolorose (21%), incapacità di respirare o una sensazione di soffocamento (11%), "esperienze oniriche" (5%) - stiamo vedendo cose che, per la maggior parte, i Ritornati non riportano. Ho letto centinaia di racconti di NDE e non ho mai letto che il Ritornato abbia temuto di "soffocare" o si sia sentito toccare dell' equipe medica. Nelle NDE è comune un senso di separazione dal corpo fisico e la mancanza di interesse per ciò che i rianimatori stanno facendo. Normalmente i Ritornati si sentono liberati, non confinati; rinvigoriti, non soffocati; sicuri ed amati, non provano panico nè si sentono minacciati.
Per quanto riguarda le "esperienze oniriche," il termine è troppo vago per essere significativo, ma notate che i Ritornati di solito insistono sul fatto che la loro esperienza non è stata fiabesca oppure "onirica", ma più reale della vita ordinaria. Nel complesso, questo nuovo studio di quattro anni, che coinvolge "
tutti gli ospedali del Regno Unito ed in Irlanda, nonché 300 rapporti aneddotici," sembra gettare ulteriori dubbi sulla pretesa già dubbia che le NDE possono essere spiegate come episodi di anestesia cosciente.

(Traduzione WM  - Dal Blog di Michael Prescott)

 

il dio Scienza ed i suoi comandamenti (20-09-14)
Intervista al biologo di fama mondiale Rupert Sheldrake
(GRAZIE A SIXOK CHE CE LO HA SEGNALATO SUL FORUM)

A cura di Elsa Masetti, tratto dall'ultimo numero di “Scienza & Conoscenza” n. 47, www.scienzaeconoscenza.it/riviste/rivista-47.php
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Il credo materialista, professato da scienziati che hanno assunto l’autorità di un nuovo sacerdozio, ha trasformato la scienza da un metodo d’indagine aperto e flessibile a un massiccio sistema di convinzioni. Rupert Sheldrake, uno degli scienziati più innovativi a livello mondiale, ci spiega – dopo averli elencati e indagati nel suo ultimo libro – perché i dogmi della scienza sono limitanti, un potenziale pericolo per il futuro dell’umanità. Sheldrake ci invita a porci con coraggio nuove domande, offrendoci al contempo possibilità di scoperta inimmaginabili e una nuova visione del reale e di ciò che è possibile.

E primo fu il Verbo… quello della Scienza.  E in seguito Esso creò i sui comandamenti: dieci. Ovvio.

Essi sono scolpiti nella materia meccanica, da corpi inerti e menti limitate alla massa cerebrale. Imponenti nella loro autorevolezza sono tali da influenzare alla base la visione dell’universo, della vita sulla terra, della mente, della coscienza, della medicina… Megafonati dai media, infiltrati in Wikipedia, pubblicati in ogni bibbia scientifica scolastica, rappresentano a tutt’oggi il sapere della scienza e, a seguire, della visione-cultura materialista al nocciolo dormiente della nostra civiltà. Nessuno nega che abbiano fornito ingenti miracoli al progresso tecnologico e tuttavia è altrettanto evidente che stanno franando. Della scienza hanno perduto il passo facendosi fissi, occhi vitrei di chi, negando la coscienza, rischia di negare la vita e il suo movimento. La scienza, ci mostra Rupert Sheldrake – uno degli scienziati più innovativi a livello mondiale – è diventata più dogmatica che scientifica. Il suo libro, intitolato nella versione italiana Le illusioni della scienza (Urra Editore), dovrebbe circolare in tutte le scuole superiori e le università, per stimolare di nuovo l’indagine, la ricerca in aree inesplorate, lo spirito vitale del metodo scientifico. La Scienza crede che il più sia stato scoperto, spiegato e, da tempo, si è seduta sulle parole di un suo esimio rappresentante, di cui non ricordo il nome, che ne dichiarano il capolinea. Infatti, a un capolinea siamo arrivati, quello della scienza meccanicistica stessa, della moribonda ideologia materialista, dell’autorità di una medicina solo chimico-chirurgica. Può sembrare una disamina eccessiva, eppure – ci credereste? – il video dell’intervento di Rupert Sheldrake a TED è stato censurato e rimosso, sotto una pioggia di articolate critiche.
Vedi su youtube: The Science Delusion BANNED TED TALK, sottotitoli in italiano
Come dicevamo, dogma ci cova!

Sembra essere un condizionamento quasi universale: “Se la scienza dice che è vero deve essere così”.
 Da dove deriva questa fede nella scienza?
La scienza possiede un’autorità enorme perché i suoi risultati tecnologici sono impressionanti. I computers, internet, i telefoni cellulari, i jet, impressionano tutti, e a ragione.
Sono nuovi nella storia dell’umanità e la scienza li ha resi possibili. Allo stesso modo, tutti sono giustamente impressionati dai trionfi della medicina moderna, come gli antibiotici e la chirurgia mininvasiva. Questo rende la scienza estremamente importante nel mondo contemporaneo. E da quando la scienza moderna è iniziata – nel XVII secolo – si è sempre basata sullo slogan di Francesco Bacone, il principale profeta della scienza: “la conoscenza è potere”.
Nel XIX secolo essa è diventata il principale interesse dei movimenti sociali che volevano stabilire una nuova agenda politica, come il comunismo, che si dichiarò scientifico. Questi movimenti sociali impostarono la scienza come fonte di autorità che rivaleggiasse con la religione. Erano spesso antireligiosi e vedevano gli scienziati come una nuova forma di sacerdozio. Ed è andata avanti così. Con ogni nuovo trionfo della scienza e della tecnologia il prestigio è aumentato, almeno fino ai tempi recenti. Tuttavia ora la scienza è diventata per molte persone un sistema di credenze dogmatico e c’è una crescente messa in discussione dei suoi presupposti. E, giacché, gli effetti nocivi, suoi e della tecnologia globalizzate, diventano più evidenti, attraverso il fenomeno del cambiamento climatico, ancor più diventa importante porsi domande su ciò che accade.

La realtà è materiale? Se non lo è, le dispiacerebbe spiegare a nostri lettori la sua conoscenza diretta di ciò?
Naturalmente parte della realtà è materiale, fatta di materia. Nessuno sarebbe in disaccordo su questo. La filosofia del materialismo, però, afferma che tutto è, in ultima analisi, materiale, anche la coscienza. Le nostre menti non sono altro che il prodotto del cervello. L'attività mentale è attività cerebrale e niente più.
Non è questo il presupposto con cui la scienza moderna ha avuto inizio. Nel XVII secolo si basava su una netta dualità tra mente e materia. Cartesio pensava che tutta la materia fosse incosciente e meccanica, i corpi umani erano inconsci e meccanici a parte l’interazione con la mente conscia in una piccola regione del cervello. Le uniche menti coscienti nell'universo erano quelle degli esseri umani, degli angeli e di Dio. Questo estremo dualismo permetteva alla scienza meccanicistica di coesistere con la religione, e concedeva agli scienziati di rimanere religiosi pur trattando la natura come meccanica. C'è stato, però, un cambiamento nel XIX secolo, quando coloro che si opponevano al dualismo cartesiano hanno provato a sostituirlo con un monismo di un tipo o dell’altro. Gli idealisti hanno cercato di sostenere che tutto era mente, e i materialisti che tutto era materia. I materialisti hanno trionfato e nel tardo XIX secolo il materialismo diventa la visione del mondo di default – predefinita delle scienze.
Ci sono però due problemi fondamentali con quest’atteggiamento.
Il primo è che la fisica stessa ha trasceso il materialismo perché la materia non è più il suo ultimo principio esplicativo. La materia stessa è spiegata in termini di campi e di energia. Un elettrone è una vibrazione all'interno di un campo di elettroni, un atomo è un modello vibratorio di attività all'interno dei campi quantistici di nuclei ed elettroni. La materia è diventata un processo piuttosto che una cosa.
In secondo luogo il materialismo non fornisce alcuna spiegazione per la coscienza e, in effetti, da un rigoroso punto di vista materialistico, la coscienza non dovrebbe esistere. Tuttavia esiste, almeno negli esseri umani. Nel campo degli studi sulla coscienza, vi è ora un vivace dibattito sulla filosofia materialista, e un numero crescente di ex materialisti stanno adottando una diversa filosofia della natura, il panpsichismo, secondo il quale vi è un qualche aspetto della mente a tutti i livelli della natura nei sistemi di auto organizzazione, anche negli elettroni e negli atomi.

Nella sua esperienza scientifica esiste la coscienza? Se sì, come lo sa?
La scienza stessa è basata sulla coscienza. Nella teoria quantistica è generalmente riconosciuto che tutte le osservazioni richiedono degli osservatori e quindi le menti dei fisici. Ma questo è vero per qualsiasi tipo di osservazione. Osservare richiede degli osservatori e quindi delle menti. La Scienza nasce dall’esperienza umana e questa non può essere spiegata semplicemente in termini di scienza materialista. Questo è un punto logico semplice ed evidente. La scienza presuppone la coscienza e quindi non è in grado di spiegare ciò che essa stessa presuppone.

Potrebbe sembrare, dalle sue parole, che mente e coscienza siano la stessa cosa, è così?
Non penso che la mente sia uguale alla coscienza, perché, naturalmente, molta della nostra mente è inconscia. Credo che gli aspetti abituali della mente siano ampiamente inconsci, come le abitudini in generale. La nostra coscienza riguarda in gran parte azioni potenziali, il futuro e le scelte tra più possibilità.

Qual è secondo lei il taboo della scienza più duro a morire?
Come mostro nel mio libro, Le illusioni della scienza, ci sono dieci dogmi fondamentali e ognuno di essi è protetto da tabù. Mettere in discussione uno di questi dogmi provoca in automatico attacchi dai difensori dell’ortodossia. Molti, del resto, non sono consapevoli della maggior parte di tali tabù. Per esempio l’idea che la memoria sia immagazzinata nel cervello è data per scontata da molti tra i non scienziati così come tra gli scienziati stessi, solo perché non possono pensare dove altrimenti potrebbe trovarsi. Il tabù di cui molti sono coscienti, e anche il più fortemente combattuto, è quello contro i fenomeni psichici. I materialisti credono che la mente sia nient’altro che il cervello e perciò si trovi dentro la testa. Per questa ragione i fenomeni come la telepatia dovrebbero essere inesistenti, perché la mente non può avere effetti a distanza. Le organizzazioni dei cosiddetti scettici cercano di difendere un materialismo ortodosso negando l’evidenza di qualsiasi fenomeno psichico e respingendone le prove scientifiche come imperfette o fraudolente. Ho avuto molte discussioni con i cosiddetti scettici e la cosa che è diventata più chiara è che la maggior parte non sa nulla di ricerca sui fenomeni psichici. Essi credono di sapere in anticipo che questi fenomeni sono impossibili, quindi non c'è bisogno alcuno di cercarne le prove. Questo è un perfetto esempio di pregiudizio, che, a mio parere, è anti-scientifico, non scientifico: inibisce l’indagine e l’esplorazione chiudendo la scienza dentro limiti dogmatici ristretti.

Se il potere non è nella conoscenza – come ha affermato Bacone – dove, a suo avviso, dovrebbe risiedere?
Non c’è dubbio che il potere sia confermato da un certo tipo di conoscenza. La conoscenza dalla quale dipendono le tecnologie conferisce un potere enorme sugli umani. Ci sono, però, ovviamente molti atri generi di potere. I leader carismatici non derivano il loro potere dal fatto di conoscere più di altri, ma da una qualità che convince e attrae. Il potere di grandi leader spirituali può dipendere da una certa conoscenza, ma è evidente che sia possibile essere un santo senza essere un filosofo o un teologo.

Possono degli scienziati che vivono nel quotidiano credendo di essere il loro corpo (materia) – come quasi ognuno di noi crede – lasciare davvero andare una visione meccanicistica della scienza?
Così il punto sembra sia a monte della scienza ovvero in un’identità fuorviante…
Molti scienziati sono materialisti e quindi negano il libero arbitrio. Credono anche che la loro mente sia confinata al cervello. In pratica, però, questo non è il loro modo di vivere. Il sistema di convinzioni dei materialisti dovrebbe significare che la loro stessa credenza nel materialismo è solo una conseguenza dell’attività fisica del cervello. A loro piace credere, però, di aver scelto la loro fede sulla base della scienza, della ragione e della prova. Essi non si limitano a crederci perché il cervello impone loro di farlo. Questa è di per sé una contraddizione. Così i materialisti fanno un'eccezione per loro stessi e per quelli che conoscono bene. Questa filosofia è, di fatto, estremamente fuorviante, perché non riceve vero credito da coloro che affermano di crederci. E se in modo consistente continuano a crederci, le loro stesse convinzioni sono solo causalmente determinate dal cervello e potrebbero non avere nulla a che fare con la verità, ma semplicemente con il condizionamento.

La risonanza morfica che cosa ha da insegnare a un paradigma scientifico obsoleto? E al regno della spiritualità?
La risonanza morfica è un principio generale di memoria in natura. È rilevante per molti dei dogmi della scienza. Il dogma che le leggi della natura siano fisse e siano le stesse dal Big Bang è una sbornia derivante dal vecchio presupposto che la natura sia governata da una specie di ordine matematico platonico, un assunto che fu più teologico che filosofico. Alla luce della risonanza morfica, però, nel nostro universo evolutivo le leggi non hanno bisogno di essere fisse dagli albori, ma si evolvono. E, in effetti, è meglio pensare a esse come abitudini più che come leggi, così tutta la natura può avere una sorta di memoria.
La risonanza morfica getta anche nuova luce sul presupposto standard nella biologia che l'ereditarietà è interamente materiale e portata dai geni, da modificazioni epigenetiche dei geni e dall'eredità citoplasmatica. Essa suggerisce che molto di quello che abbiamo ereditato è attraverso di essa non attraverso i geni. Come discusso nel mio libro, c'è, oggi, una crisi al cuore della biologia a causa del cosiddetto problema dell’ereditabilità mancante, in cui i geni si prestano a spiegare molto meno di ereditarietà di ciò che si è abituati ad assumere. Penso che sia perché gran parte del patrimonio della forma e del comportamento dipenda dalla risonanza morfica. Sappiamo cosa i geni fanno: essi codificano la struttura primaria delle proteine. Non codificano per le forme dei volti o gli istinti degli animali. Così i geni spiegano una parte dell’ereditarietà, ma solo una relativamente piccola.
La risonanza morfica getta anche una nuova luce sulla natura della memoria. Il dogma che i ricordi siano immagazzinati all'interno del cervello è generalmente dato per scontato, ma le prove a suo favore sono sorprendentemente scarse. Penso che il cervello sia più simile a un ricevitore TV che a un videoregistratore, ed è un sistema di accordatura che consente alle memorie di essere recuperate dalla risonanza morfica. Ricordiamo le nostre stesse memorie perché assomigliamo più a noi stessi nel passato più che ad altre persone, ma la memoria individuale e quella collettiva, da questo punto di vista, sono diverse solo in scala, e sono aspetti differenti dello stesso fenomeno. Anche nel regno spirituale ci sono campi, o abitudini, o modelli nei rituali e nelle pratiche tradizionali. Penso che questi sintonizzino i praticanti odierni con quelli che hanno praticato gli stessi rituali o pratiche spirituali in passato, portando a collegamenti attraverso il tempo entro le tradizioni spirituali.

In medicina, la scienza spesso mostra il suo punto di vista cieco e a breve termine. Recentemente mi sono trovata a leggere un libro di Michel Odent – un ostetrico francese che ha dedicato la sua pratica e la ricerca alla nascita. Egli è arrivato al punto – attraverso studi e indagini campione – che la capacità di amare, noi stessi e gli altri, si giochi nella prima ora, e include il rilascio naturale del feto dal grembo materno. La scienza medica, forte della tecnologia, sta scoprendo la facilità e la convenienza del parto cesareo programmato. Le statistiche sono positive: meno dolore e soprattutto meno rischio per la madre e il bambino. Non sembra che si tratti solo della scienza obsoleta, piuttosto dell’abitudine umana a preferire la comodità all’amore. Le va di commentare?
La medicina meccanicistica parte da un punto di vista molto limitato, poiché si basa sulla teoria che il corpo non è altro che una macchina e che la medicina dovrebbe funzionare fisicamente o chimicamente, mediante la chirurgia o i farmaci. Tutti sanno che molto di più vi è coinvolto. Anche la medicina convenzionale ha rilevato il potere dell'effetto placebo, che dipende da credenze, speranze e aspettative, nessuna delle quali è materiale. Non ho studiato le ricerche di Michel Odent, mi sembra tuttavia una questione empirica, non ideologica. Se uno studio su persone nate da parti cesarei programmati mostra che, in media, questi presentano diversità da quelli nati da parto naturale, allora ciò potrebbe dirci qualcosa circa gli effetti a lungo termine del processo di nascita. Se si scopre che i parti cesarei portano a problemi, più tardi nella vita, allora questa sarebbe una buona evidenza scientifica per non farli, solo perché compatibili con la comodità dei medici o i desideri di convenienza delle madri. Naturalmente in alcuni casi i parti cesarei sono necessari ed è importante non peggiorare la situazione raccontando a chi è nato da cesareo che è in qualche modo danneggiato per la vita.
Penso che il modo migliore di procedere nella ricerca medica è attraverso l’indagine comparativa dell'efficacia, scoprire ciò che funziona indipendentemente dalla teoria o dall’ideologia. Quando le persone sono malate e chiedono di essere curate, vogliono sapere che cosa funziona, e non importa molto la teoria che ci sta dietro. Non c'è dubbio che la medicina meccanicistica è un grande successo in alcune aree, ovviamente ne ha di meno in campi che riguardano i pensieri, le idee, le credenze, le abitudini, i problemi spirituali o i modelli familiari ereditati. Altre sono, in questi campi, le forme di terapia, magari molto più efficaci, anche per aiutare le persone a condurre una vita sana, in modo da ammalarsi di meno e avere meno problemi di salute. Si tratta, in altre parole, di quelle pratiche che promuovono la salute piuttosto che limitarsi a curare la malattia.

Sì, la ricerca di Odent (La nascita al tempo della plastica, Aam Terranuova) è empirica, riporta già studi campione su effetti a medio, lungo termine ed esorta a molte più ricerche sul lungo raggio. La natura non depriva nessuno del suo supporto, quindi i bambini nati da cesareo possiedono sicuramente risorse che gli altri non hanno… anche queste andrebbero studiate.

Il campo morfogenetico e la risonanza morfica
Il campo morfogenetico o morfico (dal greco morphe, forma, e genesis, messa in essere, che genera), è, nell’ipotesi di Rupert Shaldrake, un vero e proprio campo di memorie. Questo significa che, in ogni sistema, esso esercita la sua influenza sui sistemi successivi, mediante un processo chiamato risonanza morfica, una sorta di telecinesi-trasmissione di memorie. Per fare un esempio, tale campo informato spiega il motivo per cui una cellula di una pianta si differenzia in quella di una foglia piuttosto che in una di radice. Essa si sintonizza, per così dire, attraverso la risonanza morfica, con i campi morfogenetici di tutte le foglie precedenti della stessa specie. Questo processo si determina per tutti i sistemi riscontrabili in natura, compresi i campi che sottendono le relazioni umane. Si tratta di un fenomeno empirico, di cui è riscontrabile l’effetto. Inoltre, tale campo di memoria non è memorizzato nel cervello, ma è un campo d’informazioni al quale si può accedere mediante il cervello.

Chi è Rupert Sheldrake
Rupert Sheldrake è un biologo, autore d’innumerevoli pubblicazioni scientifiche e di ben dieci libri. Ha anche credenziali impeccabili come biochimico, a Cambridge e a Harvard. Ricercatore molto innovativo e amante di un approccio scientifico autentico – che continua a indagare liberamente – vanta scoperte, studi e ricerche di ineccepibile rigore, nonostante gli ortodossi vogliano tacciarlo come eretico per la sua teoria sulla risonanza morfica e la ricerca sulle capacità psichiche naturali.
www.sheldrake.org